Ancona-Osimo

Osimo, un progetto per recuperare l’ex ospedale Muzio Gallo

L’intervento centrale durante un incontro ad hoc è stato quello dell’ingegner Barbara Vinci, la quale, sette anni or sono, si laureò portando come tesi di laurea proprio la riqualificazione della struttura

L'ex ospedale Muzio Gallo abbandonato
L'ex ospedale Muzio Gallo abbandonato

OSIMO – L’incontro organizzato dal gruppo consiliare Progetto Osimo Futura ha riportato alla ribalta la questione riguardante il Muzio Gallo, l’ex ospedale dismesso verso la fine degli anni Ottanta. Gli interventi che si sono succeduti hanno tutti sottolineato come quaranta anni di incuria abbiano reso il sito preda di abbandono e vandalismo, perdendo, anno dopo anno, la possibilità di un rilancio dell’ex ospedale. Achille Ginnetti, consigliere di Progetto Osimo Futura, ha detto: «Belli i tempi dell’ospedale, tra gli anni Sessanta e Ottanta, quando cioè il Muzio Gallo rappresentò dapprima un centro di cura della tubercolosi, poi centro pneumologico, attirando pazienti non solo da Osimo, ma pure dalle Marche e anche altre regioni». L’intervento di Stefano Gallo Perozzi ha stigmatizzato poi il modo di gestire la politica osimana: «E’ spesso contrapposta in modo polemico e comunque mai in grado di prendere una decisione positiva nei confronti del Muzio Gallo, salvo fare dichiarazioni e promesse di scarso senso pratico. Un peccato, anche perché affettivamente parlando, il dono della Contessa Gallo verso Osimo, negli anni Trenta avrebbe meritato ben altra considerazione e rispetto».

Il progetto

L’intervento centrale è stato quello dell’ingegner Barbara Vinci, la quale, sette anni or sono, si laureò portando come tesi di laurea la riqualificazione del Muzio Gallo. Premesso che i vincoli attuali impongano scelte di riqualificazione legate al mondo della cura e della salute in generale, il progetto presentato da Barbara Binci è stato accolto con molto interesse. E’ partito da un’analisi geografica e storica dell’ex ospedale, proseguendo poi con una valutazione della presenza nel territorio di strutture ospedaliere. Le considerazioni fatte, assieme ad uno studio sulla dislocazione delle aziende produttive e del comparto industriale nell’area circoscritta tra Ancona e Jesi, hanno portato a prediligere un rilancio del Muzio Gallo quale Polo Tecnologico per la Formazione e l’innovazione, quindi non nell’area della salute ma, comunque, un progetto di supporto allo sviluppo produttivo e ausilio per le piccole e medie imprese operanti nel territorio. Il progetto si è poi concentrato sull’evoluzione volumetrica, sulle strategie progettuali e sui possibili collegamenti con il settore pubblico e gli imprenditori. Molti gli interventi del pubblico presente per comprendere le reali possibilità di rilancio del Muzio Gallo. Poi un auspicio, che i cittadini si prendano in carico l’onere di parlare del Muzio Gallo, della struttura edilizia e dell’immenso parco che la circonda, insistendo verso la politica per trovare una soluzione positiva. Di particolare interesse l’intervento dell’oncologo Luciano Giuliodori che ha prospettato la possibilità di ricavare all’interno dell’edificio uno spazio da adibire a Hospice. Per finire, su suggerimento della stessa Binci, perché non coinvolgere giovani progettisti nello studio di progetti di rilancio del Muzio Gallo? Potrebbero costituire un’utile base di partenza per dare speranza e prospettive future anche per le nuove generazioni.

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