Ancona-Osimo

Precario, stagionale e poco qualificato. Ecco il lavoro nelle Marche

«Aumenta nella nostra regione il lavoro dequalificato, cioè avviene il contrario di quello di cui abbiamo bisogno», dice Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche a commento dei dati Inps nei primi due mesi dell'anno. La confederazione dà appuntamento a Roma, il 6 maggio, per la "Carta dei diritti Universali del Lavoro"

ANCONA- Nei primi due mesi del 2017 le assunzioni a tempo indeterminato sono 3.494, inferiori rispetto a quelle effettuate nel 2016 (-903 pari a -20,5%) e, soprattutto, rispetto a quelle del 2015 (-2.787 pari a -44,4%). I contratti stabili rappresentano il 13,9% degli avviamenti: una quota praticamente dimezzata rispetto al 2015 (26,1%). A scattare la fotografia nel biennio l’Ires Cgil Marche su dati Inps. «Aumenta nella nostra regione il lavoro dequalificato, cioè avviene il contrario di quello di cui avremmo bisogno – Dichiara Giuseppe Santarelli, Segretario regionale e responsabile del mercato del lavoro -. Aumento delle competenze e valorizzazione del lavoro, massicci investimenti nella formazione del capitale umano: solo questo potrà qualificare le nostre imprese e renderle competitive. Solo questa ricetta può salvarci dal baratro».

Secondo il rapporto diminuiscono anche le cessazioni di contratti di lavoro stabili ma, in misura notevolmente inferiore alle assunzioni, tanto che il saldo tra assunzioni e cessazioni da rapporti di lavoro a tempo indeterminato è negativo per 1.902 unità mentre due anni fa il saldo era positivo.

Torna a crescere il lavoro precario con 19.691 avviamenti a tempo determinato (+21,0% rispetto al 2015) che rappresentano il 78,5% delle assunzioni complessive (67,5% nel 2015). In crescita anche i contratti di apprendistato con 1.363 assunzioni (+267 rispetto al 2015, pari a +24,4%) e il lavoro stagionale con 530 assunzioni (+69, pari a +15,0%); sia l’apprendistato sia il lavoro stagionale, però, rappresentano rispettivamente solo il 5,4% e il 2,1% del totale dei contratti.

Si tratta complessivamente di tendenze che si osservano anche a livello nazionale, dove si assiste a un notevole aumento dei licenziamenti disciplinari, dopo la cancellazione del diritto dei lavoratori ad essere reintegrati in caso di licenziamento illegittimo, per i lavoratori assunti da marzo 2015. Nei solo primi due mesi del 2017 i licenziamenti di lavoratori assunti a tempo indeterminato sono aumentati, rispetto al 2016 del 15% e rispetto al 2014 del 37%. «Questi dati evidenziano e confermano una cosa molto semplice: il totale fallimento del Jobs Act”  – dice la Segretaria Generale della Cgil Marche Daniela Barbaresi -. Per queste ragioni è urgente cambiare il quadro dei diritti e delle tutele del lavoro e per questo chiediamo al Parlamento di discutere al più presto e approvare la Carta dei Diritti Universali del lavoro, la proposta di legge di iniziativa popolare per la quale la Cgil ha raccolto un milione e duecento mila firme».

A sostegno di questa proposta, Cgil dà a tutti appuntamento al 6 maggio a Roma per una grande manifestazione nazionale e partiranno pullman da tutte le province marchigiane. Dunque la sfida per i diritti continua per garantire a tutti un lavoro dignitoso e di qualità.

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