Ancona-Osimo

Omicidio di Sirolo, preso il presunto killer: interrogato tutta la notte in caserma

A perdere la vita Klajdi Bitri, 23enne albanese residente ad Ancona. L’operaio, che lavorava per un’azienda dei cantieri navali, è morto dopo aver cercato di difendere un amico, giovane papà, coinvolto in una lite scoppiata alla rotatoria con il killer

Il luogo dell'incidente

SIROLO – La violenta lite in strada, le botte poi il colpo di fiocina sparato con un fucile da sub che ha preso un 23enne in pieno petto uccidendolo all’istante. Ieri pomeriggio (domenica 27 agosto) è stato il caos in via Cilea, stradina a pochissimi passi dal centro di Sirolo. A perdere la vita Klajdi Bitri, 23enne albanese residente ad Ancona.

L’operaio, che lavorava per un’azienda dei cantieri navali, è morto dopo aver cercato di difendere un amico, giovane papà, coinvolto in una lite scoppiata alla rotatoria con il killer. In un attimo l’omicida si è dato alla fuga a bordo di una Opel Astra grigia, condotta da una ragazza che sarebbe la sua compagna. È scattata la caccia all’uomo, durata quattro ore e terminata con l’arresto dell’aggressore, Fatah Melloul, un algerino di 28 anni bloccato a ridosso della spiaggia di Palombina a Falconara. È stato bloccato dai carabinieri con il taser e portato negli uffici della caserma di Osimo, che procede per il delitto. Era a torso nudo con la fiocina vicino a lui in stato semi confusionale. Accanto a lui c’era la fidanzata con cui, dopo il delitto, a bordo di una Opel Zafira se ne era andato a Falconara per concedersi una battuta di pesca subacquea. Nei confronti della donna, al momento, non sono scattati provvedimenti.

Klajdi Bitri
Klajdi Bitri, la vittima dell’omicidio

L’arresto

Dopo una notte di interrogatorio serrato, è stato portato in carcere l’algerino, residente a Montecarotto. Nei suoi confronti è scattata la misura del fermo perché, secondo gli inquirenti, è gravemente indiziato del delitto di Bitri. L’uomo si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere in caserma. E’ stato interrogato per tutta la notte (lunedì 28), circa quattro ore, dal pm Marco Pucilli.

La dinamica

Il 23enne è morto per aiutare un amico, un padre di famiglia che veniva picchiato selvaggiamente dall’automobilista. Secondo le prime ricostruzioni della terribile dinamica infatti, pare proprio che la macchina del killer fosse dietro una vettura guidata da un papà di Ancona con a bordo la moglie e due bambini piccoli. Si sarebbe attardato a passare e l’auto dove viaggiava l’omicida, guidata da una donna, ha iniziato a suonare il clacson per incitarlo. L’algerino sarebbe sceso dalla macchina e ha iniziato a prendere a botte il papà. C’era una terza auto, con a bordo tre ragazzi, amici della famigliola, che vedendo cosa stava accadendo si è fermata. A scendere è stato il 23enne per aiutare l’amico. Il killer allora sarebbe tornato verso l’auto, avrebbe aperto il portabagagli e dopo avere imbracciato il fucile da sub avrebbe sparato una fiocina in direzione dei due. Il 23enne è stato colpito al petto ed è morto sul colpo. L’assassino si è allontanato. Sul posto della tragedia i carabinieri, il 118, il pubblico ministero Pucilli e il sindaco di Sirolo Filippo Moschella. In serata appunto, attorno alle 21, l’omicida è stato catturato a Falconara dai carabinieri.

Il commento

«Sono sconvolto e preoccupato per l’omicidio avvenuto a Sirolo dove un giovane di 23 anni è stato ucciso a colpi di fiocina per strada per aver cercato di aiutare un padre di famiglia incappato nella furia di un automobilista trasformatasi in vero e proprio pestaggio. Con frequenza crescente le nostre tranquille cittadine stanno diventando teatro di violenze di vario ordine e grado che testimoniano di un crescente imbarbarimento della vita sociale di cui sta diventando sempre più urgente indagare e fronteggiare i motivi, vieppiù laddove appare futile come quello che avrebbe generato l’omicidio di Sirolo. Esprimo la mia vicinanza alla famiglia del giovane ucciso e a tutta la comunità di Sirolo, rimasta impotente e impietrita di fronte ad un episodio efferato di cui è ingiustificabile qualsiasi motivazione». Lo dichiara a caldo dopo lo sconvolgente episodio di cronaca il vicecapogruppo della Lega Marche in Consiglio Regionale Mirko Bilò per cui è improcrastinabile un’azione corale per ricercare e fronteggiare i motivi della violenza in ambito urbano sempre meno episodica.

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