Ancona-Osimo

Obbligo vaccinale per i sanitari, LaISa scrive ad Acquaroli: «Sospendere il provvedimento»

Il sindacato dei lavoratori autonomi della sanità ha scritto al governatore per chiedere il richiamo in servizio nell'attesa dell'esito dei ricorsi al Tar, che ammontano a 150 circa

Enzo Palladino, segretario generale Laisa in Piazza Roma

ANCONA – Emanare un provvedimento sospensivo contro l’obbligo vaccinale anti Covid per i sanitari. È quanto chiede il sindacato LaISa che ha inviato una lettera al presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. Il presidente del sindacato dei lavoratori autonomi della sanità, Enzo Palladino, infermiere presso l’Endoscopia Digestiva dell’ospedale regionale di Torrette, sospeso nei giorni perché non vaccinato, nella missiva chiede al governatore di «richiamare in servizio» i sanitari già sospesi dal servizio, «fino alla sentenza del Tar Marche» sui ricorsi avanzati dagli operatori non vaccinati, circa 150.

Secondo Palladino «una sospensione di massa del personale sanitario non vaccinato comporta, da un lato un ricatto compiuto per gli operatori interessati, dall’altro, un danno per la comunità» in quanto impoverisce ulteriormente le strutture ospedaliere già afflitte dalla carenza di personale. A tal proposito Palladino sostiene che tra i sanitari non vaccinati «si può operare una sotto classificazione: non vaccinati per non essere ancora stati sospesi e non vaccinati per la “sospensiva” del TAR Marche» e non vaccinati non ancora ricollocati.

LaiSa nella lettera inviata al presidente Acquaroli evidenzia che nelle Marche «l’applicazione del provvedimento sospensivo ha subìto un ritardo, rispetto alla “tabella di marcia” di circa cinque mesi, senza che abbia caratterizzato, apparentemente, alcun danno ai cosiddetti “pazienti fragili”» e che in questo periodo «non si sono avuti problemi di alcuna sorte, anzi i servizi di erogazione assistenziali hanno continuato a garantire le prestazioni benché in presenza di costante carenza organica». Il sindacato infine annuncia nuovi ricorsi al TAR Marche «con tutte le conseguenze del caso: incremento di ricorsi giudiziari a tutti i livelli».

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