Ancona-Osimo

Nautica, Cantiere delle Marche vara “Crowbridge”

Si tratta di uno yacht di circa 40 metri progettato da Tommaso Spadolini che ha disegnato sia le linee esterne che gli interni e con architettura navale e ingegnerizzazione di Sergio Cutolo/Hydro Tec

ANCONA – Cantiere delle Marche vara “Crowbridge“. Si tratta di uno yacht di circa 40 metri progettato da Tommaso Spadolini che ha disegnato sia le linee esterne che gli interni e con architettura navale e ingegnerizzazione di Sergio Cutolo/Hydro Tec.

«Senza retorica, questo varo, ha una carica simbolica enorme! Siamo orgogliosi e felici perché è un segnale di ripartenza concreto, tangibile. È la prova che il cantiere funziona a pieno regime, che la macchina si è rimessa in moto con l’efficienza che ci ha sempre contraddistinto. E dopo questo, seguiranno altri due vari nel giro di pochi mesi. Per quanto ci riguarda non ci sono grossi contraccolpi nel mercato, abbiamo tanti contatti con nuovi clienti e alcune trattative sono in dirittura d’arrivo. Quindi, dal nostro punto di vista, la situazione promette bene», dice Ennio Cecchini, amministratore delegato di Cantiere delle Marche.

«Il primo varo dopo la chiusura dovuta alla pandemia è una vera iniezione di ottimismo per tutto il team Cdm e un segnale forte per la città di Ancona – aggiunge Vasco Buonpensiere, direttore Vendite e Marketing di Cantiere delle Marche – Abbiamo dimostrato di saper reagire con pragmatismo e con un grosso impegno organizzativo per far fronte alle difficoltà oggettive dovute alla necessità di adeguamento alle norme di sicurezza».

Questo yacht ha tutte le qualità di un explorer di alta gamma. In primo luogo Explorer 40.22 è stato progettato per navigare in tutte le condizioni meteo-marine. Da perfetto explorer ha una carena efficiente che garantisce ottima tenuta di mare e una navigazione confortevole. La sicurezza e comfort di ospiti ed equipaggio sono stati tenuti in grande considerazione in fase progettuale. Altra caratteristica peculiare dell’explorer è la sua grande autonomia. Equipaggiamenti di alta qualità e una sala macchine ampia che agevoli interventi e manutenzioni sono altre caratteristiche fondamentali di questo progetto.

«Il progetto nasce dalla volontà del committente, italiano, di costruire una vera e propria nave con caratteristiche tecniche quanto più vicine possibile al mondo del naviglio mercantile a lui molto caro (è armatore), e che consentisse navigazioni sicure con ogni tempo e senza mai entrare nei marina», racconta Vasco Buonpensiere. Che prosegue: Ci ha chiesto uno scafo robusto in acciaio, una ridondanza degli equipaggiamenti e dei sistemi di bordo in modo da poter avere uno yacht sicuro e affidabile che fosse anche estremamente confortevole. Durante la fase progettuale e costruttiva, l’armatore è stato affiancato da un team di consulenti con i quali lavora abitualmente. “Lo yacht è pensato per la famiglia e ha un elevato livello di servizio di bordo, nonostante tutti i membri della famiglia non disdegneranno di essere coinvolti in molte attività di bordo, compresa la preparazione dei pasti».

«Ho lavorato parecchie volte con questo cliente e due dei suoi yacht più recenti portano la firma del mio studio – dice Tommaso Spadolini – Mi ha chiesto linee semplici e classiche, aree interne ed esterne ampie in modo che ci sia spazio per tutta la famiglia con la quale intende passare lunghe vacanze a bordo in totale relax. Queste possono sembrare richieste ovvie quando si parla di un grande yacht, tuttavia la particolarità sta nelle richieste molto dettagliate fatte dal cliente che conosce molto bene le aspettative e le necessità di tutti i membri della sua famiglia». Per il design interno, l’armatore ha chiesto a Spadolini uno stile elegante e disinvolto.

«Lo yacht è stato progettato sulla base degli standard richiesti da un armatore molto esperto che ha deciso di passare da uno yacht planante a un dislocante – dice Sergio Cutolo, fondatore e leader del team Hydro Tec. Che prosegue: «Il progetto di Spadolini ha richiesto il massimo livello di integrazione tra architettura navale, ingegnerizzazione e design in modo da raggiungere un perfetto equilibrio tra esigenze tecniche ed estetiche. Avendo già lavorato con Tommaso Spadolini, la collaborazione è stata facile e produttiva. L’architettura navale è stata influenzata dalla particolare distribuzione dei pesi e dalle linee della prua che è stata disegnata su indicazioni del cliente. Lo scafo è un classico scafo dislocante a carena tonda con bulbo prominente e sezione poppiera piatta. Il rapporto baglio/immersione è stato mantenuto su valori ottimali e sono state scelte eliche di grande diametro e alta efficienza. La velocità di punta sarà sensibilmente maggiore rispetto a scafi simili grazie a un accurato disegno delle linee d’acqua. Dal punto di vista strutturale abbiamo cercato di minimizzare l’impatto delle strutture sul design sia dello scafo che della sovrastruttura per un miglior sfruttamento degli spazi a disposizione. Nella sovrastruttura, in particolare, abbiamo cercato di creare il miglior rapporto possibile tra il layout interno, il posizionamento e il dimensionamento delle finestre».

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