Ancona-Osimo

Quarant’anni fa la frana di Ancona. Il racconto di quella terribile notte del 1982

Quarant'anni fa la catastrofe che, a distanza di dieci anni dal terremoto del 1972, coinvolse e devastò i quartieri anconetani di Posatora, Borghetto e Torrette

Come si presentava Posatora la mattina del 13 dicembre 1982 (Immagine tratta dal video di Francesco Camprini "Frana di Ancona 13 dicembre 1982")

ANCONA – Sono trascorsi quarant’anni dalla terribile frana che coinvolse i quartieri anconetani di Posatora, Borghetto e Torrette nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 1982. Impossibile dimenticare, per chi c’era e per chi è rimasto vittima, quella notte, del movimento franoso, cui hanno fatto seguito le interminabili difficoltà degli anni successivi, con tante famiglie rimaste senza abitazione e con un quartiere parzialmente disabitato, tra edifici inagibili e altri gravemente lesionati e una vita tutta da ricostruire.

Dieci anni dopo il terremoto del 1972, quella notte Ancona fu nuovamente colpita duramente da una catastrofe naturale: in quella circostanza, quando le abitazioni cominciarono a muoversi, molti pensarono di nuovo al terremoto. La terra non tremava, però le case scricchiolavano, si lesionavano e si spaccavano per effetto della spinta della frana. La gente tornò a rifugiarsi in strada, ma quella notte diluviava, molti cercarono di allontanarsi in auto. Il movimento franoso, dovuto anche alle forti piogge del periodo, riguardò 342 ettari nelle zone di Posatora, Torrette e Borghetto. Danneggiò in modo irreparabile due ospedali, il Geriatrico e l’Oncologico, la casa di riposo Tambroni, un hotel e la facoltà di medicina dell’Università di Ancona, distrusse o lesionò 280 edifici per complessive 865 abitazioni – l’85% per cento risultò poi inagibile, se non già distrutto dalla frana -, divelse il manto stradale lungo la Flaminia sollevandolo di diversi metri, spostò i binari della ferrovia di una decina di metri verso il mare. Un vero cataclisma.

Come si presentava la Flaminia dopo la Palombella la mattina del 13 dicembre 1982
(Immagini tratta dal video di Francesco Camprini “Frana di Ancona 13 dicembre 1982”)

Le operazioni di evacuazione della zona colpita durarono tutta la notte, come ricordano i vigili del fuoco che intervennero per soccorrere gli abitanti dei quartieri colpiti. E poi anche i giorni successivi, con l’aiuto di tanti volontari, per aiutare gli abitanti a salvare il salvabile dalle abitazioni divenute inagibili. Lo scenario che si presentò l’indomani mattina fu davvero apocalittico. In tutto furono 3661 le persone evacuate e oltre mille le famiglie, circa cinquecento persero il lavoro. In quei giorni due palestre delle scuole anconetane – quella del liceo Rinaldini e quella delle elementari Domenico Savio – furono attrezzate per ospitare per la prima emergenza i tantissimi anconetani rimasti senza casa. Per il capoluogo fu un vero dramma. Eppure la città reagì con coraggio e risolutezza, come ricordano le testimonianze e le cronache di allora.

Posatora la mattina del 13 dicembre 1982 dopo il movimento franoso della notte precedente
(Immagine tratta dal video di Francesco Camprini “Frana di Ancona 13 dicembre 1982”)

Marino Chitarroni, caporeparto dei vigili del fuoco, ora in pensione, racconta quella notte: «Furono momenti terribili, verso le 22.30 arrivò la prima chiamata dal Borghetto, perché alcune persone vedevano formarsi delle crepe sul soffitto, andammo lì a verificare e quando ci accorgemmo che anche il marciapiede si stava muovendo demmo l’allarme. Fu subito bloccato il transito dei treni e nel giro di qualche ora successe tutto, ricordo che erano chiuse via del Fornetto e via Esino, mentre da via Ascoli Piceno si arrivava solo fino a Posatora. In quella notte noi vigili del fuoco dovemmo intervenire anche per illuminare i colleghi impegnati nell’emergenza e nell’evacuazione delle persone, perché cadevano i pali dell’illuminazione e andava via la luce. Ricordo che quella notte portammo fuori a spalla degli anziani dalle case del Borghetto, camminando lungo la ferrovia perché la strada con i mezzi non era più percorribile. Gli interventi sono proseguiti nei giorni successivi, quando siamo intervenuti per demolire le parti pericolanti delle abitazioni vicino alle strade, parti di edifici, cornicioni, terrazzi, perché era pericoloso e dovevamo rendere la viabilità sicura per permettere alle tante persone rimaste senza casa di recuperare cose, indumenti, mobili. Ricordi tristi e indelebili».

Nei giorni scorsi la giunta comunale ha approvato due delibere relative ad ulteriori interventi nell’area della frana e che riguardano l’aggiornamento-potenziamento del sistema di monitoraggio e la manutenzione straordinaria dei pozzi drenanti, bonifica idraulica, drenaggi profondi delle uscite a mare. Gli interventi avranno un costo ciascuno di circa 200mila euro e sono finanziati dal Ministero dell’Interno. Per ricordare l’evento e riflettere sui cambiamenti che ha prodotto nella città, per il quarantennale sono stati previsti alcuni appuntamenti: oggi, 12 dicembre, alle 17.30 l’inaugurazione di una mostra fotografica al Circolo Belvedere, a Posatora, visitabile da oggi a mercoledì dalle 17.30 alle 19.00; alle 18.00 sempre al Circolo Belvedere la presentazione del libro «Ieri e Oggi, la grande frana di Ancona», con la proiezione di un video inedito dal titolo «La notte della frana». Giovedì 15 replica della presentazione del libro e del video inedito, ma alla Casa del Popolo della Palombella di Ancona. Venerdì 16 alle 21 al Circolo L’Incontro di Torrette il concerto di Peppe Consolmagno. Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito.

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