ANCONA – Elezioni regionali nelle Marche: Matteo Ricci incoronato ufficialmente candidato del Pd e della coalizione che certamente comprenderà Italia Viva. Probabilmente Alleanza Verdi e Sinistra. Dubbi permangono, invece, per M5S Marche, Dipende da Noi e Partito della Rifondazione Comunista che avevano invitato tutti a fare un passo indietro per farne dieci avanti. Ma che al momento sono silenti da alcuni giorni.
Sul fronte di Francesco Acquaroli, invece, nessuna novità di rilievo da sottolineare ufficialmente
Matteo Ricci candidato alle Regionali
«Italia Viva sarà convintamente parte della coalizione di centro-sinistra alle prossime elezioni regionali nelle Marche, a sostegno del candidato presidente Matteo Ricci. Si tratta di una figura competente e autorevole, che ha già dimostrato nel corso del suo percorso politico le capacità amministrative necessarie per restituire alla Regione il futuro che merita». Parole e musica della responsabile nazionale Enti Locali di Italia Viva Marietta Tidei che, però, non nasconde alcuni malumori.
Desideriamo precisare che eventuali iniziative promosse in questi giorni da singoli dirigenti al partito sono frutto di decisioni personali e non rappresentano in alcun modo la linea politica ufficiale di Italia Viva. Il nostro impegno, a tutti i livelli è rivolto alla costruzione di una coalizione forte e credibile di centro-sinistra, capace di offrire un progetto serio per il rilancio delle Marche, dopo gli anni di malgoverno del centro-destra.
Italia Viva è pronta a dare un contributo concreto e responsabile alla definizione di un programma condiviso, nell’interesse esclusivo dei cittadini marchigiani. In quest’ottica, il 15 maggio insieme al senatore Enrico Borghi e al deputato Davide Faraone, vicepresidenti nazionali di Italia Viva, saremo presenti all’Assemblea regionale di IV», si conclude la nota che tradotta dal politichese, il simbolo sarà sicuramente al fianco del candidato Matteo Ricci e se qualcuno non dovesse condividerlo, all’interno di Italia Viva, la porta è aperta per uscire. Detto ciò, però, resta da capire come questa ufficializzazione venga colta dal Movimento 5 Stelle che ha un rapporto tesissimo a livello di leader, Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Si dovrà capire.
Il fronte Francesco Acquaroli
Il presidente uscente delle Marche continua a serrare la fila coprendosi molto al centro con le conferme dell’Udc, Noi Moderati e movimenti civici di area. Resta da capire il nodo Base Popolare che per metà maggio si esprimerà, ma la bilancia, al momento sempre pendere verso il Governatore uscente alla ricerca del bis. Oltre la politica delle alleanze, si iniziano a dar conto dei risultati ottenuti nel corso di questi quasi cinque anni di governo del centrodestra.
«Oggi le Marche sono una regione che guarda avanti. Con la Giunta Acquaroli abbiamo riaperto reparti, potenziato i presìdi territoriali e sbloccato l’ospedale di Pesaro, fermo da anni, con 204 milioni interamente pubblici. Grazie al progetto delle Farmacie dei Servizi, riconosciuto a livello nazionale, stiamo salvando vite e diventando un modello per altre Regioni. Abbiamo investito su nuove generazioni di medici, con 155 borse di studio per medicina generale finanziate fino al 2026.
Sulle infrastrutture, abbiamo trasformato promesse in opere reali: 750 milioni per la Pedemontana – un’opera rimasta sulla carta per 40 anni – e 500 milioni per la Salaria. Con 100 milioni per la strategia nazionale borghi e l’accelerazione della ricostruzione post-sisma, abbiamo restituito futuro alle zone interne. Sul piano economico, i numeri parlano da soli: +15% del PIL regionale, +14,8% export, disoccupazione giù del 3,6%. Le Marche sono oggi la Regione con la crescita più alta del Centro Italia e prime in Italia per spesa dei fondi UE», le parole di Elena Leonardi, coordinatore Regionale FdI Marche e senatore, che riprende i dati diffusi da Acquaroli e che conclude con una stoccata al vetriolo.
«E il PD? Continua a vivere su Marte, ripresentandosi con le stesse facce e le stesse politiche che hanno affossato la Regione. Matteo Ricci, allora dirigente nazionale PD, non mosse un dito per salvare Banca Marche. Il risultato fu un tracollo per le PMI e un’intera economia locale. Dopo vent’anni di tagli alla sanità, ospedali chiusi e territori abbandonati, hanno perso ogni credibilità. I marchigiani oggi sanno bene chi costruisce e chi ha distrutto», conclude.