Ancona-Osimo

Multe, incidenti e funerale della moglie: così chiedeva soldi ai sacerdoti. Arrestato truffatore seriale

L'uomo doveva scontare quattro anni e sei mesi di reclusione più mille euro di multa per reati tributari, di truffa ed evasione commessi a Numana, Ancona e a Porto Recanati tra il 2008 e il 2013

Carabinieri (Foto: Carabinieri)

NUMANA- Telefonava ai parroci di piccole chiese fingendosi un vecchio fedele bisognoso di soldi e con questa scusa si faceva accreditare su carte di credito ingenti somme di denaro. Una volta era per un incidente stradale, un’altra per una multa e un’altra ancora per il funerale della moglie: per 5 anni il truffatore seriale ha utilizzato questo modus operandi per raggirare le sue vittime. Ieri (18 dicembre) è stato arrestato dai carabinieri della Stazione di Numana a Pedaso, dove si era nascosto per sfuggire alla giustizia dovendo scontare 4 anni e 6 mesi di reclusione più mille ero di multa per reati tributari, di truffa ed evasione commessi a Numana, ad Ancona e a Porto Recanati tra il 2008 e il 2013.

S. G., 55 anni, residente a Porto Recanati ma domiciliato a Pedaso, è stato arrestato dai militari in Esecuzione Di Provvedimento Di Cumulo Di Pene Concorrenti, emesso lo scorso 30 novembre dalla Procura della Repubblica di Macerata. Il truffatore seriale è stato sorpreso e catturato in una pizzeria di Pedaso dove si era recato per cena. Durante la perquisizione domiciliare i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato 6.600 euro in contanti e 6 carte di credito. Il truffatore seriale si trova rinchiuso presso la Casa Circondariale di Marino del Tronto (AP).

MODUS OPERANDI: Il truffatore, fingendosi un vecchio parrocchiano, telefonava ai parroci di piccole chiese raccontando di essere disperato e di avere urgente bisogno di denaro per una multa da pagare a seguito di un incidente stradale. Addirittura diceva di aver anche bisogno di soldi per pagare il funerale della moglie, deceduta a seguito dello stesso incidente stradale. Una volta ottenuta la fiducia del sacerdote, si faceva accreditare su carte di credito, solitamente Postepay intestate ad ignare persone, fino a 5mila euro.

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