Ancona-Osimo

Regione in transizione: alle Marche 227 milioni in più di fondi comunitari e statali per le imprese e per il settore agricolo

È quanto ha garantito il governo rispondendo ad una interrogazione parlamentare sulle risorse comunitarie e statali a firma della deputata marchigiana del Movimento 5 Stelle Patrizia Terzoni

La campagna marchigiana

ANCONA – Crescono i fondi strutturali comunitari e statali destinati alle Marche, in quanto regione in transizione, ovvero a rischio declino, per gli indicatori socio-economici critici. Nella bozza di accordo di partenariato relativa alla programmazione comunitaria 2021-2027 sono previsti maggiori finanziamenti per la nostra regione i quali si attesteranno a 1,1 miliardi di euro, con un incremento di 227 milioni per le Marche rispetto alle risorse già previste, la quota di cofinanziamento del governo cresce e passa dal 40 al 60% rispetto ai 7 anni precedenti.

È quanto ha garantito il governo rispondendo ad una interrogazione parlamentare sulle risorse comunitarie e statali a firma della deputata marchigiana del Movimento 5 Stelle Patrizia Terzoni.

Si tratta di risorse destinate alle attività economiche, alle imprese, al settore agricolo e zootecnico, e alla transizione ecologica, spiega Terzoni, «fondi che normalmente le Marche utilizzano poco e che dovremmo imparare ad usare di più». «Maggiori fondi per il finanziamento alle imprese – osserva – che consentiranno di portare più occupazione nei nostri territori e colmare le disuguaglianze tra il nord e il sud della regione».

Mauro Coltorti, presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato

«Le Marche – aggiunge il senatore Mauro Coltorti (M5s), presidente della Commissione Lavoro Pubblici del Senato – potranno contare su 1 miliardo e 102 milioni di euro tra il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e il Fondo sociale europeo (Fse). A queste risorse andranno aggiunte quelle del Programma di sviluppo rurale (Psr) e quelle del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): una quantità notevole di risorse e di opportunità per progettare la ripartenza della regione».

Risorse, osserva il senatore, finalizzate a obiettivi in sintonia con lo sviluppo auspicato dal Pnrr e con la svolta “verde”, ma servono investimenti in innovazione, anche per «affrontare in modo concreto i cambiamenti climatici che minano lo sviluppo ed il benessere. Spero – prosegue – che queste risorse portino a uno sviluppo economico più inclusivo e rivolto ad abbattere le disparità sociali. E’ evidente la necessità di investimenti per avere una regione più verde incentivando la digitalizzazione della PA, la connessione tra la costa e le aree montane e tra i vari settori della montagna. Il Paese, e la regione non fa eccezione, necessita di investimenti per la produzione di energie rinnovabili. Io proporrei agevolazioni per l’installazione di pannelli solari sopra i capannoni industriali, e aprirei un ufficio specifico per la creazione ovunque sia possibile di Comunità Energetiche. Verrebbero così incentivate iniziative che consentirebbero un risparmio notevole per i cittadini e che contribuirebbero all’abbattimento dei consumi di energie fossili».

Oltre a queste risorse, afferma Terzoni «il governo ha ricordato che nel Decreto Legge Infrastrutture, in sede di conversione parlamentare, è stato dato il via libera ad allargare anche ai comuni marchigiani e umbri sotto i 30 mila abitanti i benefici, inizialmente destinati alle sole regioni del sud, per i fondi per la progettazione di opere pubbliche, approvando un mio emendamento e da un mio Ordine del Giorno che sollecitava il Governo a tenere in maggiore considerazione le due regioni a causa delle difficoltà oggettive in cui si trovano».

L’emendamento Terzoni al Decreto Infrastrutture ha fatto da «apripista» e che sarà importante anche per il futuro anche per altri provvedimenti, secondo la parlamentare, incluso il Pnrr.

Secondo Terzoni i nuovi fondi ai comuni «possono essere solo l’inizio. Infatti, in relazione anche ad altri temi, come quello dei benefici fiscali, il Governo, pur evidenziando che l’attuale quadro normativo è specifico per le regioni del Sud, ha ammesso che sarà in futuro sempre più opportuno usare criteri di effettiva deprivazione socio-economica dei territori per perimetrare gli interventi, con un’attenzione dunque particolare anche per Umbria e Marche come abbiamo inteso fare con la misura di ausilio alla progettazione territoriale” ciò significa che con opportune modifiche alcune misure possono comunque essere estese».

La deputata Terzoni durante l’interrogazione parlamentare

Confermato che le regioni in transizione potranno istituire Zes,  Zona Economica Speciale, un iter che «sta già iniziando per unire le Marche con la Zes abruzzese e che potrebbe estendersi anche ai territori Umbri. – afferma Terzoni – . Questa attenzione, secondo il Governo, non potrà essere sempre estesa, come avvenuto per i fondi ai comuni, a tutto il territorio delle due regioni ma dovrà di volta in volta esserci una valutazione appropriata per includere singole aree delle stesse per non andare contro le normative Europee sugli aiuti di Stato». «Un primo risultato concreto – prosegue – che dimostra che è possibile con l’impegno costante mettere le due regioni nel cono di luce dell’attenzione del Governo».

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