Ancona-Osimo

Granchio blu, catturato un nuovo esemplare nell’Adriatico. Il racconto del pescatore anconetano

Con il suo peschereccio, Claudio Bernardini era a circa un miglio e mezzo dalla costa quando ha visto nelle reti una nuova specie aliena di granchio blu, finora mai rilevata nel Mar Adriatico

Claudio Bernardini a bordo del suo peschereccio ‘Re Simba’

ANCONA – Si chiama Claudio Bernardini, il pescatore anconetano che ha catturato un esemplare di granchio blu del Mar Rosso nello specchio di mare antistante a Palombina, tra febbraio e marzo di quest’anno. Con il suo peschereccio, il Re Simba, solitamente ormeggiato al Mandracchio di Ancona, era a circa un miglio e mezzo dalla costa quando ha scorto il Portunus segnis, una nuova specie aliena di granchio blu proveniente dal Mar Rosso e dall’Oceano Indiano occidentale, finora mai rilevata nel Mar Adriatico.

«Stavo recuperando le reti da pesca e in una di queste ho visto il granchio blu – racconta – mi sono subito reso conto che non era il solito, ma che era diverso dal granchio blu americano che ci capita spesso di trovare nelle reti». Nel mondo della pesca dal 1989, da quando aveva 22 anni, Bernardini è un pescatore esperto, tanto da riuscire a cogliere, con il suo occhio attento, le più piccole sfumature.

Inoltre, ci racconta di collaborare già dal 1996 con il Cnr in diversi progetti legati alle zone di pesca. «Ho informato subito il Cnr – dice -, con Fabio Grati, primo ricercatore del Cnr-Irbim ci conosciamo da una vita: i ricercatori mi chiedono sempre di avvisarli quando vedo nuove specie di pesci in mare».

L’esemplare di granchio finito nelle reti di Bernardini

«Mi è saltata all’occhio la colorazione diversa del carapace – spiega – il granchio che avevo preso aveva delle macchioline bianche, il granchio blu americano lo conosco bene, i primi li avevo pescati 15 anni fa sempre davanti a Palombina».

La nuova specie, però, precisa è stata «una cattura occasionale. Sicuramente anche altri pescatori avranno incrociato questo granchio, ma magari non ci hanno dato peso». Un rapporto fondamentale, quello tra il mondo della pesca e quello della ricerca: i pescatori sono infatti le sentinelle del mare e dei suoi cambiamenti.

Come è cambiata la situazione in mare dalla fine degli anni ’80 secondo il suo punto di osservazione?
«C’è stato sicuramente un calo del pescato, lo sfruttamento c’è stato e anche dal punto di vista del cambiamento climatico vediamo fenomeni più estremi anche in mare, ma la tecnologia ci aiuta: i satellitari, i telefonini e le previsioni meteo sono fondamentali».

Il pescatore spiega infatti che le reti vengono calate in mare (lui effettua la pesca dei Rombi) e riprese dopo un paio di giorni, grazie alle previsioni «sappiamo quando è il caso di andare prima a recuperare l’attrezzatura. Per quanto riguarda l’inquinamento notiamo maggiore attenzione rispetto al passato, le persone stanno più attente a non abbandonare rifiuti in mare, segno che le campagne di sensibilizzazione hanno funzionato».

Per Bernardini però la cattura della nuova specie aliena non è collegata al cambiamento climatico, «nuove specie di pesci ci sono sempre state. Trenta anni fa ad esempio da noi era molto raro prendere un’orata, invece adesso è un pesce pescato nell’Adriatico; certo il granchio blu è un pesce tropicale, ma credo che questa cattura occasionale dipenda più dalle importazioni che dal cambiamento climatico e dall’arrivo delle navi che scaricano le acque di zavorra, poi certamente queste specie se trovano un ambiente giusto attecchiscono».

Che messaggio si sente di dare ai giovani sul fronte della tutela dell’ecosistema marino?
«Per tutelare a salute del mare bisogna rispettarlo: il mare – conclude – per noi pescatori è la vita, per questo lo amiamo e lo rispettiamo, tutti dovrebbero farlo, stando attenti a non sporcarlo».

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