Ancona-Osimo

Riorganizzazione sanità, sindacati pronti alla mobilitazione: «La Regione assuma impegni chiari e condivisi»

Il confronto degli ultimi mesi tra sindacati e Regione non ha portato ai risultati sperati anzi, le tre sigle sindacali denunciano gravi carenze, sia di metodo che di contenuto, e scelte politiche adottate dal governo regionale poco trasparenti

Nella foto da sinistra: Sauro Rossi, Daniela Barbaresi e Graziano Fioretti

ANCONA- Cgil, Cisl e Uil sono pronti alla mobilitazione se la Regione Marche non assumerà impegni chiari precisi e condivisi sulla riorganizzazione della sanità e dei servizi socio sanitari. Il confronto degli ultimi mesi tra sindacati e Regione non ha portato ai risultati sperati anzi, le tre sigle sindacali denunciano gravi carenze, sia di metodo che di contenuto, e scelte politiche adottate dal governo regionale poco trasparenti.

«Dopo due anni abbiamo la certezza che da parte della giunta regionale non c’è la sensibilità di avere confronto con le organizzazioni sindacali sulle questioni che interessano i marchigiani- dichiara Graziano Fioretti, segretario generale Uil Marche-. Lo dico con amarezza. Nella storia della nostra regione, nei rapporti con i presidenti, una situazione del genere non l’ho mai vissuta. Con le precedenti giunte abbiamo fatto numerosi accordi, con quella attuale è diverso. Evidentemente contano solo gli interessi lobbistici e non gli interessi generali».

«Questa mancanza di confronto è dovuta al fatto che nella figura del presidente Ceriscioli si assommano troppi ruoli: presidente della Regione, vicecommissario per la ricostruzione post terremoto, assessore alla Sanità e al Sociale. La Regione si ostina a non aprire un confronto costruttivo: c’è distanza tra gli interventi che adotta e le esigenze di salute dei cittadini. Non c’è il coinvolgimento dei territori- afferma Sauro Rossi, segretario generale Cisl Marche. Da parte nostra vogliamo che la Regione renda trasparenti gli obiettivi programmatici. Gli atti e le delibere che si stanno susseguendo non permettono di avere un quadro chiaro di quelle che sono le intenzioni della Regione sulle procedure di riassetto, sia per gli interventi sulla rete ospedaliera, sia per i mancati interventi sul potenziamento delle reti del territorio. Ieri è stata inaugurata la nova tac all’ospedale regionale di Torrette ma anche nelle dotazioni strumentali ci sono delle priorità. Ci sono territori che necessitano risposte immediate più di altri. Troppe poche persone decidono il destino della sanità delle Marche. Attraverso forme di mobilitazione sul territorio proveremo a chiedere trasparenza di interventi e porteremo le sacche di disagio di utenti e operatori del Servizio Sanitario che la Regione trascura in modo colpevole».

I sindacati individuano delle priorità. «La trasformazione dei piccoli ospedali in strutture territoriali (Ospedali di Comunità) va combinata con importanti investimenti sulla rete dell’emergenza – urgenza, a partire dall’aumento dei mezzi di soccorso dotati di personale medico. Va anche accompagnata dallo sviluppo delle Case della Salute, strutture fondamentali per la riorganizzazione delle cure primarie. Ai 15 presidi che oggi risultano attivi ne vanno aggiunti altri 10 – in coerenza con il piano di sviluppo concordato nel 2014 – da localizzare subito privilegiando le aree più sguarnite della Regione- spiega Daniela Barabaresi, segretaria generale Cgil Marche-. Occorre un rafforzamento di tutte le aree della prevenzione per le quali vanno irrobustite le risorse e aggiornate le dotazioni organiche. Servono poi azioni per ridurre i tempi di attesa e per contenere la mobilità passiva. Altro problema importante riguarda il personale in particolar modo i tanti lavoratori precari ai quali occorre dare una risposta di stabilizzazione in tempi rapidi. C’è poi la questione della sanità privata che nelle Marche che copre il 13,2% dei posti letto ospedalieri, livello che sale al 36,3% nel settore della post acuti. La sanità privata deve integrare quella pubblica non sostituirla».

Per quanto riguarda le condizioni di lavoro nel settore sanità, i sindacati rendono noto che dal 2010 ad oggi si registrano 722 unità lavorative in meno con contratto a tempo indeterminato. Nel 2015 la mobilità passiva ha toccato 153,8 milioni di euro, con un saldo negativo record di 48,2 milioni. Sempre nel 2015 si sono registrati 30.867 ricoveri fuori Regione, con un aumento di 1.223 casi rispetto al 2014. Chirurgia generale, ortopedia, traumatologia e rieducazione funzionale assorbono da sole quasi il 46% dei casi.

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