Ancona-Osimo

Rincari: vola il metano auto, +60% nel Maceratese. Esposto Federconsumatori in Procura. Allarme bollette e povertà

Forti i rincari dei prezzi dei carburanti alla pompa e il metano nel Maceratese schizza al +60%. Federconsumatori l'ancia l'allarme sui rincari delle bollette per il gas e l'energia elettrica

ANCONA – Vola il prezzo dei carburanti, che ogni giorno sembra toccare un nuovo record. A segnare un’impennata è soprattutto il metano per auto il cui costo ormai è quasi raddoppiato nel giro di poche settimane, tanto da arrivare a costare come la benzina, e, addirittura, in alcuni impianti, a superarla. Un forte rialzo legato al fatto all’inizio del mese sono stati rinnovati i contratti di fornitura energetica.

Ma i rincari interessano anche i combustibili fossili, e la benzina alla pompa self in alcuni casi ha superato 1,660 euro al litro. In salita anche il diesel che in alcuni distributori tocca quota 1,620 euro al litro, mentre il Gpl è arrivato a 0,717 euro al chilo. Un incremento del 22,4% per la benzina, del 23,1% per il diesel e del 21,1% per il Gpl. I rincari nella provincia di Macerata hanno spinto i cittadini a rivolgersi alla sede Federconsumatori provinciale, “bombardata” di segnalazioni.


Il caso Maceratese

E l’associazione si è subito mossa, presentando un esposto alla Procura della Repubblica di Macerata per chiedere controlli su eventuali irregolarità. «Negli ultimi giorni sono pervenute svariate segnalazioni circa l’aumento anomalo del costo del metano nella provincia di Macerata – si legge nella missiva inviata dalla presidente provinciale Federconsumatori Macerata, Cristiana Tullio – : i prezzi sono passati in pochissimo tempo da 0,9 0 /0,98 euro al kg a 1, 30/1, 6 0. Considerato che il dichiarato ed ingiustificato aumento della materia prima si attesta intorno al 30-40%, non si comprende per quale motivo alcuni distributori di metano per auto abbiano da un giorno all’altro adottato rincari che arrivano anche al 60%». Una situazione, che come evidenzia Federconsumatori Macerata, «comporterà certamente aumenti indiretti dei beni di consumo causati dall’inevitabile aumento dei costi di trasporto con gravi ripercussioni sulla concorrenza e sul consumatore finale.

Allarme bollette “salate”

Energia elettrica, contatore (Foto di Gerd Altmann da Pixabay)

La crescita internazionale dei prezzi energetici si fa sentire anche nelle bollette di famiglie e imprese dopo che l’Autorità per l’Energia ha aggiornato le tariffe trimestrali per l’energia elettrica e il gas. Si prospettano dunque bollette più salate con un incremento del +14,4% per il gas e +29,8% per l’elettricità elettrica. Una situazione che preoccupa, dal momento che si verifica in una fase in cui i consumi aumentano significativamente, sia per l’arrivo della stagione fredda, sia per la ripresa della produzione industriale, dopo le chiusure imposte dalla pandemia.

A lanciare l’allarme è Federconsumatori Marche che stima, un incremento del +30% sulla spesa annua per l’elettricità rispetto al 2020, mentre per il gas il rincaro potrà toccare un +15% circa rispetto ad un anno fa. L’associazione, evidenzia che in base agli ultimi dati Istat, nelle Marche il 9,3% delle famiglie versa in condizioni di povertà relativa. Un dato «nettamente al di sopra della media delle regioni del Centro (6,4%) – spiega la presidente regionale dell’associazione di consumatori, Patrizia Massaccesi – . Le persone che nelle Marche vivono in famiglie in condizioni di povertà relativa rappresentano il 14,6% della popolazione, una percentuale in crescita che oltre ad essere nettamente al di sopra della media delle regioni del Centro (8,9%) è anche al di sopra della media nazionale (13,5%)».

Famiglie marchigiane più povere

Massaccesi evidenzia inoltre che «il mese di ottobre sarà un mese che deciderà della sorte di tanti lavoratori, che potrebbero ritrovarsi a casa senza lavoro, dal momento che verrà superato il blocco dei licenziamenti. In contesti come questi, è evidente che qualsiasi aumento peserà in maniera enorme sulle famiglie italiane e marchigiane. Ben vengano le misure prese dal governo centrale, che ridurranno almeno fino a fine anno gli aumenti, ma sicuramente non basteranno a scongiurarli. Credo che dietro agli aumenti ci sia solamente una grande speculazione del mercato, i consumi sono ritornati nelle medie, e questo è un dato registrato da aziende del territorio, gli aumenti quindi non sono giustificati da una maggiore richiesta, quanto piuttosto dal fatto che siamo costretti ad importare gas ed energia e quindi il mercato decide il prezzo che vuole».

Inoltre, aggiunge, «la cosa assurda è che l’aumento è dovuto anche alla maggiore richiesta da parte delle grandi aziende di costosi permessi per immettere nell’aria maggiori quantità di inquinanti. Il paradosso, mentre si discute di energia verde, di transizione energetica da fonti rinnovabili, è che anziché investire in impianti di energia pulita, noi paghiamo per inquinare di più, ma questo i cittadini non lo sanno. Occorre prevedere misure proporzionate alle condizioni economiche delle famiglie, per non far pesare gli oneri di sistema su tutti gli utenti nella stessa misura – spiega – e promuovere sempre di più le comunità energetiche e la produzione di energia pulita. Fondamentale – conclude – eliminare dagli oneri di sistema le voci obsolete e ingiustificate come ad esempio quella che prevede il sostegno dei regimi tariffari speciali per il servizio ferroviario».

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