Ancona-Osimo

Il Pia prende avvio. Ancona capofila dello studio dell’inquinamento aerobiologico e delle polveri sottili

Lo studio dell'allergologo Bonifazi è stato presentato oggi (17 maggio) in Regione. Si tratta di un’analisi biennale sperimentale che mira anche a valutare l’esposizione della popolazione ai pollini di erbe e piante dell’arredo urbano, considerando la loro quantità e la loro interazione con l’inquinamento da polveri sottili PM10 e PM2,5

Presentazione dello studio dell’Inquinamento aerobiologico, del PM10 e PM 2,5 (Foto: Regione Marche)

ANCONA- Il Pia (Progetto Inquinamento Ancona) prende finalmente avvio. Lo studio dell’Inquinamento aerobiologico, del PM10 e PM 2,5 nella città di Ancona servirà a migliorare il controllo degli inquinanti e la gestione delle allergie da polline nella popolazione urbana e non; sarà utile per valutarne l’impatto ambientale, sociale ed economico, aumentare la qualità della vita e ridurre i costi del Servizio sanitario regionale. Lo studio è stato elaborato dal dott. Floriano Bonifazi, allergologo, nel 2016 ma per anni, il documento tecnico presentato all’Assessorato all’Ambiente regionale è rimasto al palo. Oggi (17 maggio) finalmente ha preso avvio ed è stato illustrato in Regione. Si tratta di un’analisi biennale sperimentale che vede come capofila il comune di Ancona e che mira anche a valutare l’esposizione della popolazione ai pollini di erbe e piante dell’arredo urbano, considerando la loro quantità e la loro interazione con l’inquinamento da polveri sottili PM10 e PM2,5. Se i risultati saranno positivi, il progetto potrà essere replicato in altre città marchigiane. Il costo è di circa 200mila euro ed è finanziato da Regione Marche (50%), Comune di Ancona e Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico Centrale.

«Questo progetto è originale in quanto consente di testare l’aria in tutte le sue componenti. È innovativo perché influenzerà l’arredo urbano, con la dislocazione, ad esempio, di piante non allergizzanti, l’ubicazione degli impianti sportivi e delle scuole ad almeno 3-400 metri dalle strade a maggior traffico- spiega l’allergologo-. Si cercherà di campionare non solo particelle sospese PM2,5 e 10 ma si valuterà anche l’inquinamento da particelle organiche (pollini e spore fungine), con campionatori diversificati rispetto a quelle delle polveri sottili per affinare i rilievi, rendendoli disponibili in tempo reale ai cittadini».

Il progetto è già partito nelle scorse settimane e per il campionamento si sta utilizzando la centralina di fondo alla Cittadella e la centralina mobile della Palombella. Quest’ultima rileva i dati del traffico e sarà dislocata anche negli altri quartieri. «È previsto un terzo rilevatore di polline, la cui dislocazione è allo studio. Verranno raffrontati i campionamenti e si inizieranno a valutare quelli che possano essere i danni sulla salute dei cittadini più esposti, se danni ci saranno, mediante analisi di alcune patologie correlate valutando gli accessi ai Pronto soccorso di Torrette, Salesi e Inrca– afferma il dott. Bonifazi-. Disporremo quindi di maggiori indicazioni per fare campagne di comunicazione, per correggere le abitudini dei cittadini nel traffico veicolare e negli ambienti chiusi. È un progetto ambizioso che procederà per gradi e che potrà essere ugualmente realizzato nel resto del territorio regionale».

In città saranno posizionati dei pannelli informativi con indicazioni comportamentali sulla base degli inquinanti rilevati. Dove saranno dislocati è ancora da decidere. Ancona potrebbe quindi divenire una città di riferimento nazionale.

«Il progetto prevede il monitoraggio delle PM10 in vari quartieri della città, grazie alla recente attivazione della centralina mobile. Monitorerà le polveri e i pollini contemporaneamente- Ancona è la prima città a farlo-, stabilirà diagnosi precise, fornirà informazioni ai cittadini per un corretto comportamento, individuerà decisioni da assumere per ridurre gli effetti inquinanti- sottolinea il sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli-. Per esempio come sfruttare o alimentare il verde- siamo tra le prime città italiane per mq di verde per abitante- o l’utilizzo di certe piante piuttosto che altre, capaci di assorbire le sostanze inquinanti».

«Considerata la rilevanza sociale, sanitaria ed economica degli obiettivi del documento e considerata l’importanza di migliorare le conoscenze sull’esposizione della popolazione ai pollini allergizzanti e alla loro potenziale interazione con gli inquinanti atmosferici, abbiamo condiviso questo progetto con il Comune capoluogo e l’Autorità portuale- commenta l’assessore all’Ambiente, Angelo Sciapichetti -. L’aggiornamento del Piano regionale della qualità dell’aria necessita di approfondimenti sull’esposizione della popolazione agli inquinanti atmosferici: questo studio risulta, pertanto, quanto mai opportuno. Sul tema dell’inquinamento ambientale c’è grande sensibilità e attenzione da parte della pubblica opinione, ma carente è la chiarezza delle informazioni. Ancona farà da capofila di uno studio che mira ad approfondire le conoscenze nella chiarezza dei risultati e delle soluzioni possibili».

«Lo studio, disposto con un approccio scientifico e professionale, mette al centro la competenza. L’impegno dell’Autorità è convinto, in quanto la sostenibilità risulta determinante anche nella competizione aziendale» dichiara il presidente dell’Autorità di Sistema, Rodolfo Giampieri. 

Il direttore scientifico dell’Arpma, Stefano Orilisi ha riferito che la nuova centralina di rilevazione del polline alimenterà la dotazione della Rete pollnet nazionale a cui aderisce l’Agenzia, sottolineando l’importanza dell’integrazione tra strutture specialistiche per il monitoraggio degli inquinanti.

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