Ancona-Osimo

Regionali, pietre contro il Pd. Montesi: «Non ci sono meno sconfitti»

Il coordinatore regionale di Articolo Uno parla di battuta d'arresto lapidaria e richiama i dem alle loro responsabilità, chiedendo una analisi prima individuale e poi di coalizione

Da sinistra Gianluca Busilacchi e Massimo Montesi

ANCONA – È ancora lancio di pietre contro il Pd. Dopo quelle scagliate ieri dal parlamentare marchigiano in quota dem, Mario Morgoni, l’analisi impietosa di Italia dei Valori e l'”asfaltata” della Mancinelli al team Mangialardi&Co, al gruppo degli scontenti si aggiunge anche Articolo Uno, che dopo aver evidentemente lasciato sbollire la rabbia per qualche giorno, alla luce della disfatta del centrosinistra, ora parla di «sconfitta lapidaria».

A rivendicare quel cambiamento, che per la verità il partito aveva chiesto fin dall’inizio, non ascoltato, è il coordinatore regionale di Articolo Uno, Massimo Montesi. Il partito del ministro Roberto Speranza, dopo aver dato vita nelle Marche insieme agli ex 5 Stelle Maggi e Pergolesi, alla lista Marche Coraggiose, chiude subito la bocca al Pd e, in una sorta di “te lo avevo detto” spiega che anche se il partito ha conservato il primato in regione, calando però di 10 punti, «nessuno può considerarsi vincitore», neanche dopo aver mantenuto il governo di Puglia, Toscana e Campania. Articolo Uno aveva fin da principio appoggiato la candidatura di un presidente regionale civico e auspicato una alleanza con il Movimento 5 Stelle, anche se, analizzando i dati usciti dalle urne, bisogna precisare che questi non sarebbero stati sufficienti a Mangialardi per vincere la sfida contro Acquaroli.

«Rispetto alla discontinuità proposta, il voto dei marchigiani è stato chiaro e impietoso, per il cambiamento radicale, sui temi sanità e ricostruzione su tutti – sottolinea senza mezzi termini – . Marche Coraggiose si è fermata all’1,5% e non ha raggiunto gli obiettivi sperati, ma ringraziamo tutte le candidate ed i candidati che si sono spesi con generosità per un progetto politico nato in troppo poco tempo e con una progettualità che non si è riusciti a far conoscere agli elettori. Un ringraziamento particolare va a Maurizio Mangialardi per averci creduto e per essere stato il federatore di una coalizione che ha tentato di recuperare gli errori compiuti negli ultimi anni».

L’obiettivo della civica era anche quello di mettere insieme la sinistra di governo e «recuperare quel pezzo di Movimento Cinque Stelle che non aveva condiviso la scelta della corsa in solitaria, ma le urne ci consegnano purtroppo una inconfutabile verità – prosegue – : l’obiettivo di recuperare l’elettorato ex 5 Stelle non è stato raggiunto, quel pezzo di elettorato non esiste o, se presente, non ha minimamente preso in considerazione la nostra proposta, il risultato elettorale, anche in termini di preferenze personali, ci mostra che l’elettorato grillino non ha scelto il centrosinistra e la nostra lista».

Secondo Montesi serve una analisi «che dovrà essere prima individuale e poi di coalizione, perché le responsabilità di questa sconfitta risiedono ovunque e sarebbe una grande miopia politica non comprendere che non ci sono sconfitti diversi o meno sconfitti, nessuno, tanto meno chi nella scorsa legislatura rappresentava il governo regionale, può permettersi di puntare il dito contro altri. Non servono segnali eclatanti, occorre umiltà per comprendere che senza un cambio radicale continueremo, lentamente, a consegnare alla destra peggiore il Paese».

Insomma per il coordinatore regionale di Articolo Uno, le vittorie in Toscana, Puglia e in Campania, «seppur permettendo di evitare conseguenze immediate sulla tenuta del governo nazionale, non possono però diventare la lente di lettura ottimistica e positiva, del tutto va bene. Sarebbe una lettura distorta e che posticiperebbe solo la ricerca delle soluzioni necessarie».

Montesi rinnova l’impegno del partito per la costruzione di una sinistra larga, rinnovata e ambientalista, attenta alle esigenze dei lavoratori, delle nuove generazioni e in generale alla riduzione delle diseguaglianze. «Ai nostri compagni di strada, al Pd ed alle altre forze interessate e alle singole personalità, diciamo che è necessario aprire un confronto sul rinnovamento della sinistra, nei metodi, nei contenuti e nella prassi concreta dell’azione politica, non solo a livello nazionale ma anche nelle Marche».

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