Ancona-Osimo

Obesità: colpito il 10% dei marchigiani, il 15% sono bambini

Un problema che tocca anche i più piccoli. Nel 2017 sono stati 30 gli interventi chirurgici bariatrici eseguiti a Torrette per la riduzione del peso

Obesità

ANCONA – Cibo spazzatura, sedentarietà, malnutrizione, alimenti troppo calorici, raffinati e ricchi di zuccheri. Sono questi i principali fattori coinvolti nell’aumento di peso.

Un problema che interessa 1 italiano su 2 e che in alcuni casi sfocia in obesità, uno dei principali problemi di salute pubblica. Una condizione che è in costante e preoccupante aumento e che rappresenta un fattore di rischio per diverse malattie croniche, come il diabete mellito, l’ipercolesterolemia, i disturbi respiratori e le cardiopatie.  Un problema sul quale ha posto l’accento anche l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) rilevando come dal 1980 sia raddoppiato il numero delle persone obese, con il rischio che fra 15 anni possa toccare addirittura il 70% della popolazione europea, sia sovrappeso che obesa.

Una condizione che in Italia interessa circa il 10% della popolazione, colpendo in misura maggiore le donne rispetto agli uomini. Nelle Marche la situazione è in linea con il dato nazionale che tra l’altro vede crescere anche il numero dei bambini con problemi di peso.

Un problema che costa allo stato oltre 9 miliardi di euro all’anno, dal momento che chi è obeso si ammala di più. Diabete, ipertensione, cardiopatie ischemiche, aumentato rischio di ictus e di tumori, sono tra i pericoli maggiori che corre chi ha problemi di peso. Globalmente si è stimato, infatti, che ad esempio nel caso del diabete mellito, strettamente connesso all’eccesso di grasso corporeo, il 60% dei casi siano legati all’obesità. Non solo, un 20% di malattie coronariche deriverebbero da questa condizione, così come una maggiore incidenza tumorale che va dall’8 al 42% delle neoplasie a seconda degli organi interessati.

Giovanni Lezoche

Colpa dello «stile di vita improntato alla sedentarietà e al consumo eccessivo di cibi ipercalorici e raffinati», spiega il professor Giovanni Lezoche, unico chirurgo nelle Marche ad eseguire interventi bariatrici presso la Clinica Chirurgica degli Ospedali Riuniti di Ancona. Una tecnica chirurgica mirata alla riduzione del peso corporeo attraverso la rimozione o la chiusura di una porzione di stomaco, che viene eseguita nei pazienti che non sono riusciti a contrastare l’obesità con il cambiamento degli stili di vita (dieta e movimento).

«Interveniamo chirurgicamente sui pazienti che hanno un indice di massa corporea superiore a 35, quando riscontriamo anche patologie collegate allo stato di obesità, e in quelli con indice superiore a 40 anche senza malattie connesse», spiega il professor Lezoche.

Un problema contro il quale lo Stato e gli altri paesi europei fanno poco e nulla, sottolinea il chirurgo.  «Occorre lavorare molto sulla prevenzione – spiega – è questo l’unico modo per combattere l’obesità e bisogna partire dalla tenera età, dato che l’obesità infantile interessa il 15% dei bambini italiani ed europei». Un ambito nel quale il ruolo della famiglia è essenziale nel promuovere corretti stili di vita mettendo al bando «vita sedentaria, cibo spazzatura e bevande zuccherate», precisa il medico.

«Per la prima volta in centinaia di anni in questo decennio si è registrata una riduzione dell’aspettativa di vita nei paesi occidentali – mette in guardia il professor Lezoche – collegata proprio all’incremento del numero di persone obese. Un problema che da qui ai prossimi 20 anni esploderà ulteriormente».

Sovrappeso

Una condizione, quella dell’obesità, che come evidenzia il chirurgo ha solo tre soluzioni: cambiare stile di vita, il ricorso alla terapia farmacologica e come ultima spiaggia la chirurgia. A Torrette gli interventi di chirurgia bariatrica prevedono un percorso di presa in carico multidisciplinare, costituito da vari professionisti della salute: psicologo, nutrizionista, chirurgo e anestesista.

Ma come si combatte l’obesità?
«Innanzi tutto occorre alimentarsi correttamente, preferendo la dieta mediterranea che mette al primo posto frutta e verdura – spiega il chirurgo – poi è bene evitare di saltare i pasti. Come regola generale sarebbe bene seguire quella di fare una colazione da re, un pranzo da principe e una cena da povero, dedicando ad ogni pasto almeno 30 minuti».

Il professor Lezoche pone l’accento anche sull’importanza dell’attività fisica: «occorre muoversi, praticare sport – spiega – un aspetto molto importante anche per i bambini, che dovrebbero iniziare presto.  È necessario educare i bambini ai corretti stili di vita e sarebbe opportuno che anche lo Stato incentivasse gli sforzi fatti in tale direzione. La chirurgia deve rappresentare solo l’ultima spiaggia».

I NUMERI DELLA CHIRURGIA BARIATRICA

La dislocazione geografica dei centri che effettuano la chirurgia bariatrica (tratto dal sito SICOB)

Sono stati oltre 11490 gli interventi chirurgici contro l’obesità eseguiti in Italia nel 2017, dei quali 2817 su maschi e 8672 su femmine. Un numero in crescita rispetto al 2016 quando erano 9607.  Complessivamente in Italia dall’istituzione del registro SICOB (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie Metaboliche) sono stati 84.247 gli interventi bariatrici, dei quali 21.290 eseguiti su maschi e 66455 su femmine.
Nelle Marche questo tipo di interventi vengono eseguiti solo all’Ospedale di Torrette, dove da quando ha preso il via la chirurgia bariatrica nel 2014, ne sono stati eseguiti 80 dei quali 30 solo nel 2017.

La dislocazione geografica dei pazienti operati con chirurgia bariatrica

LA TECNICA ESEGUITA AGLI OSPEDALI RIUNITI
Gli interventi bariatrici eseguiti a Torrette impiegano una chirurgia mininvasiva laparoscopica. La tecnica più utilizzata è quella denominata Sleeve, che viene eseguita nel 60% degli interventi contro l’obesità e consiste nella riduzione tramite taglio di una porzione pari al 90% dello stomaco, che diventa un tubicino.  L’altra tecnica praticata all’ospedale di Torrette è quella del Bypass Gastrico, che consiste nel chiudere una parte dello stomaco e nel creare un bypass del piccolo intestino digiuno che viene attaccato allo stomaco (rappresenta in Italia e nel mondo il 20% degli interventi).

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