Ancona-Osimo

Operazione Multiservizi-Estra, la Sinistra anconetana: «Operazione dubbia e frettolosa»

La denuncia arriva dalle forze politiche di sinistra della provincia di Ancona: «L'unico obiettivo è la quotazione in borsa»

Nella foto da sx: Giuliano Brandoni, Francesco Rubini e Fabio Pasquinelli

ANCONA- Si allarga la lista delle forze politiche contrarie allo scambio di quote tra Multiservizi Spa ed Estra Spa. Si tratta di un’operazione finanziaria da 42 milioni di euro nella quale Multiservizi cede il suo 55% di Edma in cambio dell’acquisizione del 10% delle quote societarie di Estra. Dopo il Movimento 5 Stelle che ha presentato un esposto alla Corte dei Conti, questa volta la denuncia di presunte irregolarità arriva dalle forze politiche di sinistra della provincia di Ancona che parlano di operazione frettolosa e dubbia: il gruppo consiliare di Ancona Sel-Abc, Il Paese che vorrei di Camerata Picena, Sinistra Unita di Maiolati Spontini, Cittadini in Comune di Falconara Marittima, Territorio Comunità di Osimo, Solidarietà e Partecipazione di Trecastelli. Lunedì 6 novembre l’operazione finanziaria è stata approvata dall’Assemblea dei 44 Sindaci, soci di Multiservizi. Gli unici contrari sono stati Jesi, Castelfidardo e Fabriano. Si sono invece astenuti Falconara e Monsano. Prima di approdare al voto dell’Assemblea dei Sindaci, l’atto è stato discusso solo in alcuni consigli comunali. In altri la questione non è stata affrontata.

Francesco Rubini

«L’operazione finanziaria è chiara, l’obiettivo è quello della quotazione in borsa. Edma sarà trasferita dentro il colosso toscano Estra e in cambio di questo, Multiservzi riceverà una parte delle partecipazioni. In questo modo i servizi pubblici diventano uno strumento di profitto, di mercato, di quotazioni in borsa. È stato detto che con la quotazione in borsa avremmo 2 milioni di utili ma la borsa è un mercato variabile. Se va male le perdite si ripartiscono- commenta Francesco Rubini, capogruppo Sel-Abc-. Da un’operazione di questo genere emergono negligenze procedurali. In alcuni comuni questa discussione non è nemmeno arrivata, i sindaci hanno votato direttamente all’Assemblea. Ad Ancona, durante la discussione in Consiglio comunale, abbiamo rilevato delle irregolarità a cominciare dalla Fairness Opinion fornita dalla STS, società di revisione di Prato che ha stabilito il valore economico dell’operazione in 42milioni di euro. La STS è consulente fisso di Estra, è evidente che c’è un conflitto di interesse. Inoltre, questo atto, dietro lo scudo salvifico dell’atto di mero indirizzo, non ha avuto il parere del revisore dei conti».

«Si cedono potestà di controllo e reti del gas a una società “straniera”. I padroni diventano il mercato e Estra, dove Multiservizi entrerà in minoranza – afferma Giuliano Brandoni, responsabile enti locali Rifondazione Comunista -. Si poteva fare diversamente: questo territorio poteva realizzare una struttura regionale o provinciale in grado di vincere la gara delle reti del gas. A tutt’oggi era possibile mantenere una struttura pubblica e non delegare a un soggetto che andando in borsa diventa finanziario ed ha altri obiettivi».

«I governi del PD vogliono mettere le mani su tutti i servizi pubblici, in contrasto con la volontà popolare emersa dal referendum del 2011. Questa operazione è finalizzata alla completa privatizzazione delle reti del gas. Il Comune di Ancona nelle sue scelte sbagliate trascina tutto il territorio perché è socio di maggioranza- dichiara Fabio Pasquinelli, capogruppo in Consiglio comunale a Osimo di Territorio Comunità-. Mettono in vendita le reti del gas prima delle elezioni. Alla fine di quest’anno ci sarebbe dovuta essere la gara per il Tpl ma la faranno dopo le elezioni altrimenti sarebbe la fine di Conerobus e per il PD significherebbe perdere voti. È necessario mettere in campo una battaglia forte e creare un’alleanza sul territorio di carattere civico».

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