Ancona-Osimo

Rosso Conero, 50 anni di Doc e tanta voglia di crescere

«Rappresenta una piccola produzione, è una bomboniera, una boutique e ha un forte legame con il territorio», dice Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi. Tra gli obiettivi dei produttori quello di portare "il rosso di Ancona" in estremo Oriente

Un momento dell'apertura dei lavori del convegno "Rosso come il vino" a Camerano

CAMERANO – Traguardo importante per il Rosso Conero. Sono passati 50 anni da quando il vino ha ottenuto il riconoscimento Doc. Una denominazione importante per un vino strettamente legato al territorio ma che dovrebbe essere maggiormente valorizzato, come dicono gli addetti ai lavori. «Oggi, venerdì primo settembre, diamo avvio alla 22esima festa del Rosso Conero, manifestazione che in tre giorni riesce a richiamare migliaia di persone. Con l’occasione festeggiamo anche i 50 anni del riconoscimento. Era infatti il 1967», dichiara Annalisa Del Bello, sindaco di Camerano, durante il convegno “Rosso come il vino”. L’evento, tre giornate di riflessioni e di degustazioni, apre le porte oggi fino a domenica ed è organizzato dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt).

Ma chi è il consumatore italiano del Rosso Conero? Secondo un’indagine realizzata da Nomisma-Wine Monitor è un cinquantenne, padre di famiglia, proviene dal Centro-Sud, con un reddito medio alto. Consuma soprattutto a casa oltre 4 bicchieri di Rosso Conero alla settimana, è di origini marchigiane o è stato nelle Marche in vacanza o per lavoro. Il Rosso Conero rappresenta un prodotto di nicchia. Sono solo 49 i produttori di uve, 45 gli imbottigliatori e 12.500 gli ettolitri certificati. Il Rosso Conero vanta una caratterizzazione e una riconoscibilità forte, dopo il Verdicchio e assieme al Rosso Piceno, è il vino regionale più conosciuto tra i consumatori, che lo acquistano per la propria territorialità e popolarità. 

«Stiamo lavorando molto sulla qualità di un prodotto particolare, e i risultati si stanno notando: ora serve puntare sul marketing e su una maggiore presenza nel fuori casa, anche perché stiamo riscontrando un buon apprezzamento da parte dei millennials», commenta il direttore di Imt, Alberto Mazzoni.

«Il Rosso Conero rappresenta una piccola produzione, è una bomboniera, una boutique. Ha un forte legame con il territorio. Questo vino viene prodotto nel Conero in una delle zone più equilibrate del litorale Adriatico. Ha la giusta mineralità, non va mai oltre un certo contenuto di “ciccia”, coniuga eleganza ed equilibrio. È il vino che più lo distingue rispetto agli altri – dice Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi. Attraverso questo vino si conosce il territorio, la politica di produzione. Il Rosso Conero ha grandi doti di invecchiamento, ha molte possibilità di crescere».

Un momento dell’intervento di Umani Ronchi

«Il Rosso Conero viene prodotto in una zona particolare per la viticoltura. A ridosso del Conero c’è il calcare, come al Poggio, a Camerano, ad esempio il terreno è però argilloso. Dunque si possono produrre vini diversi», spiega Ian D’Agata, senior editor Vinous. I produttori di Rosso Conero Carlo Garofoli, dell’azienda Garafoli, e Massimo Bernetti di Umani Ronchi ricordano gli inizi, 50 anni fa. «Marchetti, Garofoli, Umani Ronchi e pochi altri produttori eravamo all’inizio. Pochi, ma convinti della differenza con il rosso piceno e Montepulciano. Il Rosso Conero è un vino legato al territorio, lo si chiamava il vino rosso di Ancona. Quando abbiamo ottenuto il riconoscimento delle Doc, c’è stato subito entusiasmo», ricorda Bernetti. Che aggiunge: «Inizialmente era un vino grezzo ma ideale per alcuni cibi della nostra tradizione dal brodetto all’anconetana ai vincesgrassi, al pollo in potacchio. Era il vino dell’area dell’anconetano. Noi produttori ci siamo dati da fare per realizzare la strada del Rosso Conero. Alcuni enti ci hanno sostenuto. La strada interessava il Poggio, Sirolo, Offagna e Candia. Purtroppo è mancata la sua gestione. Oggi vorrei proporre il rilancio della Strada del Rosso Conero magari utilizzando i fondi Ocm. Quest’estate abbiamo avuto tutti gli alberghi e i ristoranti pieni, inoltre con gli sbarchi delle crociere al porto si possono portare i turisti a visitare le cantine. Il Rosso Conero sta avendo riconoscimenti impensabili fino a pochi anni fa: nei paesi scandinavi, in Canada e sta entrando nei mercati americani. Vogliamo portarlo anche in estremo oriente».

 

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