Ancona-Osimo

Ospedale Salesi, robot umanoide spiega al bambino l’intervento: «Non ti preoccupare, Roberto e i suo amici dottori sanno cosa fare»

Per la prima volta il robot della Fondazione Salesi onlus di Ancona è stato utilizzato in un delicato intervento di neurochirurgia per spiegare a un 12enne i passaggi del suo intervento

Samuele Canonici, operatore tecnico di Estrabot (immagine di repertorio)

ANCONA – «Devi immaginare la tua colonna vertebrale come una caverna, dentro a cui sono custoditi i cavi elettrici che comandano le funzioni delle tue gambe, questi cavi elettrici però sono intrappolati perché si sono gonfiate le pareti della caverna che possono rischiare di crollare, ma non ti devi preoccupare, perché Roberto e i suo amici dottori sanno benissimo cosa fare». Con queste semplici parole Estrabot, il robot umanoide della Fondazione Ospedale Salesi onlus, ha spiegato a un bambino di 12 anni pugliese i dettagli del delicato intervento a cui è stato sottoposto ieri all’ospedale Salesi di Ancona, nella Divisione di Neurochirurgia Generale con particolare interesse Pediatrico, guidata dal dottor Roberto Trignani.

Per la prima volta l’umanoide è stato impiegato in neurochirurgia, mentre già dal 2019 viene utilizzato con successo in chirurgia generale, nell’ambito del progettoGestione dell’ansia preoperatoria nel paziente pediatrico: benefici di un robot umanoide” che ha facilitato e reso più efficace ed empatica la comunicazione nella raccolta del consenso informato. All’ospedaletto del Salesi l’equipe medica della Divisione diretta da Trignani ha eseguito, nella stessa giornata, due delicatissimi interventi: quello su Samuele, affetto da tumore benigno alla colonna vertebrale lombare, mentre l’altro è stato eseguito su una bambina di 10 anni affetta da una rara malformazione vascolare del cervello.

Estrabot ha incontrato il bambino e i suoi genitori prima dell’intervento, illustrandone con parole semplici e comprensibili i dettagli, così da alleviare l’ansia che accompagna il ricovero e il momento dell’intervento, inoltre ha cantato le canzoni preferite del ragazzino, accompagnandolo poi in sala operatoria. A rendere operativo il robot umanoide è stato il dottor Samuele Ialino, operatore della Fondazione Salesi. 

I neurochirurghi Roberto Trignani, Michele Luzi e Roberta Benigni, con procedura chirurgica mininvasiva, hanno realizzato un’apertura della colonna vertebrale per liberare i nervi che risultavano compressi. Un approccio multidisciplinare che ha coinvolto diversi specialisti, fra cui il neuroradiologo interventista Stefano Bruni, che ha eseguito una vertebroplastica, una iniezione di un cemento liquido nella vertebrale malata che rapidamente solidifica e rafforza la struttura ossea.

Il secondo intervento è stato eseguito su una bambina di 10 anni, affetta da una rara malformazione vascolare del cervello, chiamata Moya Moya, che provoca uno scarso apporto di sangue in un’area del cervello. La procedura chirurgica è consistita nell’incremento dell’apporto di sangue nella zona sofferente attraverso l’affondamento nella scatola cranica del muscolo e arterie presenti superficialmente nella tempia. Al termine degli interventi i due pazienti sono stati trasferiti nella Rianimazione guidata dal dottor Alessandro Simonini.

L’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini commenta: «Quello che è accaduto oggi  all’ospedale Pediatrico Salesi incarna perfettamente quello che questa Giunta vuole da un ospedale come l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ancona. Dobbiamo puntare all’eccellenza soprattutto quando si tratta di aiutare pazienti giovanissimi ad avere una vita migliore».  

Il direttore generale dell’azienda ospedaliero universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, Michele Caporossi, ha sottolineato: «L’umanità che traspare da questa bella esperienza robotica fa giustizia del luogo comune per il quale l’intelligenza artificiale ne sarebbe l’antitesi. Sempre più un ospedale pediatrico come il Salesi, che punta a crescere ancora in qualità ed efficacia pratica, può avvalersi di essa per rendere eccellenti i percorsi di cura. Siamo orgogliosi del lavoro che sta svolgendo la Fondazione Salesi in questa direzione. Non bastano i muri nuovi per il Salesi del futuro; ci vogliono innovazione e progettualità su mille fronti». 

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