ANCONA – Base Popolare oggetto di ‘scismi’ ufficializza l’appoggio a Francesco Acquaroli, candidato uscente e in cerca della riconferma per il centrodestra. Matteo Ricci incassa i fuoriusciti dal movimento politico fondato dall’ex Governatore Gian Mario Spacca, ma riceve l’ennesimo altolà da parte del Movimento 5 Stelle, del Partito della Rifondazione Comunista e del movimento “Dipende da Noi”, che di fatto chiedono una vera e propria ‘abiura’ al Pd rispetto alle politiche sanitarie, ambientali e di partecipazione.
Francesco Acquaroli
Base Popolare sceglie con Acquaroli, come sancito dal voto dell’assemblea svoltasi a Civitanova Marche in cui sono stati approvati programma, documento politico e codice etico. «Una scelta di campo chiara e decisa, ratificata al termine di un’assemblea dei soci partecipata e condivisa negli obiettivi e nei valori. Siamo pronti a ripartire dopo le vicissitudini delle ultime settimane e abbiamo deciso di sostenere il presidente Francesco Acquaroli alle prossime elezioni regionali. La posizione ufficiale, ratificata dall’assemblea che è sovrana. Altre iniziative sono da intendersi a carattere personale. Il suo progetto è il più coerente con i contenuti della nostra piattaforma programmatica, in quanto fondato su regole condivise e una visione futura che renda protagonisti i territori e le comunità locali. Terminata la fase costituente, si entra ora nella fase elettorale anche con una nuova organizzazione che risponde ai valori di Base Popolare, con il mandato di operare negli ambiti organizzativi e territoriali per la campagna elettorale. Un organismo, nella sua composizione, in linea con il rinnovamento, cardine della politica del movimento. È stato approvato il programma dal titolo: ONE – Un sistema unico per una Regione inclusiva, moderna e innovativa. Ampio il dibattito che ha preceduto l’approvazione di tali decisioni e che ha riconfermato la piena adesione all’obiettivo strategico politico di Base Popolare, quello di unire tutte le forze che si riconoscono nel popolarismo e nei suoi valori posti alla base dell’azione del Ppe (Partito popolare europeo) e si è respirata un’aria di convinta partecipazione e di una forte unità di intenti. Noi andiamo avanti. Con chi ci crede davvero e con chi ha voglia di fare e costruire», le parole post assemblea.
Matteo Ricci
Una numerosa delegazione di esponenti e fondatori di Base Popolare, però, fuoriusciti dal movimento e provenienti da tutte le province marchigiane, ha incontrato, a Pesaro, l’europarlamentare Pd e candidato dem alla presidenza della regione Marche, Matteo Ricci. E questi hanno annunciato che appoggeranno Matteo Ricci. «Siamo un gruppo coeso, un gruppo che si è ritrovato senza fare telefonate bensì si è formato in quanto accumunato dal dissenso nei confronti di questo modus operandi poco chiaro e trasparente che c’è stato in Base Popolare negli ultimi periodi. La vera base siamo noi e siamo una base per il cambiamento. Un cambiamento di cui la regione Marche necessita ed ha bisogno». Dunque, una buona notizia per il candidato in pectore del Pd e del campo largo. Ma controbilanciata dal Movimento 5 Stelle, del Partito della Rifondazione Comunista e del movimento “Dipende da Noi”, che continuano a puntare tutto sui programmi e dopo sul nome di sintesi. Bocciando di fatto l’attivismo del Pd e di Ricci. E per essere ancora più chiari hanno messo nero su bianco i punti irrinunciabili che, di fatto, se accettati, porteranno il Pd ha fare un ‘abiura’ rispetto agli ultimi 20 anni in cui hanno governato le Marche, prima dell’avvento del centrodestra. «È tempo che nel dibattito sulle prossime elezioni regionali si sposti l’attenzione dalle facce dei candidati, veri o presunti, ai problemi e alle proposte che interessano realmente cittadine e cittadini», l’incipit della nota delle tre forze politiche. «Le Marche hanno bisogno di un governo regionale che si dedichi a generare posti di lavoro creando un coordinamento tra le imprese del territorio e costruendo una rete di servizi per una vera economia di comunità. Una Regione che non resti con le mani in mano di fronte ai processi di deindustrializzazione in atto, ma si doti di strumenti che consentano l’intervento finanziario e manageriale diretto per il salvataggio e/o la riconversione delle aziende in crisi con il coinvolgimento dei lavoratori, in particolare nei casi di chiusure per delocalizzazioni», primo punto condivisibile. «Poi, la nostra regione ha bisogno di una cura ecologica che tuteli i beni comuni: occorre assicurare che la gestione dell’acqua sia pubblica, partecipata delle comunità locali e sottratta alla speculazione dei privati, che sia bloccato il consumo del suolo, che sia ristrutturato in modo ecologico il sistema dello smaltimento dei rifiuti così come quello delle infrastrutture della mobilità regionale, con una riorganizzazione e un’incentivazione all’uso del trasporto pubblico locale, che sia protetta la biodiversità attraverso la creazione e la corretta gestione di Aree Marine Protette e di nuove Zone di conservazione e protezione in ambito collinare e montano, che sia concreto l’impegno a “decarbonizzare” il territorio, intanto prevedendo la riconversione e lo smantellamento di vere e proprie “bombe ambientali“ a cominciare dalla Raffineria Api di Falconara Marittima, avviando altresì progetti e programmi per le fonti dolci e il risparmio energetico», secondo punto sensibile per i Dem e che potrebbe creare più di un attrito. Quindi, la sanità. «C’è urgente bisogno della ricostruzione della sanità pubblica con l’integrazione sia tra ospedali e medicina territoriale, sia tra servizi sanitari e servizi sociali. Serve la creazione di un tavolo permanente per la sanità e i servizi socio-sanitari composto da esperti e rappresentanti delle categorie coinvolte. Una vera e propria rigenerazione la cui responsabilità politica, quindi il futuro assessorato regionale alla sanità, dovrà essere affidato a chi non ha alcuna responsabilità nel processo pluridecennale del suo smantellamento», le parole scritte con un chiaro riferimento, ‘pluridecennale’, anche alle politiche del Pd che si chiede vengano, di fatto, sconfessate. Infine, si ritorna sulla partecipazione che deve essere garantita non solo nel periodo elettorale, «ma che sia anche il preludio di un metodo di governo che strutturi forme permanenti di consultazione delle comunità locali ed adotti tra le stesse realtà politiche che vi concorreranno modalità basate sulla collegialità e sulla condivisione delle scelte. La propaganda non è utile né ora né in futuro, sono utili il contatto diretto, il confronto sui progetti e le azioni da mettere in campo, l’impegno per rimotivare le persone a credere nelle nuove Marche. Solo lavorando sulle scelte per la regione e sul metodo partecipativo, la figura del candidato alla presidenza della Regione, nell’alleanza progressista, avrà un senso come interprete di questa proposta per il nuovo governo delle Marche», si conclude la nota, annunciando due incontri pubblici sulla sanità e i servizi socio-sanitari: Isola di Chiaravalle domenica 18 maggio alle ore 10; domenica 25 maggio alle ore 10 presso la Croce Verde di Porto Sant’Elpidio.