Ancona-Osimo

Prostituzione e scambismo, le Marche proibite

Fenomeni tornati di grande attualità, visto anche il dibattito sull'opportunità o meno di riaprire le "case chiuse". Il punto con Carlo Pinto, capo della Squadra Mobile di Ancona, e la sessuologa Marianna Agostinelli

ANCONA – Traccia una fotografia della prostituzione nella provincia di Ancona, Carlo Pinto, capo della Squadra Mobile di Ancona. Un’attività, quella della prostituzione, che si sviluppa prevalentemente lungo il litorale, zona soggetta a un maggior transito e quindi ad una più alta richiesta. Un fenomeno nato in strada, ma che si è spostato negli ultimi anni nelle abitazioni private. Le squillo in strada si concentravano principalmente nelle zone dal Cesano a Falconara.

«Una trentina di anni fa – precisa Pinto – erano presenti anche in alcune vie del centro di Ancona, specie nelle zone di via Giordano Bruno, Archi e Piazza D’Armi. Allora erano esclusivamente le italiane a prostituirsi. Solo in seguito sono arrivate le straniere, soprattutto rumene e nigeriane, che hanno preso i territori a nord, quelli che dall’Api si internavano verso l’aeroporto, perché meno controllati dalle forze dell’ordine. Il tratto che andava dalla Rocca fino alla Marinella, era invece occupato dai travestiti. Nella zona della Caserma Saracini si potevano trovare le nigeriane, mentre dopo Marinella c’erano in prevalenza rumene, albanesi e alcune sudamericane».

Poi qualche anno fa c’è stata la svolta: la prostituzione si è spostata dalla strada alle abitazioni. «La strada non era più considerata sicura – sottolinea il capo della Squadra Mobile di Ancona – e a causa dei maggiori controlli sul territorio, diminuirono i clienti, timorosi di essere individuati dalle forze dell’ordine. Allora hanno iniziato a prostituirsi in casa».

Una vera e propria trasmigrazione, facilitata dalle inserzioni sui giornali e online. «Il primo contatto non avviene più in strada – spiega Pinto – ma attraverso gli annunci. Il canale online è molto utilizzato, specie le ricerche su Google o sui siti per incontri. Negli annunci non si parla mai palesemente di sesso, la cosa viene mascherata come offerta di massaggi o di compagnia. Le chat di Whattsapp e Messenger sono le più utilizzate per il contatto».

Carlo Pinto, Capo della Squadra Mobile di Ancona

Una clientela varia quella delle squillo, che conta anche personaggi d’élite, contesi da cubane, brasiliane e venezuelane. «Una concorrenza – spiega Pinto – che ha portato negli anni ad un calo del prezzo, che oggi oscilla dai 30 ai 60 euro circa per una prestazione “tradizionale”. In ogni caso l’importo viene tarato sulla base del cliente che la prostituta si trova di fronte: se vede una persona sporca o di cui non si fida tenderà a chiedere un prezzo maggiore per scoraggiarlo». Poche le escort sul territorio, tutte concentrate nelle zone a sud di San Benedetto del Tronto.

Oggi la prostituzione si svolge essenzialmente nelle abitazioni prese in affitto dove più ragazze convivono tra loro per ottimizzare le spese, come spiega Carlo Pinto. Donne che al di fuori dell’attività che svolgono sono persone comuni.

Un fenomeno, quello della prostituzione, che è stato molto ridimensionato negli ultimi anni, dall’intensa attività della Squadra Mobile di Ancona, che tra il 2016 e il  2017 ha portato al sequestro di 6 appartamenti nelle zone tra Senigallia, Montemarciano e Falconara, e alla denuncia di sette persone per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, nel quartiere Grazie di Ancona. Tra le persone denunciate anche una donna che è risultata svolgere le funzioni di “capobranco”. Numerosi i controlli effettuati su donne nigeriane, in seguito ad un incremento di prostitute di questa nazionalità, che ha portato all’avvio di una complessa indagine sulla tratta di giovani donne nigeriane destinate alla prostituzione, dalla Libia verso l’Italia e verso altri Paesi Europei.

«I viados sono in prevalenza sudamericani – precisa Pinto – e il mercato è principalmente omosessuale. Il cliente tipo delle prostitute e dei transessuali spazia dall’operaio, al libero professionista, fino ad arrivare all’avvocato e al politico. Per la maggior parte sposati, vanno a prostitute nelle ore buche nella pausa pranzo dal lavoro».

