ANCONA – È in libreria da qualche giorno Una partita lunga 60 anni, libro scritto dal giornalista Luca Regini che ripercorre la storia sportiva di Alberto Piangerelli, dirigente e allenatore di calcio, fin da giovanissimo animatore di società calcistiche, in particolare la Junior e la Virtus Ancona, attive in successione tra il 1952 e il 1994.
Piangerelli scoprì e lanciò giocatori del calibro di Renato Zaccarelli, Angelo Recchi e Sauro Bonetti, tutti e tre lanciati dalla Junior, dando anche a migliaia di anconetani, la possibilità di dare sfogo a una grande passione, nel segno della lealtà sportiva.
La ricerca è stata svolta da Luca Regini con la collaborazione di Gianni Casciotta, ma anche insieme a molti ex giocatori della Junior e della Virtus, ed è partita dal materiale conservato da Alberto Piangerelli in oltre sessant’anni di attività.
Una partita lunga 60 anni, con sottotitolo “Il calcio libero di Alberto Piangerelli”, è pubblicato da Affinità Elettive Edizioni e Libreria. La presentazione della novità, destinata non soltanto a un pubblico di sportivi e calciofili anconetani, si svolgerà martedì 27 maggio alle ore 18 nella sala riunioni del Coni, al PalaRossini di Ancona.
Luca Regini, come è nata l’idea?
«È nata dal fatto che noi ex giocatori sapevamo che Alberto aveva lasciato una notevole mole di materiale e avrebbe voluto scrivere lui questo libro, ma non ne ha avuto modo. Inoltre noi ex ci sentivamo debitori verso di lui per aver permesso a noi, e a tantissimi anconetani, nel corso del tempo, di inseguire i nostri sogni e la nostra passione».
Più un racconto o una biografia?
«Non è biografia perché Alberto era un tipo schivo, mai istrione o protagonista. Piuttosto è un racconto di quel che lui ha fatto, fondando la prima squadra, in pratica, a vent’anni e poi andando avanti per altri sessanta.
Ma perché calcio “libero”?
«Perché allora si poteva creare, inventare, sia in campo che a livello organizzativo. Non c’erano vincoli burocratici o normativi, come oggi. Non c’erano procuratori ma c’era tanta sana passione da parte di tutti, senso di appartenenza».
Quanto bene conosceva Alberto Piangerelli?
«Lo conoscevo perché ho giocato per diciassette anni nella sua squadra e poi per altri venti ricevevo in redazione i suoi articoletti sulle partite della domenica. Nell’ottobre del 1974, a 14 anni, grazie a lui, firmai il mio primo articolo su un quotidiano locale».