Ancona-Osimo

Ancona, l’ospedale di Torrette tira un sospiro di sollievo: chiusa l’Area Cov4

Ha chiuso i battenti dopo oltre 6 mesi di attività, l'area destinata ad accogliere i pazienti positivi al Covid-19. Un segnale di ritorno alla normalità

La dottoressa Gilberta Giacchetti

ANCONA – Tira un sospiro di sollievo l’ospedale regionale di Torrette di Ancona. Nel pomeriggio di ieri – 28 aprile – l’area Cov4 ha chiuso i battenti dopo oltre 6 mesi di attività. Il reparto, riservato ai pazienti positivi al virus covid-19, era stato ricavato al quinto piano del corpo principale dell’ospedale, per contenere l’ondata di ricoveri.

L’area era stata aperta inizialmente nel marzo scorso al sesto piano, durante la prima fase dell’emergenza, poi era stato chiuso, ma ad ottobre era tornato in attività in occasione della seconda ondata della pandemia e non ha più cessato di accogliere pazienti fino a ieri. Dal sesto piano a febbraio, il reparto guidato dai primari Gianpiero Perna e Michele Maria Lucchetti, era stato spostato al quinto piano per accogliere un numero maggiore di pazienti, tanto che dai 24 posti letto covid era arrivato a 48, raddoppiando la sua capacità.

Grazie ad una flessione della curva epidemiologica, dopo aver raggiunto il picco della terza ondata il 18 marzo scorso, l’ospedale si sta lentamente svuotando. «È stato quasi inaspettato – afferma Gilberta Giacchetti, dirigente medico della Clinica di Endocrinologia degli Ospedali Riuniti di Ancona, uno dei medici che a rotazione prestava servizio nell’area Cov4 -, avevamo i turni programmati fino al 10 maggio, ma poi il calo dei ricoveri si è così intensificato che alla fine il reparto ha potuto essere smantellato».

«Un grande segnale di speranza – fa notare Michele Caporossi, direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona – nel futuro e nel ritorno alla normalità ovvero alla possibilità di curare tutte le patologie».

«Una bella notizia – come evidenzia la dottoressa Giacchetti – perché segna un graduale ritorno alla normalità per l’attività dell’ospedale, specie di quella chirurgica, che in questi mesi ha dovuto registrare una contrazione per far fronte all’emergenza sanitaria. Questo non significa che il covid non c’è più, bisogna comunque continuare a prestare attenzione e rispettare le misure previste».

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