Ancona-Osimo

Oltre 700 le persone scomparse nelle Marche in 40 anni: Penelope non smette di cercare

Tanti i casi di persone svanite nel nulla, tra cui anche minori. Il punto sulla situazione regionale con la presidente Giorgia Isidori

Giorgia Isidori presidente di Penelope Marche odv

ANCONA – Sono oltre 700 le persone scomparse nelle Marche negli ultimi 40 anni. Nel solo 2021 sono state presentate 137 denunce di minori scomparsi, di questi solo 82 sono stati ritrovati. Ne mancano all’appello 55. Numeri spaventosi, dietro i quali vi sono famiglie distrutte dal dolore e dalla preoccupazione. Numeri purtroppo in crescita, come registra anche l’associazione Penelope Marche Odv, organismo autonomo e indipendente, nato sulla scia del dramma della famiglia Isidori: il piccolo Sergio Isidori scomparve misteriosamente nel 1979 da Villa Potenza a soli 5 anni e mezzo. Moltissime sono le piste battute negli anni dagli investigatori, che però non hanno portato ad alcun risultato concreto. Sergio è svanito nel nulla, ma la sorella Giorgia Isidori insieme alla sua famiglia non ha mai smesso di cercarlo, non si è mai arresa. Da questo dolore, che la accomuna a tantissime altre famiglie, ha fondato la rete territoriale Penelope Marche, di cui è attivissima presidente. Oggi (25 maggio), in occasione della Giornata Internazionale dedicata ai bambini scomparsi, torniamo a parlare con lei di scomparsi nella nostra regione, dove i riflettori sono ancora accesi su molti casi eclatanti.

Presidente, com’è la situazione degli scomparsi in Italia ad oggi?

«Secondo gli ultimi dati dell’Ufficio del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, in Italia dal 1 gennaio 1974 al 30 novembre 2021 risultano 68.027 persone da rintracciare. Nel solo 2021 (dal 1 gennaio al 30 novembre) sono state presentate 17.650 denunce di scomparsa di cui ben 11.023 relative a minori. Solo 4.491 minori sono stati ritrovati, mentre 6.532 sono ancora da rintracciare».

Nella nostra regione?

«Nelle Marche nel 2021 sono pervenute 137 denunce di minori scomparsi (da zero ai 17 anni). Ne sono stati ritrovati 82, ma ne mancano all’appello 55. Per lo più sono stranieri non accompagnati che vengono ospitati nei centri d’accoglienza».

Di tutti questi minori nel limbo, quanti sono italiani?

«Possiamo dire che i minori italiani scomparsi sono una parte esigua, per lo più sono stranieri».

Tra le cause di scomparsa di minori, quali le più frequenti?

«Vi sono quelle in cui i bambini sono vittime di reato (rapimenti o della criminalità organizzata), altri casi riguardano l’allontanamento volontario (da strutture d’accoglienza, residenze protette, o per paura causate da fenomeni di bullismo e cyberbullismo). Moltissimi i casi di sottrazione di minori da parte di genitori e parenti, quando si ha a che fare con i matrimoni misti in cui un ex coniuge, spesso le madri, scappano nel paese d’origine portando con sé i figli».

Vi sono casi di questo genere che state seguendo nella nostra regione?

«Purtroppo sì, ce ne sono stati anche nella provincia di Ancona. Nel convegno di oggi pomeriggio (25 maggio, ndr) porterà la sua testimonianza anche Emilio Vincioni, il papà di Sassoferrato vittima di sottrazione internazionale di minore, che da quattro anni combatte la sua battaglia nei tribunali per riabbracciare la sua bambina e ottenere il rimpatrio della piccola che vive con la madre in Grecia».

Torniamo agli scomparsi nella nostra regione: quali casi state monitorando?

