Ancona-Osimo

Monitoraggio di rettili e anfibi nel Parco del Conero, il direttore Zannini: «Un progetto di scienza partecipata»

Non saranno solo i ricercatori e il personale tecnico dell’ente ad eseguire l’attività: tutti i cittadini, turisti e semplici fruitori possono contribuire. Ecco come

Il direttore del Parco del Conero Marco Zannini

ANCONA – Nel territorio del Parco del Conero è in corso una campagna di monitoraggio di anfibi e rettili che durerà per l’intero 2022, utile per aggiornare il quadro delle conoscenze sulla presenza e sulla distribuzione di questi preziosi vertebrati, ottimi bioindicatori dello stato di salute degli ecosistemi.

Non saranno solo i ricercatori e il personale tecnico dell’Ente Parco ad eseguire l’attività perché tutti i cittadini, turisti e semplici fruitori del territorio del Parco del Conero, potranno contribuire.

«Le osservazioni, anche occasionali, relative ad Anfibi come rane, rospi, tritoni e rettili come lucertole, gechi, testuggini e serpenti – spiega il direttore Marco Zannini – sono preziose e non occorre essere esperti». Il materiale fotografico raccolto insieme alla compilazione della specifica scheda di segnalazione scaricabile anche sul sito internet dell’ente, www.parcodelconero.org sarà analizzato dagli esperti erpetologi. «Per i più avvezzi alle tecnologie – aggiunge il direttore del Parco del Conero – sarebbe utile inviare non solo la foto ma anche un breve video o una registrazione audio nel caso di canti riproduttivi emessi dagli anfibi e, soprattutto, indicare la localizzazione di google-maps o riportando il dato fornito dal gps del proprio dispositivo».

Al termine delle attività di monitoraggio i risultati saranno resi noti attraverso uno o più incontri aperti al pubblico evidenziando il ruolo svolto dai cittadini in questo progetto di “scienza partecipata” (o “Citizen Science”).

«La tutela di uno scrigno di biodiversità come il Parco del Conero passa in gran parte dai comportamenti virtuosi di coloro che fruiscono dell’ambiente naturale – conclude Zannini – ed è per questo che riteniamo che coinvolgere in questa semplice attività contribuisca ad accrescere la consapevolezza che la conservazione sia un obiettivo raggiungibile con l’impegno di tutti e che non possa essere demandato solo a chi amministra e gestisce l’area protetta».

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