Ancona-Osimo

«No al nucleare e al gas fossile»: lettera aperta al ministro Cingolani da 60 tra associazioni, Ong e movimenti per il clima

Tra i sottoscrittori anche associazioni e movimenti marchigiani, fra i quali Trivelle Zero Marche, Fridays for Future Ancona e Urbino, Ya Basta! Marche, Ondaverde Falconara Marittima ODV e Partito della Rifondazione Comunista Marche

I Fridays for Future a Milano

ANCONA – «La invitiamo a confermare in modo rapido e deciso il veto italiano contro l’etichettatura del nucleare come una forma di energia sostenibile e sottolineare che il tentativo della Commissione di plasmare questa discussione durante la Cop26 sull’emergenza climatica non è accettabile». È quanto si legge nella lettera aperta inviata al ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani da oltre 60 associazioni, Ong e movimenti italiani.

Nella missiva, sottoscritta da associazioni e movimenti nazionali ed esteri, fra i quali Trivelle Zero Marche, Fridays for Future Ancona, Fridays for Future Urbino, Ya Basta! Marche, Ondaverde Falconara Marittima ODV e Partito della Rifondazione Comunista Marche si chiede di non includere il nucleare di fissione il gas fossile tra le fonti considerate green.

La Campagna Per il Clima Fuori dal Fossile  aveva organizzato una manifestazione sotto il MITE (Ministero della Transizione Ecologica) il 9 ottobre scorso per incontrare il ministro e parlare proprio di questi temi e, a inizio dicembre, aveva inviato insieme all’Ong tedesca Urgewald e la Ong francese Reclaim Finance una open letter a Cingolani, firmata da oltre 60 associazioni, ONG e movimenti italiani, per chiedere di non includere il nucleare e il gas nella tassonomia green. La stessa lettera era stata inviata da oltre 100 ONG anche a Olaf Scholz, nuovo cancelliere tedesco, che ha recepito l’appello, proponendo un programma tedesco di Green New Deal molto più coraggioso.

«Invece il Ministro Cingolani ha appoggiato nella UE la linea francese – fa sapere la rete Fuori dal Fossile – , opposta a quella tedesca, austriaca e danese, con l’aggravante che l’Italia non produce e vende impianti nucleari e che Cingolani non rappresenta l’opinione del Popolo Italiano, che in ben due referendum ha bocciato ogni sviluppo del nucleare».

La lettera aperta

«Egregio Ministro – si legge nella missiva – siamo estremamente preoccupati per l’annuncio del presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di etichettare probabilmente sia l’energia nucleare che il gas fossile come “sostenibili” nel contesto della tassonomia dell’UE. Secondo le notizie dei media nazionali, è stata l’assenza di una forte voce italiana contro il nucleare nel Consiglio europeo del 21/22 ottobre che ha contribuito direttamente a questa decisione».

Secondo i movimenti il regolamento sulla tassonomia dell’UE «ha lo scopo di fornire linee guida per i necessari investimenti orientati al futuro per la transizione ecologica dell’Europa. L’energia nucleare, tuttavia, è insostenibile a causa dei gravi rischi per la sicurezza, dell’inquinamento ambientale e del problema delle scorie ancora irrisolto. Il gas fossile emette grandi quantità di gas serra dannosi per il clima in particolare il metano (methane leakage), lungo la sua catena di estrazione e trasporto. Garantire al nucleare e al gas fossile l’etichetta di sostenibilità minerebbe gli obiettivi climatici dell’UE, distoglierebbe gli investimenti tanto necessari nella transizione verde e metterebbe a repentaglio la credibilità dell’intero Green Deal europeo».

Nella lettera le associazioni, Ong e movimenti ricordano che l’Italia ha abrogato il programma italiano nucleare col referendum di giugno 2011, in cui il quesito venne approvato con un quorum di circa il 54% di votanti e una maggioranza di oltre il 94%. «Abbiamo ancora il problema aperto delle scorie nucleari di allora. Le Ong e associazioni italiane e di tutta Europa le chiedono di prendere una posizione altrettanto chiara contro l’energia nucleare ma anche contro il gas fossile a livello europeo».

Inoltre nella lettera rimarcano che le associazioni per il clima hanno diritto alla consultazione pubblica su tutti i piani e progetti del Governo, compresi i progetti del PnRR «di cui non sappiamo ancora niente. Due terzi di questi fondi sono debiti che noi cittadini e i nostri figli dovranno restituire all’Europa. Non sprechiamo questi fondi in nucleare e investimenti fossili».

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