Ancona-Osimo

Processo Banca Marche, focus sulle fasi precedenti il crack

In Tribunale ad Ancona nuova udienza del processo per il crack di Banca Marche. Ad essere sentito questa volta è stato l'avvocato Bruno Inzitari, oggi consulente del ministro di Giustizia Marta Cartabia per la riforma del codice della crisi di impresa

Tribunale Ancona
Tribunale di Ancona

ANCONA – Nuova udienza in Tribunale ad Ancona nella giornata di ieri nell’ambito del processo per il crack di Banca Marche dopo la pausa estiva. Ad essere sentito questa volta è stato l’avvocato Bruno Inzitari, oggi consulente del ministro di Giustizia Marta Cartabia per la riforma del codice della crisi di impresa.

Inzitari dal maggio 2014 aveva ricoperto il ruolo di commissario straordinario dell’istituto di credito marchigiano, per poi essere  nominato liquidatore della banca, mentre precedentemente era stato commissario di CariFerrara, l’istituto che come Banca Marche è stato prima commissariato e poi risoluto con il decreto salva banche nel novembre 2015.

Il teste è stato interrogato dal legale di Unione Nazionale Consumatori Corrado Canafoglia, che segue oltre 3.000 risparmiatori azzerati dopo il crack dell’istituto di credito. All’avvocato Canafoglia, Inzitari avrebbe riferito che «i commissari erano meri esecutori delle direttive di Banca d’Italia – spiega il legale – durante il commissariamento di Banca Marche e che ogni decisione importante veniva adottata su input o comunque sempre con il placet dell’Istituto di via Nazionale».

Inoltre avrebbe ricordato che Bankitalia aveva erogato un prestito di 4 miliardi e 200 milioni a Banca Marche sostituendosi nella posizione di creditore verso Bce, una operazione che si è poi conclusa con l’ingresso di Fonspa spa, istituto specializzato nell’acquisto di crediti deteriorati, che a sua volta è subentrata a Bankitalia quale creditore di Banca Marche «senza però versare alcuna somma», riferisce il legale Canafoglia.

Inzitari, nel ripercorrere le tappe salienti che hanno portato Banca Marche prima al commissariamento e poi al crack, avrebbe riferito che l’istituto di credito marchigiano all’inizio del commissariamento a settembre 2013 non versava in stato in d’insolvenza, che avrebbe maturato solo con la liquidazione coatta amministrativa disposta dal governo.

L’udienza è stata rinviata al 20 settembre, quando sarà ascoltato l’ex vice governatore di Banca d’Italia Barbagallo al tempo del crack Banca Marche, oggi direttore dell’Asif autorità che presiede alle finanze del Vaticano.

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