Ancona-Osimo

Lo street artist Vecchietti: «Sulle scarpe i miei murales di Ancona. Suola rossa e carta Fabriano, un prodotto made in Marche»

William Vecchietti, noto street artist anconetano, disegna scarpe con i murales di Ancona. Ecco dove trovare le sue creazioni

William Vecchietti e, sullo sfondo, un murales col suo inconfondibile logo

ANCONA – Come street artist lo si conosce, ma in pochi sanno che disegna anche (sulle) scarpe. Lui è William Vecchietti, in arte Yapwilli, ed è il direttore artistico del festival dorico AnconaCrea. Conosciuto in tutta Italia e a livello europeo, da circa 3 anni scolpisce le scarpe coi suoi murales.

Dopo aver dato nuova vita al rione di Capodimonte, pare che Vecchietti si è tuffato in una nuova avventura, le calzature. Com’è nata questa passione? «Beh, da adolescente – dice – avevo il sogno di disegnare. Di me, si parla spesso per la street art, ma credo che un’artista debba saper fare un po’ tutto».

Abracadabra, l’ultimo modello

Ultimamente, Yapwilli fa persino sculture «e ora – sottolinea – sto lanciando il mio ultimo modello di scarpe: si chiamerà Abracadabra e riprenderà il mio logo disegnato su un graffito, a Berlino». Finora, in commercio, i modelli disegnati da lui sono tre: Nattura, Platonic e Fluida. La confezione di ogni scatola è realizzata dalla cartiera Fabriano e – così come la linguetta interna – riporta le sue opere.

Ad esempio, «in Nattura c’è il verde dei campi marchigiani e degli ulivi. Nella confezione, il murales realizzato in un parcheggio di Fermo. Platonic è invece una scarpa bassa che richiama i colori della casa di Frida Kalo. Il suo amore platonico ha ispirato Yapwilli per il nome di questo modello». Qui, a risaltare è un murales che si trova a Collemarino.

Un murales di Yapwilli disegnato come dettaglio sulla linguetta interna della scarpa

Infine, c’è «Fluida, una scarpa alta ma non da basket, unisex tipo Converse, ma in pelle di daino viola, che riprende una delle mie prime opere». Yapwilli da ormai tre anni disegna le calzature usando il pc, dalla sua casa immersa nelle campagne di una frazione di Ancona. 

«Tre anni fa, ho visto lo store online Aliveshoes.com. Ho acquistato un paio di scarpe e poi ho scoperto che gli artisti potevano disegnarle». Un’avventura nata per caso. «Si tratta di calzature fatte a mano, con le cuciture a vista e non incollate come quelle industriali. Mi piacciono i pezzi unici, le cose diverse e mai uguali. Nella vita, non è forse questa la vera sfida? Essere pezzi unici, come queste calzature», sottolinea Yapwilli.

Ai piedi, il suo logo: un cuore che brucia contornato da ossetti bianchi. Mentre parliamo, l’occhio cade inevitabilmente sui piedi di Vecchietti e…eccole qua, le sue scarpe! «Non le tengo di certo nella scarpiera per collezionarle, come fanno alcuni. Io le porto molto, ci vado nel prato, ci porto fuori i miei cani. Mi piace che la scarpa si sporchi. Va vissuta, va consumata».

Le scarpe di Vecchietti sono vendute anche negli Stati Uniti, ma guai a definirlo stilista: «Sono nato pittore, ma rimango designer», sorride. Dopo aver studiato all’Istituto d’arte di Ancona, nell’80 si iscrive a un’accademia di Bologna. Poi, nell’89 lascia l’Italia, per volare a Londra.

È il 1990 quando arriva a Parigi. Nella capitale francese si iscrive a un’Accademia che non frequenterà mai. Già, perché inizierà a lavorare come disegnatore di maniglie, di porte e candelabri. Un lavoro che non lascerà mai, un predestinato.

Infine, il ritorno a casa, a Paterno, nel 2000. E nel cassetto, ora, gli schizzi per décolleté da donna. Tutte rigorosamente con il suo segno distintivo: la suola rossa.

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