«Certamente, pur nel rispetto della famiglia che non ha voluto essere contattata, il caso di Andreea Rabciuc, la 27enne di origini rumene di cui si sono perse le tracce dal 12 marzo dopo una festa in una roulotte sulla Montecarottese. Stiamo inoltre fornendo assistenza legale alla mamma di Camey Mossamet, la 15enne originaria del Bangladesh scomparsa nel 2010 da Ancona e i cui resti sono stati ritrovati nel 2018 nel pozzo degli orrori dell’Hotel House di Porto Recanati. L’unico indagato per l’omicidio e l’occultamento del cadavere della ragazza è il fidanzato. Altri casi che seguiamo insieme alle famiglie sono quelli di Ivan Angelo Pegan 43 anni di Fano, che si imbarca da Ancona nel 2013 verso l’Albania e scompare in mare. La sorella Barbara è disperata e continua a lanciare appelli. Poi Roberto Tassi, 29 anni, scompare nel 1995 dalla frazione Gaville di Sassoferrato dicendo alla madre che sarebbe andato al circolo per incontrare gli amici ma non è più tornato. Ci siamo attivati con l’avvocato per richiedere una riapertura del caso, che nel corso degli anni era stato archiviato. Continuiamo anche a cercare Rolando Cermaria, 80enne, scomparso da Pesaro a marzo 2020, in pieno lockdown. Era a piedi, sofferente di demenza senile, ma quel che lascia perplessi è che scompare in una città deserta per via del lockdown. A distanza di due anni il figlio Davide è disperato. Abbiamo anche seguito il caso di Saverio Simonetti, 83 anni, sparito nel 2010 da una casa di riposo di Penna San Giovanni nel Maceratese. Poi Luca Palombarini, 43 anni da San Severino Marche, che non è stato più ritrovato. Ci stiamo anche occupando di scomparsi negli anni ’90. Ma il nostro lavoro non è facile, le famiglie si sono chiuse sia per dolore, che per sfiducia. Le ricerche all’epoca non erano costanti e incisive come oggi».


Le famiglie di chi scompare continuano a cercare?

«Alcune sì, non rinunciano ad avere un corpo o una tomba dove piangere i propri cari. Ma ci sono anche tante famiglie che si sono arrese, non hanno più la forza di lottare. Hanno perso la speranza e la fiducia…».  

A livello legislativo ci sono novità?

«Certamente, grazie alle nostre insistenze a Roma siamo riusciti a ottenere la legge 203/2012, attraverso cui abbiamo ottenuto che chiunque e non solo i diretti familiari, possa denunciare la scomparsa di una persona. L’eliminazione della dannosa prassi dell’attesa di 48 ore per poter sporgere denuncia di scomparsa. Inoltre, l’istituzione del “sistema Ricerca Scomparsi RI.SC.”, una banca dati contenente tutte le informazioni più significative sulla persona scomparsa, in grado di supportare le indagini anche per l’utilizzo della funzione di matching con i dati relativi ai corpi rinvenuti e rimasti senza identità. Alla denuncia di scomparsa viene infatti allegata la Scheda A.M. (Ante Mortem), con la quale elencare dettagli fisici, abitudini, segni particolari, abbigliamento ed effetti personali della persona al momento della scomparsa. Questa legge definisce la centralità del Prefetto, che funge da raccordo di tutte le forze in campo a livello provinciale. Una volta sporta la denuncia, l’ufficio di polizia potrà immediatamente promuovere le ricerche, informerà il prefetto e coinvolgerà tempestivamente il Commissario straordinario per le persone scomparse, gli enti locali, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile, le associazioni di volontariato e in accordo con i familiari dello scomparso, potrà decidere se coinvolgere gli organi di informazione».

Com’è cercare una persona scomparsa oggi rispetto agli anni Novanta come dicevamo prima..?

«Certamente oggi è più semplice, sia per gli strumenti legislativi che per le nuove tecnologie. Oggi puoi avere una condivisione della foto e delle informazioni tramite social, nelle stazioni ferroviarie, la tv, i gruppi whatsapp… c’è più sensibilità e anche maggiori strumenti. Nelle città ci sono sistemi di videosorveglianza, telecamere nelle strade e davanti alle abitazioni, sui negozi e nelle zone a traffico limitato. Eppure si continua a scomparire e tante persone non vengono rintracciate…».

Una chicca che chiuderà il vostro incontro di oggi pomeriggio.

«Si, si tratta del videoclip “Memorie -viaggio tra musiche e parole”, con cui abbiamo vinto un bando pubblico relativo a un progetto socio culturale che ripercorre il dramma della scomparsa di una persona: messaggio di speranza e riflessione su cosa significa scomparso.  Vivo o morto? La voce recitante e la regia sono di Allì Caracciolo, la musica della pianista Ottavia Maria Maceratini insieme a M.Franco Alfonsi».

Oggi come ieri, quale è la vostra mission?

«Stare al fianco delle famiglie che subiscono questo dramma, senza mai perdere la speranza di riabbracciare i loro cari, è per noi di fondamentale importanza. Ci siamo con tutti gli strumenti e il sostegno possibile».