Ancona-Osimo

Osimo, i sindacati lanciano l’allarme: «I dipendenti del trasporto pubblico senza stipendio»

Da tre mesi gli autisti, che da bando comunale erano passati da Tpl a Tribuzio, sono senza spettanze. L'appello del sindaco

Il centro di Osimo

OSIMO – Le organizzazioni sindacali Filt Cgil e Fit Cisl hanno lanciato l’allarme per i sei autisti dipendenti della Tribuzio Marche srl con sede a Osimo, l’azienda privata che l’anno scorso vinse l’appalto per il servizio di trasporto pubblico locale, acquisendo la Tpl srl, la società partecipata dal Comune che, per legge, l’ha dismessa. Da tre mesi i dipendenti, che da bando comunale erano passati da Tpl a Tribuzio appunto, sono senza stipendio.

«Ho ricevuto una missiva dalle organizzazioni sindacali e mi dichiaro al fianco dei lavoratori della Tribuzio che non ricevono lo stipendio da tre mesi – afferma il sindaco Simone Pugnaloni -. Il mio è un appello affinché nell’immediatezza la Tribuzio onori questo debito con i propri dipendenti, altrimenti saremo costretti a surrogarci al pagamento detraendo le risorse alla liquidazione delle attuali spettanze in favore della società per il contratto di servizio in essere. Confido, dopo questo appello, che Tribuzio paghi immediatamente».

Già un mese fa i sindacati avevano manifestato perplessità al Comune, che velocizzò la pratica di liquidazione delle spettanze di gennaio e febbraio alla Tribuzio Marche srl. La società ha sede legale a Osimo proprio per gestire il trasporto urbano cittadino ma fa parte di un gruppo più grande della Tribuzio srl di Pontecorvo, in provincia di Frosinone, che oltre a gestire servizi di linea si occupa anche di noleggio autobus e agenzia viaggi, sia nel Lazio che in Abruzzo e nelle Marche. I sindaci hanno attivato la richiesta di “pagamento in surroga” per i sei dipendenti della società laziale perché il Comune si sostituisca all’azienda nel versamento delle spettanze e subito dopo la richiesta il Comune avrebbe versato all’azienda i corrispettivi di gennaio e febbraio per il servizio.

© riproduzione riservata