Ancona-Osimo

Mondiali di atletica, infinito Tamberi: il salto a 2.36 vale l’oro che gli mancava

A Budapest in diretta televisiva su Rai 2 l'anconetano centra il successo iridato saltando la migliore misura stagionale al primo tentativo

Gianmarco Tamberi a Budapest dopo il salto stellare, foto Rai 2

ANCONA – Grandissimo Gianmarco Tamberi che a Budapest centra l’oro che gli mancava, quello mondiale, quello che vale il bagno nella pozza dei tremila siepi insieme a Abraham Kibiwott e Soufiane El Bakkali. Salta 2.36, l’anconetano Tamberi, al primo tentativo: un salto stellare che gli vale la medaglia d’oro iridata davanti all’americano JuVaughn Harrison: sono solo loro due a contendersi il primo e il secondo posto a quella misura, perché l’amico e avversario di sempre del Gimbo nazionale, Mutaz Barshim, si ferma a 2.33 e conquista il bronzo. Poi i tentativi a 2.36 con il salto di Tamberi nell’iperspazio, migliore misura stagionale dopo tre mesi di preparazione e rincorsa al titolo mondiale, sbagliano Potye come Barshim, Woo come Zaias, ce la fa solo l’americano Harrison che però ha già due errori contro uno solo di Tamberi, quello a 2.25. Dunque l’anconetano elimina di fatto l’avversario considerato più pericoloso, Barshim, e va a contendersi l’oro con Harrison sulla misura dei 2.38 con il vantaggio, e dunque il primo posto potenzialmente in tasca: Harrison commette tre errori, a Tamberi ne bastano due per centrare il traguardo stagionale e correre a festeggiare dalla moglie Chiara, il bacio, le foto, gli abbracci con Barshim, il bagno di folla, la bandiera tricolore sulle spalle.

Lo stadio di Budapest è tutto per Gimbo, che dopo i festeggiamenti va a complimentarsi con Harrison, chiede il tentativo a 2.40 «forty, forty», si fa fotografare insieme a Barshim e al suo figlioletto a pochi passi da quello che sarebbe stato un traguardo enorme, nonché il suo personal best. Poi la rincorsa con una convinzione minata dai festeggiamenti e, stavolta, solo una corsa trionfale sotto l’asticella. Ma va bene così, perché la festa è lunga, con il tricolore lungo la pista di Budapest, con la medaglia al collo, in mezzo ai fotografi che inseguono il campione. E poi il bagno con Kibiwott ed El Bakkali, perché anche l’atletica sa regalare momenti storici ed emozionanti come quello di stasera conditi dallo show, e in questo Tamberi è il campione dei campioni. Una serata trionfale, per il podio c’è tempo domani, dove Gianmarco Tamberi ritroverà Harrison e l’amico Barshim, per rivivere nella cerimonia, da capitano azzurro, il magico momento di stasera e il trionfo meritato e lungamente inseguito.

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