Ancona-Osimo

Renato Zero ad Ancona, ma è il sosia: «Checco Zalone rimase sbalordito. Chiedono foto e selfie»

Milanese ma sirolese d'azione, si chiama Marco Savino Lattanzio: «Mi tocca sempre dire che non sono il vero Renato Zero». E nella somiglianza c'è cascato anche Checco Zalone

Il sosia di Renato Zero in piazza della Repubblica

ANCONA – «C’è Renato Zero in città», ma è un sosia. Eppure la capigliatura è la stessa, così come gli occhiali, neri e dalle lenti sfumate come quelli di Renato. Lui, in realtà, però, si chiama Marco Savino Lattanzio. È un ex parrucchiere e lavora nelle produzioni teatrali. Da lontano, è esattamente identico al celebre cantautore romano che è uscito da poco con un nuovo album, Autoritratto.

Lattanzio, di Sirolo, confessa di aver sempre giocato sulla somiglianza con Renato Fiacchini, vero nome di Renato Zero. «Però giuro che non so cantare – ride lui –. È mio fratello Luca quello intonato della famiglia». Lattanzio, qualche giorno fa, è stato visto in piazza della Repubblica, in pieno centro, ad Ancona.  

In tanti, tra i passanti, si sono chiesti cosa ci facesse Renato Zero in città, proprio di fronte al teatro delle Muse. Peccato, però, che fosse un sosia. Marco, la somiglianza con il poliedrico cantante laziale l’ha sempre vissuta bene: «Ultimamente sono ancora più somigliante a lui, anche se in realtà – confessa – sin da giovane gli amici, in discoteca, mi dicevano che somigliavo a Renato».

La gente fermava la sua comitiva chiedendo una foto con lui: «Mi tocca sempre dire che non sono il vero Renato Zero – spiega –. Non sarebbe corretto spacciarsi per lui e infatti ogni volta che mi fermano io lo puntualizzo, anche per una questione di copyright». Ma nonostante ciò, il pubblico che lo incontra per strada è convinto che sia lui e insiste per un selfie. A scambiarlo per il vero Renato Zero, anche il comico pugliese Checco Zalone.

«Dopo aver lasciato il mio lavoro di parrucchiere sono davvero ripartito da zero. Avevo molti punti vendita nelle Marche. Li avevo aperti dopo aver vinto un miliardo di lire al gratta e vinci. Ho fatto tanti errori e adesso lavoro nelle produzioni teatrali. Un giorno, a Servigliano (in provincia di Fermo, ndr), dovevo andare a prendere Checco Zalone che si sarebbe dovuto esibire sul palcoscenico».
Appena il comico l’ha visto è rimasto incredulo: «Io ero in auto, sono sceso e Checco continuava a fissarmi. Ha detto ˊRenato Zero che viene a prendere Checco Zalone? Non è che siamo su Scherzi a parte?ˊ. Ci siamo fatti una risata e gli ho spiegato che non ero il vero Renato».

«All’aeroporto di Tirana, ero al check in, pronto per l’imbarco, e da dietro sento urlare ˊRenato, Renato! ˊ. Avevo intuito ce l’avessero con me. Così ho lasciato i bagagli e sono andato incontro a quella signora che stava gridando: ˊMia mamma è una tua grande fan, è pazza di te, ti adoriamo tuttiˊ. ˊSignora, non sono Renato Zero. Io mi chiamo Marcoˊ, continuavo a ripeterle. Ma non c’è stato verso. Ha voluto per forza fare una foto ricordo con me».

«Il cantante – continua Lattanzio – non l’ho mai incontrato, ma mi piacerebbe stringergli la mano. E poi – dice – ora che lavoro nell’ambito dei concerti capiterà sicuramente di beccarci». Il signor Marco, nato a Milano ma sirolese d’adozione, è anche impegnato con la Iad, la Immobiliare a domicilio, e adesso vorrebbe scrivere un libro sulla sua vita: «Che serva a far capire alla gente che a fronte di grosse vincite bisogna rimanere con i piedi per terra. Altrimenti, è un attimo. E ti tocca ripartire da zero».

© riproduzione riservata