Ancona-Osimo

Rissa in tribuna, la Giovane Offagna chiude lo stadio

Il presidente della Giovane Offagna Alessandro Andreoli ha scritto una lettera aperta per motivare la scelta di chiudere lo stadio al pubblico durante le prossime gare casalinghe della prima squadra

Lo stadio Vianello di Offagna
Lo stadio Vianello di Offagna

OFFAGNA – Un rissa in tribuna durante l’ultima partita di campionato ha spinto il consiglio direttivo della Giovane Offagna a decidere di chiudere lo stadio fino al termine della stagione. Al Vianello si sfidano la Giovane Offagna prima in classifica e Atletico Conero sesto ancora in corsa per i playoff. Sul risultato di 2-3 per i numanesi si accende il parapiglia in tribuna dopo un brutto fallo di un giocatore locale ad un avversario. Un tifoso offagnese reagisce alle provocazioni e ad alcuni insulti dando addosso ad un dirigente del Conero. La rissa spinge l’arbitro a sospendere la gara per qualche minuto. Il presidente della Giovane Offagna Alessandro Andreoli ha scritto una lettera aperta per motivare la scelta di chiudere lo stadio al pubblico durante le prossime gare casalinghe della Prima squadra.

La lettera

Ecco la lettera del dirigente: «Il lavoro di anni buttato all’aria in pochi istanti. Tanti sacrifici per creare un ambiente sano. Tanti sforzi per trasmettere certi valori ai nostri giovani. Tanto tempo dedicato per creare un’immagine diversa di Offagna sportiva. Tante idee per valorizzare e rendere visibile e concreta questa visione di sport e di comunità. Gran parte della credibilità costruita in tanto tempo, spazzata via in pochi minuti. Quando succedono episodi come quelli di sabato scorso, la colpa non è mai di uno solo ma di tanti. Di chi si è scagliato per primo contro l’altro alzando le mani. Di chi ha intonato il primo coro offensivo o di chi ha lanciato il primo insulto contro l’avversario. Di chi poteva intervenire con il proprio vicino per cercare di calmarlo e non lo ha fatto».

La lettera continua: «Di quei dirigenti che potevano dare un esempio ancora più ineccepibile di quanto hanno fatto. Del presidente che poteva prevedere tutto. Di tutto questo e di tanto altro ancora. Ma ora è inutile trovare i colpevoli o addossare la croce perché tutti abbiamo sbagliato ma soprattutto tutti abbiamo perso. Offagna ha perso per colpa di pochi. Offagna ha dimostrato purtroppo di non essere ancora in grado di rivelarsi diversa: dagli altri e dal suo passato. Io forse, come presidente, mi sono illuso che potesse essere così ma ci credevo talmente tanto che ho voluto fare di tutto per riuscire in questo cambiamento. Purtroppo non è stato così e quindi adesso credo che sia giusto un periodo di riflessione collettiva. Sia necessario un silenzio collettivo. Sia necessaria una pausa. Sia necessario un segno forte. Dalle prossime gare il direttivo della nostra società ha deciso che lo stadio R. Vianello, per le partite della prima squadra, resterà chiuso. Il silenzio farà da cornice e prenderà il posto dei cori, dei tamburi, delle bandiere e dei sorrisi. Resterà chiuso al pubblico non per obbligo o per sanzione di altri o per imposizione ma per scelta. Ovviamente ci pesa come direttivo aver preso questa decisione soprattutto perché il nostro pubblico poteva essere l’uomo in più in questo scorcio finale di campionato dove ci giochiamo tutto. Ma ci vuole un segno evidente, visibile e forte che ci faccia riflettere tutti. Cosicché un giorno, quando potremo tornare tutti insieme allo stadio, ci sentiremo probabilmente tutti un po’ più responsabili, gli uni degli altri e del comportamento che abbiamo noi e che ha il nostro vicino perché certe cose non succedano più. Per onore dello sport, per coerenza nei confronti dei giovani a cui vogliamo insegnare qualcosa ma, soprattutto, per rispetto di tutti coloro che fanno tanti sacrifici e dedicano tanto tempo a questo progetto della Giovane Offagna e che non meritano che ciò venga vanificato da chi, certi valori, non è capace di viverli».

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