Ancona-Osimo

Popolazione delle Marche in calo (le donne il 51%). Diminuiscono anche gli stranieri

Tra il 2020 e il 2021 il tasso di natalità è sceso da 6,3 a 6,2 per mille e il numero di nati è calato di 210 unità. I dati del censimento Marche 2021

Sulla base dei risultati del Censimento permanente della popolazione è stata determinata la popolazione legale riferita al 31 dicembre 2021 . Nelle Marche ammonta a 1.487.150 residenti e rispetto al 2011 è diminuita del 3,4%; la popolazione si riduce in tutte le province, con perdite che variano da quella massima di Macerata (-4,6%) a quella minima di Ancona (- 2,6%). Le donne sono il 51,2% della popolazione residente e superano gli uomini di circa 36mila unità soprattutto a causa della maggiore longevità femminile. Gli stranieri censiti sono 126.820 (-3.642 rispetto al 2020) e rappresentano 8,5 cittadini ogni 100 censiti. Provengono da 161 Paesi, prevalentemente da Romania (18,5%) e Albania (11,0%).

Rispetto al 2020 i dati censuari evidenziano un decremento di 8.670 persone residenti nella regione. A livello provinciale, Ancona perde 2.732 residenti, seguita da Macerata (-2.424) e Fermo (-1.416), che registrano anche il maggiore decremento relativo (-0,8%).

Il tasso di mortalità è rimasto pressoché stabile, passando dal 13,3 per mille del 2020 al 13,2 per mille del 2021, con un picco del 14 per mille nella provincia di Fermo.

Gli stranieri censiti sono 126.820 (-3.642 rispetto al 2020) e rappresentano 8,5 cittadini ogni 100 censiti. Provengono da 161 Paesi, prevalentemente da Romania (18,5%) e Albania (11,0%).

L’età media si è innalzata rispetto al 2020 (da 47,1 a 47,3 anni). Pesaro e Urbino è la provincia più giovane (46,9 anni) mentre Ascoli Piceno e Fermo quelle più anziane (oltre i 47 anni e mezzo).

Gli analfabeti e alfabeti senza titolo di studio rappresentano il 4,2% dei residenti; il 27,1% dei residenti ha conseguito il diploma di licenza media, il 36,4% ha il diploma di scuola secondaria o di qualifica professionale, il 16,4% possiede un titolo accademico.

Diminuiscono gli occupati rispetto al 2011 (15mila persone in meno, -2,3%), soprattutto fra gli uomini (-3,3%); si riducono anche le persone in cerca di occupazione (-18,5%), in particolare per la componente femminile (quasi 7mila unità in meno, pari al -20,4%).

Censimento Marche 2021, nel dettaglio

Distribuzione della popolazione residente

Sulla base dei risultati del Censimento permanente della popolazione è stata determinata la popolazione legale riferita al 31 dicembre 20211. La popolazione legale trova riferimento in una serie di norme, con risvolti sul piano economico e amministrativo nonché elettorale dei comuni. A causa delle variazioni amministrative intervenute nel corso del decennio il numero dei comuni si è ridotto da 239 a 225. Considerando le principali classi di ampiezza demografica sono 25 i comuni che hanno fatto registrare un cambio di classe demografica transitando in quella di ampiezza inferiore, compreso il comune di Ancona che è sceso sotto la soglia dei 100mila abitanti.

Rispetto al 2020 i dati censuari evidenziano un decremento di 8.670 persone residenti nella regione. A livello provinciale, Ancona perde 2.732 residenti, seguita da Macerata (-2.424) e Fermo (-1.416), che registrano anche il maggiore decremento relativo (-0,8%) (Prospetto 1).

Sotto il profilo della dimensione demografica, il 35,3% dei comuni con popolazione tra 10.001 e 20.000 abitanti non perde residenti. La popolazione risulta invece in calo in 14 dei 15 comuni con più di 20.000 residenti e tra questi solo San Benedetto del Tronto registra un saldo positivo (24 residenti in più) (Prospetto 2).

Dinamica demografica e struttura della popolazione per genere ed età

La diminuzione della popolazione residente delle Marche è frutto di un saldo naturale fortemente negativo (-10.508 unità), al quale si somma un saldo censuario leggermente negativo2 (-452 unità) che le migrazioni non riescono a compensare (+2.290 saldo migratorio totale), nonostante un lieve recupero dei movimenti demografici internazionali nel 2021 rispetto al 2020.

La dinamica naturale conferma il trend negativo in corso. La mortalità, sebbene lievemente ridotta rispetto al 2020, resta elevata: il tasso di mortalità passa dal 13,3 per mille del 2020 al 13,2 per mille del 2021, con il picco del 14 per mille della provincia di Fermo.

