Ancona-Osimo

Nuova darsena crocieristica, Italia Nostra: «Errata la collocazione della nuova banchina»

Per l'associazione è meglio realizzare «la penisola tra la diga foranea e il Molo sud, dove concentrare tutti i traffici commerciali, comprese le crociere. Questa localizzazione, più lontana dalla città e più vicina all’uscita stradale dal porto, ridurrebbe anche la lunghezza del percorso dei veicoli in entrata e uscita e l'inquinamento»

Veduta dall'alto del Porto di Ancona
Veduta dall'alto del Porto di Ancona

ANCONA – «Non ha senso parlare di valorizzazione del porto antico, aver tolto le reti o aver impreziosito il molo con l’opera di Cucchi e di fatto pedonalizzato l’area, per poi realizzare una nuova darsena per il traffico crocieristico basato su immense città galleggianti, produttrici di inquinamento ed energivore, che in altre città si cerca di allontanare, imponendo un nuovo passaggio per migliaia di auto l’anno, (previste 470mila persone in più) e aumentando l’inquinamento atmosferico». La sezione di Ancona di Italia Nostra esprime forti perplessità sulla «realizzazione, in concessione ad un privato per almeno 50 anni, di un nuovo terminal crocieristico con vista sull’Arco di Traiano, al Molo Nord alias molo Clementino».

L’Autorità di Sistema portuale ha infatti ufficializzato il progetto per realizzare il nuovo terminal con il banchinamento del fronte esterno del molo Clementino, che permetterà di far attraccare crociere lunghe fino a 350 metri. Ai pareri favorevoli già incassati si è aggiunto il nullaosta della Giunta che dovrà sottoporre la delibera al voto del prossimo consiglio comunale, probabilmente il 12 aprile. «All’inquinamento si aggiunge una nuova strada lungo le mura storiche medioevali di Ancona – continua Italia Nostra – la realizzazione di due parcheggi di cui uno multipiano, il tutto localizzato ancor più vicino ai monumenti storici, agli archi Traiano e Clementino e sotto la cattedrale di San Ciriaco, con un rischio maggiorato per la loro integrità fisica».

L’associazione ricorda che per quanto riguarda «l’inquinamento, ad Ancona siamo ancora all’anno zero. Esiste solo un agreement volontario per uso di carburante a minor contenuto di zolfo allo 0,1% durante la sosta delle navi che ha solo effetti parziali come è ben visibile dalle persistenti fumate nere. Dal 2010, quando la città era tra le più inquinanti di Italia per le PM 10, il Comune non ha posto in atto nessuna misura di effettivo contrasto e risanamento. Siamo ancora, dopo 9 anni, all’avvio di una fase di studio della situazione. Nell’ultimo anno sono state respinte anche due mozioni per iniziative a favore dell’istituzione nel Mediterraneo di una zona a basso tenore di zolfo, come già avviene nel mare del Nord».

Per Italia Nostra «è errata la collocazione della nuova banchina. Se si vuole percorrere lo sviluppo di questa nuova attività crocieristica, è allora necessario che con i 22 milioni di euro di spesa previsti, si avvii con decisione la realizzazione della “penisola” tra la diga foranea e il Molo sud, dove concentrare tutti i traffici commerciali, comprese le crociere. Questa localizzazione alternativa del terminal, più lontana dalla città e più vicina all’uscita stradale dal porto, ridurrebbe anche la lunghezza del percorso dei veicoli in entrata e uscita e il relativo inquinamento aggiunto».

«I conti finora diffusi- sostiene l’associazione – dimostrano che a fronte di ipotetici guadagni di alcune categorie commerciali, vi sarebbero sicure “ricadute economiche negative” a carico del resto dei cittadini di Ancona. Se l’Autorità Portuale fa gli interessi forti di una compagnia di navigazione, non spetta forse al Comune di Ancona difendere gli interessi e i polmoni dei cittadini, nonché il patrimonio storico e artistico della città?».

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