Ancona-Osimo

Porto: definito l’utilizzo delle banchine, asset strategico dei traffici commerciali

Più di 40 mila metri quadrati a disposizione degli operatori portuali, per creare lavoro e occupazione, con un traffico di 1,5 milioni di tonnellate di merci annue per Marche, Romagna, Umbria e Abruzzo. La riunione del Comitato di gestione è stata anche occasione per salutare l'ammiraglio Francesco Saverio Ferrara

Veduta dall'alto del Porto di Ancona
Veduta dall'alto del Porto di Ancona

ANCONA – Più di 40 mila metri quadrati di superficie a disposizione degli operatori portuali per creare lavoro e occupazione, con un traffico di 1,5 milioni di tonnellate di merci annue per Marche, Romagna, Umbria e Abruzzo. Il Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale ha approvato l’atto di indirizzo sul utilizzo delle banchine che sarà valido fino al 31 dicembre 2021. Dunque, viene disegnato l’assetto delle banchine commerciali del porto di Ancona, fronte strategico di tutti i traffici di merci che si svolgono nello scalo.

«Con l’approvazione dell’atto di indirizzo da parte del Comitato di gestione, l’Autorità di sistema avvia l’iter procedurale per assicurare la tempestiva definizione degli assetti delle banchine, passaggio fondamentale per consentire agli operatori portuali una programmazione economico-produttiva che permetta loro di definire organizzazione e risorse, con il rilascio di concessioni di una durata adeguata che possa consentire l’ammortamento degli investimenti aziendali- afferma Rodolfo Giampieri, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Centrale-. Il tutto per favorire le migliori condizioni possibili per creare lavoro e occupazione a vantaggio della comunità».

Le banchine commerciali 22, 23, 25 e 26 rappresentano gli accosti operativi della nuova darsena su cui vengono effettuate le movimentazioni dei traffici container, delle merci varie e delle rinfuse.su cui vengono effettuate le movimentazioni dei traffici container, delle merci varie e delle rinfuse. Un volume totale di 1,5 milioni di tonnellate annuo di merci che hanno come origine e destinazione il territorio che comprende Marche, Romagna, Umbria e Abruzzo. Le banchine 23 e 25 andranno in concessione fino al 31 dicembre 2021. L’atto approvato dal Comitato di gestione stabilisce che nessun soggetto potrà ottenere contemporaneamente la concessione dei terminal 23 e 25, nemmeno attraverso società controllate.

Le banchine 22 e 26 saranno, invece, lasciate pubbliche ossia potranno essere utilizzate dagli operatori portuali che non hanno concessioni per la movimentazione di tutte le tipologie merceologiche su autorizzazione dell’Autorità di sistema, in modo da consentire la necessaria flessibilità d’uso legata alle caratteristiche polifunzionali del porto. Sulla banchina 22, si stanno realizzando dei lavori di consolidamento e ristrutturazione che saranno completati entro il prossimo autunno quando sarà collaudata e potrà essere utilizzata. La 26 continuerà ad essere usata per le navi portacontainer. Entro l’anno sarà anche definito l’avvio dei lavori per la realizzazione della nuova banchina 27, con un intervento di una durata di circa cinque anni, alla fine del contenzioso fra le imprese che avevano partecipato al bando di gara.

Da sin. Antonio Pignataro, Capo del Gruppo Ormeggiatori; contrammiraglio Francesco Saverio Ferrara, direttore marittimo delle Marche; Rodolfo Giampieri, presidente dell’Autorità di sistema portuale

La riunione del Comitato di gestione è stata anche occasione per salutare il direttore marittimo delle Marche e comandante del porto di Ancona, ammiraglio Francesco Saverio Ferrara, che, dopo quattro anni, lascia Ancona per un altro incarico. «È stato per me un onore far parte per quattro anni del Comitato portuale dell’Autorità portuale prima e del Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale dopo nei quali ho cercato di dare il giusto apporto e la mia esperienza professionale per la crescita del porto di Ancona» ha detto l’ammiraglio Ferrara. Nel suo saluto, il presidente Giampieri ha sottolineato «le doti umane e professionali dell’ammiraglio Ferrara con cui è stato possibile costruire un percorso di modernizzazione del porto, una parte del quale dedicato al recupero del rapporto porto-città».

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