Permane anche l’andamento negativo delle nascite: tra il 2020 e il 2021 il tasso di natalità è sceso da 6,3 a 6,2 per mille e il numero di nati è calato di 210 unità. A livello provinciale il tasso diminuisce in tutte le province, tranne in quella di Pesaro e Urbino; il valore più elevato si registra nella provincia di Macerata (6,6 per mille), valore comunque inferiore alla media nazionale (6,8 per mille).

I movimenti tra comuni sono ridotti anche nel secondo anno pandemico: il tasso migratorio interno è passato dallo 0,5 per mille del 2020 allo 0,8 per mille del 2021, oscillando tra -0,4 per mille in provincia di Fermo e +1,9 per mille in provincia di Pesaro e Urbino.

I movimenti migratori internazionali sono in recupero: il tasso migratorio estero, positivo in tutte le province, aumenta rispetto al 2020 (dall’1,2 al 3,2 per mille), soprattutto nella provincia di Ancona, dove passa da 1,1 a 3,9 per mille.

Le donne

La prevalenza della componente femminile nella struttura per genere si conferma anche nel 2021. Le donne rappresentano il 51,2% del totale e superano gli uomini di circa 36mila unità (Prospetto 4). La prevalenza si evidenzia particolarmente nelle età più avanzate per la maggior longevità femminile.

La popolazione marchigiana presenta, nel 2021, una struttura più anziana rispetto al totale del Paese, come emerge dal profilo delle piramidi delle età sovrapposte

L’età media, di 47,3 anni, risulta in aumento rispetto al 2020 (47,1 anni) e più alta rispetto ai 46,2 anni della media nazionale (Prospetto 5). Aumenta anche l’indice di vecchiaia3 che passa da 207,5 del 2020 a 212,6 del 2021 e risulta lievemente in aumento l’indice di dipendenza degli anziani: da 40,8 del 2020 a 41,3 del 2021. Cresce anche l’indice di struttura della popolazione attiva, che passa da 148,3 nel 2020 a 149,3 nel 2021.

Gli indicatori della popolazione del Prospetto 5 evidenziano la struttura demografica più giovane della provincia di Pesaro e Urbino, mentre, all’opposto, nelle province di Ascoli Piceno e Fermo il processo di invecchiamento risulta più evidente.

Il Censimento permanente della popolazione in Marche – Anno 2021

Popolazione straniera residente

La popolazione straniera nelle Marche al 2021 ammonta a 126.820 unità, il 2,5% della popolazione straniera residente in Italia. Tra i cittadini stranieri marchigiani il 32,3% risiede nella provincia di Ancona, il 22,2% in quella di Macerata e il 22,0% in quella di Pesaro e Urbino. L’incidenza della componente straniera sulla popolazione residente totale è in linea con il livello nazionale (8,5%); si osservano alcune differenze a livello provinciale, variando l’incidenza tra il 9,8% di Fermo e il 6,6% di Ascoli Piceno.

La popolazione straniera è più giovane rispetto a quella italiana e si evidenzia nei bassi valori degli indici di dipendenza strutturale (29,3 contro 64,4 degli italiani) e di vecchiaia (41,7 contro 234,3 degli italiani). Le variazioni interprovinciali di questi indicatori, così come l’incidenza della popolazione femminile sul totale, dipendono dalla diversa caratterizzazione del fenomeno migratorio, dal carattere individuale o familiare, dalla durata del percorso migratorio, dalle cittadinanze prevalenti, più o meno inclini all’acquisizione della cittadinanza italiana.

Nelle Marche poco più della metà (50,8%) di cittadini stranieri proviene dall’Europa, il 23% dall’Asia, il 20,1% dall’Africa e il 6,1% dall’America. Sono residuali le presenze dall’Oceania e gli apolidi. I cittadini stranieri provengono da 161 Paesi del mondo, particolarmente da Romania (18,5%) e Albania (11,0%); i Rumeni hanno un peso percentuale (18,5%) inferiore rispetto alla media nazionale (21,5%), mentre gli Albanesi hanno un’incidenza più accentuata (8,3%).

Livello di istruzione

Nel 2021 gli analfabeti e alfabeti senza titolo di studio rappresentano il 4,2% dei residenti (4,1% in Italia); il 15,9% possiede la licenza elementare, il 27,1% ha conseguito il diploma di licenza media, il 36,4% ha il diploma di scuola secondaria o di qualifica professionale, il 16,3% possiede un titolo accademico. Complessivamente il livello di istruzione più basso (da analfabeti a licenza media) è in linea con il valore nazionale e rappresenta poco meno della metà della popolazione residente.

La scolarizzazione ed il conseguimento dei titoli più alti hanno condotto ad un progressivo innalzamento del livello di istruzione della popolazione marchigiana, seppure con divari consistenti tra le province correlati all’invecchiamento della popolazione e alle caratteristiche del mercato del lavoro.

