Ancona-Osimo

Ancona, picchiava e minacciava minorenni: condannato baby bullo

Ad agosto era fuggito dalla comunità di recupero dove doveva affrontare una messa alla prova che poi gli è stata revocata. L’indagine era partita a fine 2019

Giovanna Lebboroni, procuratore capo al tribunale dei Minori
Giovanna Lebboroni, procuratore capo al tribunale dei Minori

ANCONA – Una banda che teneva in pugno ragazzini minacciandoli e derubandoli della paghetta. Ad ottobre dello scorso anno furono arrestati in cinque. Ieri, 7 dicembre, è arrivata la prima condanna per uno dei minorenni che ad agosto era fuggito dalla comunità di recupero dovere doveva affrontare una messa alla prova per evitare un processo. Dopo la revoca della map il minore, che oggi ha 18 anni, anconetano, è stato condannato dal tribunale dei minori in abbreviato a due anni e otto mesi di reclusione (ma non è finito in carcere perché potrà fare appello) più una multa da 200 euro. Il procuratore minorile Giovanna Lebboroni aveva chiesta una condanna a quattro anni e otto mesi. Per uno dei baby bulli si è arrivati dunque a chiudere il conto con la giustizia. Una brutta pagina cittadina perché le vittime della baby gang erano arrivate al punto di non uscire di casa. Terrorizzate di incontrare gli aguzzini che per mesi li avrebbero minacciato di morte, picchiati con schiaffi e pugni e costretti a subire le peggio angherie come inginocchiarsi davanti a loro e fare ciò che gli veniva ordinato.

“Lí non ci devi andare”, “Non uscire di casa”, “Dammi i soldi della paghetta”. Queste alcune delle minacce subite da almeno otto vittime, tutte minorenni. Due erano parte offese nel processo con le avvocate Laura Versace ed Arianna Benni. Con l’accusa di stalking e estorsione aggravata, in concorso, la Procura dei Minorenni di Ancona aveva chiesto ed ottenuto cinque misure cautelari in carcere nei confronti di ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni, tutti italiani, per aver picchiato, minacciato ed estorto denaro a dei loro coetanei, due addirittura affetti da una minorazione psicofisica.

«Le vittime sono state anche minacciate di morte – aveva detto il procuratore dei Minori Giovanna Lebboroni dopo gli arresti di un anno fa – con tanto di spiegazione sulla fine che gli avrebbero fatto fare. Tra le minacce dicevano ai ragazzi che li avrebbero messi in un sacchetto». L’indagine era partita a fine 2019 e aveva visto impegnata la Squadra Mobile dorica diretta da Carlo Pinto e la polizia giudiziaria della procura minorile. Gli episodi si sono consumati ad Ancona, in centro città, nei quartieri periferici e anche in una scuola superiore del capoluogo dorico. Gli atti e i fatti accaduti erano stati ritenuti molto gravi dalla Procura, e commessi nell’arco di un anno e mezzo, interrotti solo durante il lockdown. Dopo gli arresti era stata concessa la messa alla prova che l’imputato in questione non aveva più osservato lasciando la comunità per tornarmene a casa. Così la map gli era stata revocata. Diciassette gli episodi di estorsione contestati a baby bullo. Per altri due della banda la messa alla prova è ancora in corso, un quarto la ha sospesa su richiesta della Procura perché non ha rigato dritto e si dovrà decidere sulla revoca o meno il prossimo 21 dicembre mentre un quinto, l’unico maggiorenne, è stato condannato dal tribunale ordinario.

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