Ancona-Osimo

Renaissance è l’ultima composizione di Agnese Sanna: «Un invito alla rinascita»

Il nuovo brano della pianista anconetana è uscito il 15 ottobre e anticipa l'album omonimo. Tra i progetti della compositrice, anche un libro

Agnese Sanna

ANCONA – “Renaissance” è l’ultima composizione della pianista e compositrice anconetana Agnese Sanna. Il brano è uscito il 15 ottobre, mentre tre giorni dopo è stato pubblicato il video che ha già raggiunto quasi 8mila visualizzazioni. Nata ad Ancona nel 1988, Agnese è anche insegnante di musica nelle scuole secondarie di primo grado. È pianista della Jumpin’ Jive Orchestra di Roma, con la quale si è esibita all’Auditorium Parco della Musica di Roma, Rai Radio Uno, Rai Uno e Rai Due (ospite del programma “I fatti vostri”, condotto da Giancarlo Magalli). Ha una sua attività personale di composizioni che ha raccolto in due album The Hero (2019) e Renaissance (2020).

Agnese, quando è nata la tua passione per la musica? 
«È un regalo che ho da sempre addosso, da quando ero nella pancia di mia mamma fino a quando da piccolina, a tre anni, ho visto mio padre suonare. In un attimo mi è sembrato di stare in un mondo magico e ho desiderato da subito rimanerci dentro tutta la vita. Quindi eccomi qui».

Quando hai cominciato a comporre brani tuoi? 
«Nel 2012, quando, partecipando ad un concorso, non mi fecero accedere alla semifinale. Quando andai a riparlare con la giuria, un po’ arrabbiata chiesi perché, le motivazioni. Mi risposero che era bello il mio modo di arrangiare (suonavo e facevo solo cover fino a quel momento), ma che avevo qualcosa da dire, che dovevo esplorarmi di più,  guardare dentro me stessa e tirare fuori qualcosa di mio. Inizialmente perplessa, dopo quel colloquio mi misi ad “ascoltarmi” di più: senza sforzo e con molta naturalezza nacquero le mie prime composizioni».

Come è nata la composizione “Renaissance”?  
«Era aprile di quest’anno, 2020. Pieno lockdown, finita una lezione con la didattica a distanza mi misi al pianoforte. Erano giorni che avevo un giro di accordi in testa, ricorreva incalzante, accompagnava le mie giornate dall’inizio fino alla fine. Mi ha trasmesso da subito l’immagine di qualcuno che si rialza vittorioso: io, tu, ciascuno di noi, dopo aver combattuto una battaglia».

Cosa desideri trasmettere con questo brano? 
«È un messaggio che desidero arrivi a più persone possibili in questo momento, ne abbiamo bisogno assieme alla speranza: è un augurio di rinascita, proprio come è successo a me e continua ad accadermi, segna l’inizio di un nuovo cammino personale in evoluzione. Mentre il mondo in questo momento e da mesi, parla di morte come l’unica possibilità nell’orizzonte delle nostre vite, voglio trasmettere a gran voce che non c’è solo quello nella realtà. Voglio gridare che la vita c’è ed è possibile rifiorire in qualsiasi momento, ovviamente non senza sacrificio, ma dopo aver abbracciato grandi dolori e sofferenze. Il virus prende i polmoni, ma non le anime e i cuori. Quindi teniamoli belli desti e in alto».

Questa composizione anticipa il tuo prossimo album.
«Esatto, Renaissance è anche il titolo del mio nuovo album scritto nel corso della pandemia. E rappresenta veramente una rinascita e una mia maturità nel comporre e arrangiare. È un percorso di 12 brani in cui prendo per mano l’ascoltatore e lo faccio camminare con me in questa strada di evoluzione per arrivare alla fine completamente cambiati rispetto al punto di partenza. Molti di questi brani sono nati dal rapporto con i miei studenti, i miei colleghi e da quanto di (a mio parere) eccezionale vissuto seppur distanti, da uno schermo».

Progetti futuri?
«Ci sono tante cose che bollono in pentola. Intanto ne anticipo una: nel corso della pandemia, oltre al nuovo album, ho scritto anche un libro che uscirà la prossima settimana intitolato “Rinascere nonostante tutto” (Ventura Edizioni), in cui racconto come sono nati i brani del cd e i fatti di questi ultimi mesi che hanno determinato questo rifiorire in me. Anche qui, una sorta di diario personale che è come una chiacchierata fra amici, in semplicità. Gli altri progetti: sorpresa…».

Cosa ne pensi dell’ultimo Dpcm che ha previsto «la sospensione degli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto e sale cinematografiche»?
«Oggettivamente è un fatto molto grave, tanto penalizzante per tutti noi artisti e operatori dello spettacolo. Sono stati tanti gli amici che da subito, da domenica stessa, mi hanno chiamato o scritto messaggi per sapere cosa ne pensassi, visto che il 31 ottobre avrei avuto un concerto con l’orchestra in cui suono, all’Auditorium Parco della Musica a Roma. Sottoscrivo ovviamente ogni parola scritta dal Maestro Muti nella sua lettera. Ma ho detto anche un’altra cosa: possono chiudere i teatri, schiacciarci, ma la creatività, l’originalità, l’estro e il cuore non avranno mai fine. Quindi creiamo, non ci fermiamo a questo stop e andiamo avanti, oltre. Abbiate, abbiamo il coraggio di rinascere. Sempre, continuamente».

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