Ancona-Osimo

Povertà e bassa istruzione, numeri in chiaroscuro per le Marche

Il quadro regionale non è fra i peggiori in Italia, ma vi sono zone, soprattutto nell’entroterra, in cui la scolarizzazione è ancora limitata. Il punto con l’assessore Giorgia Latini

Foto di StockSnap da Pixabay

JESI – Povertà, disuguaglianze sociali e disparità di accesso all’istruzione sono ancora fortemente legate. E la pandemia ha purtroppo acuito le disparità. Anche nelle Marche, con riferimento soprattutto all’entroterra, già penalizzato dal sisma e da collegamenti non sempre ottimali. Ad eccezione, però, delle aree in cui è forte l’influenza universitaria (Macerata, Camerino, Urbino). «Nascere in una famiglia con meno risorse, sia economiche che culturali – evidenzia Openpolis, che ha elaborato dati Istat -, significa spesso non avere a disposizione le stesse opportunità educative e sociali degli altri ragazzi».

La crisi economica seguita all’emergenza Covid ha avuto gli effetti più negativi proprio sulla parte di popolazione meno istruita. Lo studio dimostra, a tale proposito, che se la persona di riferimento è meno istruita, la famiglia è più spesso in povertà. «Istruzione e livelli occupazionali migliori – sottolinea l’Istat – proteggono le famiglie dalla povertà. La diffusione della povertà diminuisce al crescere del titolo di studio».

I Comuni più scolarizzati, in cui i residenti hanno almeno un diploma o la laurea, sono – in termini percentuali – Camerino, Ascoli Piceno, Numana, Ancona, Sirolo, Urbino, Macerata, San Benedetto del Tronto, Fano, Porto San Giorgio. Sono le aree interne, come detto, a soffrire di più. Vi sono Comuni in cui la maggioranza della popolazione ha solo la licenza media, fra questi Monte Cavallo, Torre San Patrizio, Monte Rinaldo, Massa Fermana, Monte Urano, Montegranaro, Belmonte Piceno, Monte San Giusto, Francavilla D’Ete, Palmiano, Borgo Pace, Sefro.

Giorgia Latini
Giorgia Latini, assessore regionale alle Pari Opportunità

«Il rapporto tra bassa istruzione e livelli di povertà non è nuovo – spiega l’assessore regionale all’istruzione, Giorgia Latini -. Eppure la pandemia ha aggravato l’influenza della scarsa scolarizzazione sul tenore economico delle famiglie. Questo si lega naturalmente a minori possibilità materiali dei nuclei familiari di dare continuità al percorso di studi dei propri figli, ma comprende certamente anche una minore predisposizione a recepire il ruolo che lo studio può avere per l’ascensore sociale. Stante la situazione generale, che va corretta con misure che favoriscano l’accesso agli studi superiori e universitari, restano differenze territoriali che collocano le Marche tra le regioni con un quadro migliore. Ciò non significa non migliorabile, ma nella media di chi si trova nella fascia più alta per numero di diplomati e laureati».

A detta dell’esponente dell’Esecutivo Acquaroli, sono due le questioni da porre, alla luce dei numeri: «La prima, su cui la Giunta della Regione Marche si è già attivata, è l’agevolazione dell’accesso ai servizi – riferisce l’assessore Latini -. È un esempio a tal proposito l’innalzamento delle soglie ISEE per l’accesso alla borse di studio universitarie. La seconda questione da porre, e anche qui la nostra attività è confermata dalle scelte politiche fatte, è il superamento della fase pandemica. Occorre garantire il rientro in aula dei ragazzi. E su questo cito a titolo di esempio gli investimenti fatti dalla Giunta per l’acquisto dei sanificatori dell’aria. Come hanno già rilevato i dati delle prove Invalsi la pandemia ha causato un peggioramento dei livelli di apprendimento. Questo rischia di favorire l’abbandono scolastico e di provocare un effetto domino anche sulla situazione economica delle famiglie. È sempre più chiaro – e i dati Istat elaborati da Openpolis sono una cartina tornasole – come ci sia un legame a doppio filo non solo tra benessere economico delle famiglie e istruzione, ma anche tra quest’ultima e sviluppo di un territorio. Come la nostra tradizione ci insegna dobbiamo partire da una buona aratura e da una buona semina per ottenere buoni frutti. La scuola e l’istruzione, accompagnate da una buona formazione, sono il nostro terreno lavorato e il nostro seme per il futuro raccolto».

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