Ancona-Osimo

Moda e calzature, la digitalizzazione frena il crollo dei fatturati

La Camera di Commercio ha incontrato le imprese del comparto per illustrare il bando B2B Digital Markets, dando voce alle innovazioni introdotte da alcune eccellenze marchigiane

ANCONA – Fatturati in calo causa Covid per le imprese della moda e delle calzature nelle Marche. Riduzioni anche consistenti, che qualcuno è riuscito ad arginare puntando sulla digitalizzazione. Per far fronte all’epidemia, Camera di Commercio delle Marche e Regione hanno promosso il bando B2B Digital Markets che ha consentito a diverse aziende di compensare in parte le perdite generate dall’epidemia. Oggi, è andato in scena un incontro online per fare il punto.

«Dobbiamo modificare il modello economico della nostra regione, riadattandolo alle esigenze dei mercati post covid – le parole di Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio delle Marche –. Fondamentale sarà il dinamismo e la propensione a innovare. Abbiamo le tecnologie a disposizione in questa Regione e un sistema di conoscenze e competenze a livello internazionale. È importante uscire dall’individualismo, aprire i distretti, investendo sul sistema universitario e scolastico e sulla formazione. Il modello di business va rivisto. Le nostre aziende hanno bisogno di esportare di più. Sebbene la ripartenza sarà presumibilmente lenta, in quanto le persone avranno paura a spendere, sono ottimista».

A tale proposito, l’imprenditrice Francesca Orlandi, presidente di Linea (Azienda Speciale per i settori moda e calzature) ha illustrato le opportunità offerte e il supporto che l’organismo che coordina è in grado di fornire alle aziende che necessitano di implementare le potenzialità digitali. L’Ice, agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha rimarcato le pesanti ripercussioni del Covid sugli affari, evidenziando il conseguente parziale trasferimento dell’abitudine di acquisto verso i canali digitali. L’e-commerce, tuttavia, non ha compensato integralmente le perdite, non in tutti i settori almeno.

Emanuele Frontoni, professore all’Università Politecnica delle Marche, ha elencato i punti di forza degli showroom virtuali, la capacità di personalizzazione dei prodotti e la facilità degli ordini, portando esempi concreti. La creatività necessita comunque di un supporto, tanto che l’ateneo dorico ha sviluppato degli algoritmi per scoprire i trend di moda nelle varie aree del mondo. La parola è quindi passata alle aziende che hanno usufruito del bando.

«Siamo stati colpiti dalla pandemia nel momento peggiore, con i magazzini pieni e la stagione delle vendite iniziata – dice Valentino Fenni, Dada Calzature -. Non sapevamo più come arrivare sui mercati. Grazie all’intuizione della Camera di Commercio con questo bando di successo, ci siamo rimessi in gioco. Almeno una quarantina le aziende di questo distretto che hanno ottenuto il finanziamento. È stato un notevole passo avanti». «Prima dell’epidemia era tutto relativamente semplice – riferisce Maurilio Vecchi del cappellificio Vecchi -. Presentavamo i nostri prodotti alle fiere internazionali, predisponevamo le collezioni sulla base degli appuntamenti annuali. Il Covid ha cambiato tutte le carte in tavola. Grazie al bando, per fortuna, abbiamo potenziato il sito, integrandolo. Il calo del fatturato riguarda un po’ tutti e il governo deve aiutarci, prorogando ad esempio la cassa integrazione per non perdere il personale altamente qualificato». Si è soffermata sulla qualità del prodotto digitalizzato Sara Santori della conceria Nuvolari.

«Stiamo cercando soluzioni differenti rispetto a ciò che facevamo fino a un anno fa – commenta Kim Williams di Pantofola D’Oro -. Abbiamo investito, avvalendoci anche del bando, su showroom digitale e virtuale, sebbene le calzature siano complesse da vendere sul web, innanzitutto per le taglie e l’impossibilità a toccarle e sentirne il peso. Ci stiamo attrezzando, ma non è facile. Inoltre, è imprescindibile fare squadra. Non si può pensare di uscire da questa crisi concentrandosi sul proprio orticello. L’Unione è forza».

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