Ancona-Osimo

Proroga stato di emergenza e Green pass, ecco le ipotesi in ballo

Il governo sta lavorando all'ipotesi di estendere il Green pass e lo stato d'emergenza anche per il 2022. Anche il sistema di classificazione del rischio a "colori" potrebbe restare valido ancora per un po'

Immagine di repertorio

ANCONA – Lo stato di emergenza la cui scadenza è stata fissata al 31 dicembre 2021 potrebbe essere prorogato anche per il 2022. È l’ipotesi a cui sta lavorando il governo con la curva dei contagi Covid in risalita nelle ultime due settimane.

Una proroga che a quanto pare potrebbe riguardare anche il Green pass, introdotto prima in tutti i luoghi della socializzazione, della cultura e dello spettacolo, come ristoranti, cinema, discoteche e teatri, e successivamente esteso a scuole, università, oltre che al mondo del lavoro.

Se per lo stato di emergenza la proroga potrebbe arrivare fino alla primavera del 2022, la certificazione verde potrebbe invece estendersi per tutto il 2022 o almeno fino all’estate. Ma andiamo per ordine.

Lo stato di emergenza: perché è stato introdotto, quanto può durare e a che serve

Lo Stato di emergenza era stato introdotto il 31 gennaio 2020 dall’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che lo aveva poi prorogato, così come ha fatto anche il governo Draghi, facendone slittare la scadenza ad aprile e a luglio 2021. Una nuova proroga richiederebbe tuttavia un passaggio parlamentare dopo quasi due anni dalla sua introduzione.

Lo stato di emergenza è una misura straordinaria deliberata dal Consiglio dei ministri (Cdm) su proposta del premier, d’intesa con i governatori e i presidenti delle province autonome interessate. Si tratta di un provvedimento riservato  ad eventi di natura eccezionale come le calamità (terremoti, alluvioni) la cui durata non può superare i 12 mesi ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi, per cui la nuova proroga dello stato di emergenza potrebbe arrivare solo fino al 31 gennaio 2022.

Con lo Stato di emergenza al governo e alla Protezione civile viene attribuito il “potere” di emanare misure straordinarie, fra le quali anche i Dpcm (decreti del presidente del consiglio dei ministri) che non richiedono l’approvazione parlamentare, inoltre consente di snellire le procedure di approvazione di leggi e decreti.

In questo periodo, sono state varate le zone rosse, disposte misure sanitarie come l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto e l’obbligo di rispettare il distanziamento sociale, è stato disposto il ricorso alla didattica a distanza e la quarantena per le classi.

Con lo stato di emergenza è stato disposto anche il ricorso allo smart working per le aziende. Le Regioni possono firmare ordinanze, come la chiusura delle scuole, e con il governo è attiva una cabina di regia alla quale partecipano tutti i governatori.

La proroga dello stato di emergenza mantiene in funzione il commissario straordinario per l’emergenza Covid e il comitato tecnico scientifico, istituiti per fronteggiare la pandemia.

Il Green pass

L’obbligo di certificazione verde potrebbe essere esteso fino all’estate del prossimo anno o anche oltre. L’obiettivo del governo è infatti quello di spingere sempre più persone a vaccinarsi, andando ad intaccare lo zoccolo d’uro, quel 15% ed oltre di italiani che non si è ancora sottoposto alla vaccinazione contro il Covid nonostante l’obbligo esteso al  mondo del lavoro e della scuola.

Con l’introduzione della certificazione verde nel mondo del lavoro, dal 15 ottobre, a livello nazionale così come nelle Marche, sono aumentati i certificati di malattia dei dipendenti pubblici e privati, ma le associazioni e l’ordine dei medici sono intervenuti spiegando che non sarebbero correlati a false certificazioni.

In ogni caso l’Inps ha intensificato i controlli e secondo alcuni ministri la proroga del Green pass potrebbe essere utile per raggiungere una soglia più alta di copertura vaccinale. Insomma, l’obiettivo è quello di mantenere la certificazione finché il virus continuerà a circolare dando origine a nuovi contagi.

Le Regioni a “colori”

Tra le proroghe in ballo c’è anche quella del sistema di classificazione di rischio per le Regioni basato sui colori: dal bianco per il più basso livello di rischio, al giallo, arancione e rosso, il più elevato che fa scattare tutta una serie di restrizioni.

Il sistema si basa sull’incidenza dei contagi in funzione del numero di abitanti, e sulla percentuale di posti letto occupati negli ospedali, in terapia intensiva e in area medica. In questa fase tutto il Paese è in zona bianca, e questo consente alle attività di restare aperte, discoteche incluse.

L’ipotesi è quella di far rimanere in vigore questo tipo di classificazione, con le relative restrizioni, almeno per tutto il periodo delle festività natalizie e per quelle occasioni che prevedono nel corso dell’inverno incontri tra persone, come l’Epifania, il Carnevale.

L’opinione dei sindacati

Matteo Pintucci, segretario regionale Fp Cgil
Matteo Pintucci, segretario regionale Fp Cgil

«Era prevedibile una proroga dello stato di emergenza» dichiara il segretario regionale di Fp Cgil Marche, Matteo Pintucci.

Secondo il sindacalista relativamente alle limitazioni legate al Green pass tuttavia «rimangono molti dubbi applicativi: a nostro avviso occorre procedere con un provvedimento legislativo che agisca la riserva di legge prevista in materia dall’articolo 32 della Costituzione».

Luca Talevi, segretario regionale Fp Cisl

«Parlare di proroga dello Stato emergenza e del Green pass in questa fase è prematuro – afferma il segretario regionale Fp Cisl Luca Talevi -, sarebbe più opportuno affrontare questi temi da metà dicembre in poi, basando ogni decisione sui dati dei prossimi due mesi: bisognerà vedere se da qui a fine anno il Covid rialzerà la testa o meno. Il rischio c’è, ma i dati per ora descrivono una situazione sotto controllo e non si può mettere il carro davanti ai buoi».

Secondo il sindacalista la proroga della durata del Green pass rischia di essere «inutile dato che dopo sei, massimo nove mesi, dalla seconda dose non vi sono più gli anticorpi. Anche in questo caso una riflessione sul tema andrebbe fatta tra qualche settimana in coincidenza con l’eventuale sviluppo della terza dose. Il nostro obiettivo adesso deve essere quello di uscire il prima possibile dall’emergenza, non si può dare per scontato un aggravamento della situazione, prima di prendere decisioni vediamo che succede».

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