Ancona-Osimo

Rete ferroviaria italiana, Bocchini di Confindustria Ancona: «Le Marche ancora fuori dalle grandi direttrici di collegamento»

Il presidente di Confindustria Ancona commenta con amarezza il nuovo piano 2022-2031 presentato da RFI: «Alle Marche vanno 5,5 miliardi di investimenti, meno del 3% dei 190 complessivi. Fuori dall'Alta velocità»

Treno, ferrovia (immagine di repertorio)

ANCONA – «Ho letto con attenzione il nuovo piano 2022-2031 presentato da RFI», le parole di Pierluigi Bocchini, presidente di Confindustria Ancona. «Alle Marche, tra strade e ferrovie, vanno 5,5 miliardi di investimenti, meno del 3% dei 190 complessivi. In linea con il peso della nostra economia sul Pil nazionale, si dirà. Vero, ma certamente non in linea con il gap infrastrutturale, stradale e ferroviario, che ci separa dalle altre regioni d’Italia che, a fine piano, rimarrà abissale».

Il presidente di Confindustria Ancona si trova ancora una volta a sottolineare la marginalizzazione delle Marche. «Si parla di velocizzazione della linea adriatica: quindi niente Alta velocità, che continuerà a fermarsi a Bologna per proseguire solo verso Firenze – continua Bocchini -. Considerando il collegamento AV tra Napoli e Bari (per il quale è prevista l’alta velocità e che passerà da un tempo di percorrenza di 3 ore e 35 a 2 ore) presente nei programmi di RFI, le Marche verranno inevitabilmente tagliate fuori da tutti i flussi Nord/Sud che viaggeranno lungo la Bologna/Firenze/Roma/Napoli/Bari».

È previsto però un significativo aumento dei treni merci, si parla di circa 60 convogli aggiuntivi giornalieri lungo la tratta Bologna/Ancona/Pescara/Bari. «Immaginate per il nostro turismo cosa significherà avere un simile volume di traffico commerciale lungo una linea che da Rimini a Bari corre per lo più a ridosso delle nostre spiagge – riflette ancora Bocchini -. Se, correttamente, si decide di dare un forte impulso al traffico merci su ferro, occorre necessariamente prevedere l’arretramento della linea in modo da non pregiudicare ulteriormente il turismo lungo balneare. Per non parlare della Falconara/Orte: grazie anche ai fondi del Pnrr, circa il 50% della tratta verrà potenziata entro il 2026. Si risparmieranno circa 15 minuti per percorrere la tratta tra la capitale ed Ancona e viceversa. Ed il resto della tratta? Nulla è dato sapere, con certezza, sulla Fabriano/Foligno né sulla Spoleto/Terni».

Le amare considerazioni del presidente di Confindustria Ancona si chiudono così: «Ovviamente nemmeno preso in considerazione l’inserimento della tratta tra le direttrici ad Alta Velocità. In sostanza, quella tra Ancona e Roma rimane l’unica direttrice ferroviaria est-ovest in Italia che avrà ancora lunghi tratti mono binario. In sintesi: nel 2031 da Ancona raggiungere Roma sarà ancora un’impresa per pochi audaci, e Ancona rimarrà il capoluogo di regione in Italia con il maggior numero di ore/viaggio necessarie per raggiungere Milano».

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