Ancona-Osimo

Premio Adriatico Mediterraneo a Roberto Maccaroni, infermiere a Torrette: «Abbiamo paura, la pandemia non è finita»

Quest'anno il riconoscimento sarà consegnato al personale sanitario dell’Ospedale Regionale di Ancona, per il suo straordinario impegno nel corso dell’emergenza Covid-19

Immagine di repertorio

ANCONA – Il Premio Adriatico Mediterraneo 2020 sarà consegnato il 26 agosto a Roberto Maccaroni, in rappresentanza di tutto il personale sanitario dell’Ospedale Regionale di Torrette, per il suo straordinario impegno nel corso dell’emergenza Covid-19. Roberto Maccaroni, infermiere, da venti anni lavora all’ospedale di Torrette e ha partecipato con Emergency a missioni in Sierra Leone, Libia, Repubblica Centrafricana e Afghanistan. Collabora con la Ong per diffondere una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani attraverso incontri nelle scuole e conferenze.

Roberto Maccaroni
Roberto Maccaroni

Roberto Maccaroni, cosa significa per te ritirare questo premio?
«Il premio è per tutto il personale sanitario e mi fa piacere che venga riconosciuto il nostro impegno che rientra comunque nell’ambito del nostro lavoro. È positivo il fatto che la società civile abbia pensato a noi, mentre dispiace che questo riconoscimento non ci sia stato ancora in maniera tangibile da parte delle istituzioni sanitarie. Siamo ancora in fiduciosa attesa di una serie di riconoscimenti professionali da parte delle istituzioni che erano stati annunciati, a partire da quello economico».

Qual è il sentimento più diffuso tra chi lavora nel tuo ospedale?
«La pandemia non è finita e abbiamo paura perché il virus non se ne è mai andato. Ricordo che tutto è iniziato a marzo con poche unità di contagiati e i casi sono esplosi in una notte. Non c’è stata una gradualità. Siamo passati da cinque casi al giorno, a 30-40 casi. Vedere ora l’arrivo di nuovi casi al pronto soccorso fa paura, perché temiamo di rivivere le scene di marzo e aprile. Non vogliamo tornare alla fase acuta dell’emergenza».

Hai partecipato con Emergency a diverse missioni e hai vissuto diverse emergenze. Come è stato affrontare quella del Covid?  
«Ho affrontato molte maxi emergenze con Emergency in Africa e Afghanistan, ma sempre limitate ad un certo numero di ore o di giorni. Il Covid ha causato uno stress emotivo, lavorativo e morale che è durato mesi e sembrava non finire mai. Abbiamo visto una marea di pazienti arrivare, con le strutture che hanno dovuto riorganizzarsi e cercare soluzioni efficaci. La situazione adesso è cambiata, ma non è finita».

Qual è la situazione attuale al pronto soccorso?
«Al pronto soccorso l’emergenza non se ne è mai andata. Se a maggio e giugno abbiamo visto un po’ in tutta Italia i balli degli operatori che chiudevano i reparti Covid, è sempre rimasto un reparto che tutt’oggi mantiene un’area Covid, dove gli operatori continuano ad indossare camicioni e visiere. Si tratta del pronto soccorso, l’unico reparto degli ospedali che non ha mai potuto chiudere l’area Covid, seppure sia stata ridotta per il calo dei casi. Il pronto soccorso è l’unico reparto dove chi accede, non arriva con una diagnosi e, non essendo stata dichiarata la fine della pandemia, chi ha febbre e difficoltà respiratorie deve essere considerato come un possibile portatore di Covid e viene quindi trattato come abbiamo sempre fatto da marzo fino ad oggi. Noi continuano a ricevere casi Covid e l’unico posto che non ha chiuso la covideria è il pronto soccorso. I nuovi casi di questi ultimi giorni ci allarmano, soprattutto in previsione dell’arrivo dell’autunno e dell’abbassamento delle temperature».

L'ospedale regionale di Torrette
L’ospedale regionale di Torrette, ad Ancona

Hai intenzione di partecipare ad altre missioni con Emergency?
«Io spero sempre di tornare nei luoghi delle missioni, tant’è che ho scritto un libro che si chiama Prometto che ritorno. Durante l’emergenza Covid mi è stato proposto di lavorare con Emergency nell’ospedale Covid di Bergamo, ma non me la sono sentita di lasciare l’ospedale di Torrette che era esso stesso in emergenza. Quando questa pandemia sarà finita, ripartirò con Emergency».

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