Anche la quota di persone con titolo terziario (o superiore) appare differenziata nei territori, variando tra il 17,2% di Ancona e il 14,5% di Fermo (Prospetto 7).

La condizione dell’istruzione delle donne: la componente femminile marchigiana prevale fra le persone con titolo universitario (57,4% della popolazione), in particolare per le persone di età compresa tra i 25 e 49 anni; la componente femminile è però dominante anche tra le persone prive di un titolo di studio (61,4%) e in possesso della sola licenza elementare (58,7%), soprattutto fra le persone di 65 anni e oltre.

A livello provinciale i tassi di mancata istruzione e di conseguimento dei titoli di studio più bassi (fino alla licenza media) presentano ovunque valori più elevati tra la popolazione maschile, con un’incidenza massima a Fermo (il 53,1% contro il 51,1% di quella femminile). Viceversa, all’estremo opposto, l’insieme dei titoli accademici ha ovunque un’incidenza più elevata tra le donne, per le quali si registra il valore massimo ad Ancona (19,1%), contro il corrispondente 15,3% degli uomini.

Una quota significativa di stranieri, il 35,4%, è in possesso del diploma di scuola secondaria, percentuale di poco minore a quella degli italiani (36,5%); la maggiore differenza di quasi 9 punti percentuali si osserva fra le persone con licenza media (35,2% per gli stranieri e 26,4% per gli italiani); inoltre, il 7,7% degli stranieri non possiede alcun titolo di studio, contro il 3,8% degli italiani. Si contano 10 stranieri residenti su 100 con licenza elementare (italiani: 16,4%) e 12 con titolo universitario (italiani: 16,9%).

La condizione professionale

Al 31 dicembre 2021 le forze di lavoro sono circa 683mila, 26mila in meno rispetto al 2011 (-3,7%). Il decremento delle persone attive sul mercato del lavoro è dovuto alla riduzione sia degli occupati (15mila persone in meno, -2,3%), soprattutto fra gli uomini (-3,3%), sia delle persone in cerca di occupazione (11mila persone in meno, -18,5%), in particolare per la componente femminile (-20,4%).

La quota maggioritaria delle non forze di lavoro è formata da 342mila percettori di pensioni da lavoro o di redditi da capitale (-7,4% rispetto al 2011), mentre risultano 105mila gli studenti e le studentesse (+10,2%) e 101mila le persone dedite alla cura della casa (-3,7%) (Prospetto 8).

Gli indicatori relativi al mercato del lavoro per le Marche presentano valori poco più alti rispetto a quelli nazionali. Nel 2021 il tasso di occupazione è del 48,5%, 2,6 punti percentuali sopra il valore medio italiano; più elevata risulta anche la percentuale di occupate donne (41,4% contro 37,9% dell’Italia), mentre inferiore è la quota degli occupati stranieri (51,0% contro 53,5% dell’Italia). I tassi di disoccupazione per genere sono più bassi delle medie nazionali, mentre il tasso di disoccupazione femminile della popolazione straniera nelle Marche è lievemente più alto rispetto al livello italiano (18,2% in regione, contro 17,3% nel Paese).

Nelle Marche permane uno squilibrio di genere, seppure con valori più contenuti rispetto alla media nazionale. Nel 2021, il gap di genere del tasso di attività è di circa 14 punti, la distanza tra il tasso di occupazione delle donne (41,4%) e quello degli uomini (56,0%) è di quasi 15 punti, il tasso di disoccupazione delle donne (8,8%) è quasi tre punti più alto di quello degli uomini (6,0%). Il divario di genere aumenta ulteriormente se si considerano i tassi della sola componente straniera: più di 23 punti nel tasso di occupazione (uomini 63,6%, donne 40,3%) e in quello di attività, quasi 6 punti nel tasso di disoccupazione (uomini 12,5%, donne 18,2%). Inoltre, i tassi femminili stranieri nelle Marche sono peggiori di quelli medi nazionali.

Fra le province, i valori più alti del tasso di occupazione si osservano a Pesaro e Urbino (49,6%) e Ancona (48,9%), quelli più bassi ad Ascoli Piceno (46,7%) e Fermo (47,1%); gli squilibri di genere più ampi (oltre 15 punti) si riscontrano ad Ascoli Piceno e Pesaro e Urbino, i più bassi (circa 14 punti) a Fermo e Ancona.

Le incidenze maggiori del tasso di disoccupazione nel 2021 si osservano nelle province di Fermo e Ascoli Piceno (rispettivamente 8,3% e 7,9%), mentre, all’opposto, Ancona presenta il valore più basso (6,8%). Il divario di genere è più marcato (circa 4 punti) nel territorio pesarese, minore (circa 2 punti) nell’anconetano.

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