Ancona-Osimo

I C’mon tigre partono con il tour: la band di Ancona inizia da Bologna

Il gruppo porterà l'album Habitat nei concerti in giro per l'Italia. Tra le date, anche Roma, Milano, Torino, Molfetta e Pordenone. I due ragazzi sono di Ancona, ma non hanno mai svelato i loro cognomi

C'mon tigre (foto ufficio stampa, ph Caprilli)

ANCONA – Al via il tour di presentazione di Habitat, il nuovo album d’inediti dei C’mon Tigre, pubblicato lo scorso 24 novembre. I componenti del gruppo, due ragazzi anconetani che hanno scelto di non divulgare i propri cognomi, saranno il 10 febbraio al Tpo di Bologna, il 21 al Santeria di Milano e il 22 a Torino (Hiroshima Mou Amour). Si prosegue con il Monk di Roma il 7 marzo, con l’Eremo club di Molfetta (Bari) l’indomani, per concludere il 15 al Capitol di Pordenone.

Apprezzato dalla critica specializzata per la capacità di sfidare l’appartenenza a un genere specifico attraverso un sound sperimentale e dal respiro internazionale, “Habitat” è stato inserito nelle classifiche dei migliori dischi del 2023 dei principali magazine come Rolling Stone, Panorama, Sentireascoltare, Wired, Rockit, GDM, Rock Nation, Le Rane, Exibart, Indie for bunnies e molti altri.

Il duo di Ancona (ph Margherita Caprilli. Foto diffusa dall’ufficio stampa)

In vista dei prossimi appuntamenti lungo tutta la penisola, i C’mon Tigre, band formata dai due giovani, sono pronti a regalare agli spettatori uno show immersivo e coinvolgente, liberando tutta l’energia dell’ensemble in una danza collettiva. Ognuna di queste date sarà un’occasione per poter apprezzare il panorama sonoro variopinto e articolato del nuovo capitolo discografico all’interno di uno spettacolo in cui suoni e ritmi saranno il risultato di una continua connessione tra afrobeat, jazz, funk ed influenze provenienti dalla musica brasiliana. 

C’mon Tigre è un collettivo composto da membri che condividono la passione di spingersi oltre i confini del suono e del genere, che si è ritagliato una nicchia unica nel mondo della musica sperimentale. «Il progetto si è formato nel 2014 e ha rapidamente ottenuto il riconoscimento» per il suo approccio innovativo alla creazione di musica collegata alle arti visive e alle animazioni cinematografiche, spiega il gruppo.

Il loro suono è una fusione ipnotica di vari generi, che si traduce in un paesaggio sonoro che sfida la facile categorizzazione. L’intento della band è fondere elementi disparati in un insieme coeso ha fatto sì che si guadagnassero un seguito di appassionati di musica e arte alla ricerca di qualcosa di non convenzionale. Una delle caratteristiche distintive sono le loro performance dal vivo; gli spettacoli del collettivo sono esperienze coinvolgenti che combinano musica, arte visiva e narrazione per creare un viaggio multisensoriale per il pubblico.

La discografia dei C’mon Tigre è una testimonianza della loro anima sperimentale, con album che esplorano temi che vanno dalla connessione umana a questioni sociali e politiche; i loro testi spesso approfondiscono argomenti che fanno riflettere, aggiungendo profondità e impegno intellettuale alla loro musica. Nel corso degli anni, il collettivo ha continuato a evolversi e a spingersi oltre i propri confini, collaborando con alcuni dei più talentuosi artisti del mondo della musica e delle arti visive. Il loro impegno nell’esplorazione artistica e nell’innovazione li rende una forza dinamica nel mondo della musica contemporanea, e restano un collettivo da tenere d’occhio per chi è alla ricerca di esperienze musicali uniche e di frontiera.

A conferma della sua portata globale e cosmopolita, Habitat contiene una serie di collaborazioni straordinarie, dall’afrobeat di Seun Kuti, erede di Fela Kuti, alla voce di Xênia França, brillante artista brasiliana di San Paolo, passando per una figura di spicco della musica sperimentale internazionale come Arto Lindsay e Giovanni Truppi, tra i cantautori più interessanti della scena alternativa italiana.

La copertina di Habitat

Un’odissea musicale che trascina l’ascoltatore in un pellegrinaggio alla scoperta di un ecosistema in cui tutte le forme di vita animali e vegetali prosperano e convivono, un tassello fondamentale nella carriera di un gruppo che negli anni ha saputo ampliare il proprio immaginario anche nell’ambito dell’arte visuale con autori ed artisti come Paolo Pellegrin, Gianluigi Toccafondo, Harri Peccinotti, Boogie, Jules Guerin, Ericailcane, Maurizio Anzeri, Danijel Žeželj e Donato Sansone, quest’ultimo vincitore del Best Music Video al LIAF London International Animation Festival 2022 per il videoclip di “Twist Into Any Shape”, e Marco Molinelli per il video di “Behold the Man” (pluripremiato in numerosi festival internazionali come il LAFA Los Angeles Film Awards ed il Vegas Movie Awards di Las Vegas).

L’intero lavoro è stato anticipato dai singoli “Teen Age Kingdom” (feat. Xênia França) e “The Botanist” (feat. Seun Kuti). «Habitat è una testimonianza del potere della fusione musicale, avvicinando mondi apparentemente lontani e illustrando la stretta interconnessione che esiste tra loro – hanno sottolineato i C’mon tigre – L’album è profondamente influenzato dalla tradizione brasiliana, le radici ritmiche sono nella samba, nel forrò, e viaggiano attraverso strumenti e tempi che provengono da questa magnificenza culturale. Tuttavia il suono conserva ancora quegli elementi che hanno caratterizzato il progetto fino a oggi, finendo per restituire un paesaggio sonoro riccamente stratificato».

Oltre ai featuring con Seun Kuti, Xenia Franca, Arto Lindsay e Giovanni Truppi, in questo lavoro continua anche il sodalizio artistico con il collettivo californiano Drumetrics che partecipa ai dischi dei C’mon Tigre fin dal debutto nel 2014. Queste collaborazioni colmano le lacune geografiche e raccontano la storia di un mondo che può apparire vasto e remoto ma che, in realtà, è intimamente interconnesso. Insomma, Habitat non è solamente un disco, ma anche una celebrazione dell’intricata danza dell’esistenza e dell’armoniosa coesistenza di tutte le diverse forme di vita.

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