IL PARERE DELLA SESSUOLOGA

La sessuologa Marianna Agostinelli
La sessuologa Marianna Agostinelli

Diverse sono le motivazioni che spingono gli uomini ad andare con le prostitute. «Chi fruisce di questa modalità, lo fa perché vuole una soddisfazione veloce e pone l’obiettivo al raggiungimento di un piacere egoistico – spiega la dottoressa Marianna Agostinelli, psicologa e sessuologa clinica – spesso sono uomini sposati, i più assidui frequentatori di prostitute. Questo perché da un lato cercano conferme esterne di efficienza sessuale e dall’altro vivono la loro relazione con la percezione che la propria donna e madre dei propri figli non possa essere allo stesso tempo una donna capace di accogliere le fantasie maschili. lnoltre il desiderio nella coppia subisce inevitabilmente una serie di cambiamenti: la vita coniugale e l’arrivo dei figli possono portare l’uomo a scaricare la frustrazione sessuale ricercando altre vie. Nel caso dei transessuali, invece l’uomo che li sceglie non è detto che sia un omosessuale latente. Il trans rappresenta a livello simbolico l’idea della completezza, specialmente quello non operato, che è un uomo ma ha anche sembianze femminili. Inoltre il trans è un profondo conoscitore del piacere maschile, proprio perché è un uomo», quindi conosce benissimo le vie del piacere.

Le trasgressioni però non si fermano alla prostituzione. Numerosi sono i casi di sex addiction, ossia di dipendenze sessuali in particolare dal porno. «Al giorno d’oggi è semplicissimo reperire materiale pornografico – precisa la sessuologa – il porno è alla portata di tutti. Basta pensare a quanto materiale è possibile reperire molto facilmente online, dove non ci sono neanche filtri efficaci per impedire la navigazione su questi siti. Oggi alcune coppie si separano proprio perché uno dei due, solitamente l’uomo, soffre di questa dipendenza. Non è semplice controllare questa pulsione di ricerca del piacere e qualora se ne sentisse il peso si dovrebbe arrivare alla consapevolezza di parlarne con un professionista».

Ma uno dei fenomeni più diffusi è lo scambismo.  «Lo scambismo è una realtà nelle Marche, né più né meno che nelle altre regioni – sottolinea la Agostinelli – è praticato soprattutto da persone sposate o comunque da coppie solide, che conoscono bene i bisogni dell’altro ed hanno una conoscenza approfondita del loro corpo tanto da voler vivere questa esperienza come una variabile all’interno della loro relazione. Inizialmente la coppia decide di allargare a persone esterne, solitamente conoscenti, ma se poi prende campo può orientarsi anche al di fuori».

L’incontro avviene nel corso di serate organizzate ad hoc, dei veri e propri festini, dove si prende appuntamento scambiandosi dei messaggi in chat. I partecipanti per comunicare tra loro, utilizzano dei veri e propri messaggi criptati, che si avvalgono di un codice noto solo alle persone coinvolte nella situazione. «In alcuni casi si tratta di serate a tema, dove ad esempio indossare un certo capo o un accessorio costituisce una sorta di password per accedere al festino. I gruppi non sono mai numerosissimi, al massimo 6 coppie, difficilmente sono di più. Ville private, in zone decentrate sono le location d’elezione».

Molto diffuso anche il sexting, ovvero la messaggistica hot, dove c’è anche uno scambio di video. «Caratteristico tra gli amanti o nelle coppie che si stanno conoscendo e sono agli inizi della frequentazione –  spiega la sessuologa – costituisce una modalità comunicativa rapida e che accorcia le distanze. Il suo scopo è eccitare e provocare il partner, in special modo l’uomo la cui eccitazione è soprattutto visiva».

Tra le altre attività sessuali che si possono riscontrare, anche se diffuso in maniera minore, c’è il Bdsm, ovvero l’insieme di pratiche basate su giochi di dominazione-sottomissione tra le quali Bondage, Dominazione, Sadomaso e Masochismo. «In questo tipo di trasgressioni viene stipulato un vero e proprio contratto scritto tra il master (dominatore) e il passivo (sub) – conclude la Dott.ssa Agostinelli –  con la presenza di regole scritte che hanno lo scopo di evitare che un gioco piacevole si trasformi in qualcosa di sgradevole per uno dei due partecipanti. Viene così creata una parola di rottura da utilizzare per fermare il gioco nel momento in cui smettesse di essere piacevole per un partner.

In ogni caso, è bene sottolineare che queste pratiche vengono attuate per sperimentare i limiti del proprio corpo all’interno di una coppia, ma se la situazione crea disagio ad uno dei partner è sempre bene parlarne con il partner e rifiutarsi».

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