Ancona-Osimo

No alla caccia: mozione in consiglio, animalisti con Bisonni

Il documento, da mettere al voto, verrà presentato martedì in consiglio regionale. Oggi l'incontro con le associazioni per spingere sulla sospensione della stagione venatoria a tutela della fauna già provata da terremoto e siccità

L'incontro in Regione per dire no alla caccia

ANCONA – Prima il terremoto poi la siccità. Animalisti contro la Regione per far sospendere l’avvio della caccia partita il 2 settembre. Questa mattina le associazioni locali e quelle nazionale hanno preso parte all’incontro organizzato dal consigliere regionale del gruppo misto Sandro Bisonni che ha annunciato la mozione che presenterà martedì prossimo in consiglio per chiedere la sospensione della caccia al fine di non danneggiare ulteriormente l’habitat già compromesso dal sisma dello scorso anno e dalla carenza di acqua della stagione estiva che hanno causato una moria della fauna selvatica.

«Già in precedenza – spiega Marisa Aquila, referente della Lav regionale – avevamo chiesto alla Regione di sospendere la stagione venatoria come aveva fatto il Lazio, per il terremoto. Una richiesta avanzata da tutte le associazioni animaliste. Non c’è stata risposta». Nell’incontro di oggi il consigliere e le associazioni hanno spiegato come anche l’Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (un ente governativo), che rappresenta l’Italia nella Comunità europea, ha fornito alle regioni delle indicazioni per la salvaguardia degli animali selvatici indicando ad esempio di non utilizzare cani da caccia, non avvicinarsi ai corsi d’acqua perché lì si concentrerebbero maggiormente gli animali vista la siccità subita nei mesi scorsi e di sospendere la caccia. «Disposizioni non recepite – spiega Aquila – come anche una legge nazionale sempre nel merito e non applicata dalla Regione che invece di sospendere la caccia l’ha anticipata al 2 settembre».

L’incontro degli animalisti con il consigliere Sandro Bisonni

All’incontro erano presenti anche diversi cittadini che abitano a ridosso di aree di caccia e che si sono espressi con preoccupazione per questa attività in prossimità delle proprie abitazioni. Una guida turistica di Macerata ha poi spiegato come anche il settore turistico non giova della caccia per la preoccupazione di chi si trova in montagna o in campagna in visita al territorio e spesso si imbatte in cacciatori di cinghiali.

«La Regione ha tenuto conto – continua Aquila – solo di quanto detto dalla polizia provinciale all’assessorato di competenza e cioè che non c’erano situazioni particolari per non aprire la caccia quest’anno». Le associazioni animaliste e ambientaliste presenti erano, oltre la Lav, anche il Wwf, Legambiente, Italia Nostra, l’Oipa, la Lac, Lupus in fabula, Leal.

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