Ancona-Osimo

Serata rock, i Kurnalcool al Nyx ad Ancona. John Big George: «Chiudiamo qui un anno musicalmente divertente»

La band originaria di Falconara suonerà live nel nuovo locale, proponendo un mix tra cavalli di battaglia del gruppo e brani dell'ultimo album. L'intervista a John Big George

I Kurnalcool di recente sul palco

ANCONA – Il ritorno dei Kurnalcool – che non se ne sono mai andati – giovedì sera alle 21.30 al Nyx, il nuovo locale di via Primo Maggio ad Ancona. Un appuntamento con il rock ironico e sfacciato della band che cavalca il successo nato negli anni Ottanta, band nata a Falconara che poi è mutata nel tempo, ma che ha sempre un cuore ad Ancona e dintorni, con il suo dialetto e il suo tema alcolico che ha trovato riscontri, attraverso i decenni, in tutta Italia. Nel 2022 è uscito l’ultimo album The Final Tazz: la musica, le radici, l’appuntamento di giovedì e altro nella chiacchierata con il cantante John Big George, tra i membri stabili del gruppo dalla sua nascita insieme a Ricky Tyger Bigwhite e a Michael Trilling.   

John Big George, nella vita è poco santo e molto bevitore, certo. Ma anche?
«Rappresentante, ognuno di noi ha il proprio lavoro».

Tu madre s’accorge che bevi el vì è la hit più ascoltata su Whatsapp: la sua quando s’è accorta?
«Ah, quella è una cover dei Ramones, una canzone ormai datata ma sempre delle più richieste. Mia madre? Pensa che io sia astemio».

Giovedì al Nyx il vostro “vì metal”: quanto vi rappresenta quest’espressione?
«Siamo l’unico gruppo al mondo che fa questo genere. Tutto nasce da uno scherzo, su un volantino: durante una serata gli altri gruppi non si presentarono e suonammo solo noi, così dalla scritta ‘heavy metal’ cancellammo le prime lettere e diventò Vì Metal. Da lì nacque anche la canzone che è il manifesto della nostra musica».

Magari le etichette non vi piacciono: ma “metal” va bene?
«Certo. Ci siamo sempre considerati un gruppo metal anni Ottanta, siamo nati musicalmente in quel periodo e le nostre cover sono sempre di quel periodo».

Quali sono le vostre influenze musicali?
«Ozzy Osbourne, Iron Maiden, Judas Priest, Accept, Ramones, tutto quel mondo musicale di quando avevamo quindici o sedici anni».

Siete famosi da allora, ma oggi siete una band piuttosto rinnovata rispetto agli inizi.
«È una cosa davvero strana, non sai da quanto è che pensiamo “vabbè, smettiamo”, invece ci chiamano di continuo, soprattutto dopo il Covid, abbiamo fatto serate che vanno benissimo, e allora è difficile smettere di suonare nonostante la fatica. Ci siamo rinnovati, è vero, anche se questo gruppo sta insieme da oltre dieci anni. È la formazione più longeva, negli anni c’è stato parecchio turnover, tutta gente che ha deciso di andarsene, non abbiamo mai cacciato dal gruppo. Tanto è vero che capita che qualche ex del gruppo salga sul palco e suoni insieme a noi».

Vino e dialetto: quale dei due ingredienti della vostra musica vi ha dato più popolarità?
«Un mix dei due. Ma più che tra il dialetto e il vino direi tra il genere musicale e gli argomenti trattati. Perché ci capita la serata in cui pensiamo di più al genere, magari quando suoniamo in un club rock, e allora proponiamo una scaletta più metal mettendo da parte l’aspetto ludico, e un’altra in cui, invece, facciamo risaltare la parte comica e divertente e meno incazzata. A seconda delle serate riusciamo a giostrare i due aspetti».

Scrivete che quello al Nyx è l’ultimo concerto del 2022: che anno è stato?
«Ottimo, perché abbiamo pubblicato il disco nuovo che era pronto da un po’, e da maggio in poi è stato un continuo di concerti, a tanti abbiamo dovuto dire di no. Bei concerti, ben suonati, prodotti nel modo giusto e con tanta gente. Un anno musicalmente divertente».

Com’è nato questo appuntamento di giovedì al Nyx?
«Un nostro caro amico che si chiama Carlo (Lantieri, ndr) ce lo ha proposto, perché organizza al Nyx una mini rassegna rock. Suonare ad Ancona è sempre un piacere e non capita spesso. E questo nuovo locale abbraccerà diversi generi musicali, siamo molto contenti di esserci».

Che scaletta proponete?
«I cavalli di battaglia li facciamo sempre ma proporremo anche diversi pezzi del nuovo disco, che si chiama The Final Tazz. Sarà una scaletta molto mista».

La formazione?
«Quella classica, con doppia chitarra, doppia batteria e doppia voce e un bassista che si sente solo ma che fa per due. Alla voce io e Ricky Tyger Bigwhite, i chitarristi sono Michael Trilling e Mark Nardiello, i batteristi Max Panichelli e J.J.Guasto, e il bassista Andreas Kleinstein».

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