Ancona-Osimo

Nelle palestre dell’anconetano lo sport riparte con prudenza e regole: «Finalmente un po’ di normalità»

I gestori delle palestre, i responsabili delle polisportive e quelli delle scuole di ballo commentano l'avvio delle rispettive stagioni agonistiche e non. Le prime «dall'avvento» del Green pass

L'interno della palestra Extreme di Ancona

ANCONA – Tanta voglia di sport, in ogni sua espressione. Con l’avvio delle stagioni agonistiche, e non, le persone hanno ripreso a popolare le strutture, pur consapevoli e ormai abituate ad una nuova normalità. Fatta di regole, distanziamenti, igienizzazioni, prudenza. E Green pass per gli accessi, o comunque con i tamponi ugualmente abilitati, specie per chi fa sport al chiuso. A parlare della ripartenza del mondo sportivo sono i responsabili delle attività, gestori o presidenti nei casi delle associazioni, dando misura di una chiara volontà degli anconetani di rimettersi in forma e ricominciare a fare quanto interrotto nei mesi più difficili della pandemia.

Il primo è Simone Serpentini della palestra Extreme di via Grandi alla Baraccola di Ancona, struttura che gestisce assieme al socio Mirco Marchetti: «Proprio di recente abbiamo avuto dei controlli sul rispetto delle norme e li abbiamo superati brillantemente – racconta -. Questo aspetto ci riempie di soddisfazione per tutti gli sforzi che abbiamo dovuto affrontare in questi mesi e allo stesso tempo è gratificante vedere la palestra che lavora e che si ripopola di persone. Abbiamo in prevalenza giovani nella nostra realtà e la grande maggioranza è già vaccinata, quindi munita di Green pass. Chi non vuole vaccinarsi, invece, si sottopone a tampone e per due giorni può fare attività (le 48 ore canoniche di validità della certificazione verde temporanea, ndr). Gli atleti, all’ingresso, devono esibire il pass che noi scannerizziamo e ciò consente, naturalmente, un eventuale tracciamento. Ovviamente tutti sono anche sottoposti alla misurazione della temperatura corporea».

Chi registra qualche grattacapo, ma non certo si lamenta, è la scuola di ballo Ma.Mo. Dance, realtà conosciutissima e presente a Falconara e Jesi, laddove alcune famiglie sono scettiche nel far fare ai figli il vaccino e dunque, alcuni ragazzi, non hanno ripreso l’attività: «Ma il numero è comunque marginale – racconta Marco Pasqualini, responsabile tecnico della scuola assieme a sua moglie Monia Borioni (i due sono anche tecnici Fids, ndr) -. Diciamo che più dell’80 per cento degli iscritti ha ricominciato a ballare regolarmente, con Green pass o con il tampone ogni 48 ore. Parliamo, ovviamente, dei non agonisti, perché gli agonisti hanno continuato l’attività anche nei mesi precedenti, in quanto iscritti alla Federazione Italiana di Danza Sportiva, ottenendo perfino dei titoli nelle competizioni regionali e nazionali e ora alle prese con la preparazione dei campionati del Mondo a Follonica, che si terranno tra qualche weekend, per la disciplina Street Dance Show. C’era grande voglia di ripartire da parte di tutti. L’ideale, per tornare a pieno organico, sarebbe l’introduzione del test salivare a 72 ore, così da consentire a chi non vuole vaccinarsi o non vuole fare il tampone di riprendere l’attività».

Dunque chiude il giro degli interventi il presidente del Cus Ancona, David Francescangeli. Il rappresentante della polisportiva cittadina-universitaria del capoluogo ravvisa le stesse difficoltà dei colleghi, ma anche in questo caso la parola chiave è una: «Entusiasmo. Siamo ripartiti così – ammette -. Per quanto concerne le discipline agonistiche, gli atleti partecipano con Green pass o tamponi ogni 48 ore e i numeri sono gli stessi degli anni pre-Covid. La musica cambia in quelle non agonistiche dove abbiamo registrato un calo degli iscritti: una tendenza preoccupante di abbandono dello sport di base, che si pratica indoor. Questo perché le famiglie, in alcune situazioni, non vogliono far vaccinare i figli o sottoporli continuamente ai test. Non entro nel merito delle decisioni personali, ci mancherebbe. Ma questo campanello d’allarme, con l’interruzione della pratica sportiva, suona forte. E senza movimento giovanile si fa dura per le società. Speriamo di superare presto questa fase di stand by, ma andiamo avanti con fiducia, forte passione e felicità nell’essere ripartiti a tutti gli effetti».

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