Ancona-Osimo

Il ministro Salvini vuole la stretta sui monopattini elettrici: ecco come potrebbe cambiare la circolazione

Dal casco all'assicurazione fino alla previsione di una targa non removibile sul telaio dei mezzi. Parla il sostituto commissario Gismondi, della polizia locale di Ancona: «I monopattini elettrici non sono un giocattolo»

ANCONA – Stretta su droga, alcol e monopattini elettrici. Potrebbe approdare oggi (27 giugno) in Parlamento la bozza del disegno di legge (ddl, ndr) con le modifiche al Codice della strada. Modifiche che interesserebbero anche gli autovelox, ma la cui rilevanza sarebbe incentrata tutta sui monopattini elettrici.

Sempre più usati per gli spostamenti, in nome di una ecosostenibilità ritrovata, questi mezzi sono spesso noleggiati nelle grandi città per tour turistici e viaggi last minute. Un occhio, però, deve andare alla sicurezza stradale, agli incidenti e agli scontri che coinvolgono pedoni, ciclisti e – per così dire – monopattinisti.

Per questo si sta battendo Matteo Salvini, il ministro per le infrastrutture e la mobilità sostenibile. Da Roma, il progetto è quello di nuove regole per i monopattini elettrici, che siano di proprietà o a noleggio. Si prevede, ad esempio, l’obbligo di targa non removibile, di casco e di assicurazione.

Ma com’è la situazione ad Ancona e come queste regole potrebbero influire sulla circolazione cittadina dei monopattini? Ne abbiamo parlato con il sostituto commissario Walter Gismondi, del comando di polizia locale di Ancona.

Sostituto commissario Gismondi, in queste ore potrebbe approdare in Parlamento il ddl di modifica al Codice della strada. Si parla di stretta alle sostanze stupefacenti, di autovelox, ma anche di monopattini elettrici. Quali sono, secondo lei, le novità più rilevanti? 
«Guardi, come qualsiasi altro cittadino apprendo anche io dalla stampa tali ipotesi di modifica; non avendo  però la possibilità di conoscere le novità che effettivamente saranno inserite è presto per indicare quali saranno le introduzioni più rilevanti». 

Senta, parliamo di monopattini elettrici: per questi, in particolare, si dovrebbe prevedere l’utilizzo  di casco, l’obbligo di targa non removibile e di assicurazione. Secondo lei, queste misure consentiranno di far fronte al caotico traffico dei monopattini? 
«Sicuramente misure come quelle che lei ha indicato aiuterebbero la popolazione a prendere coscienza che i monopattini elettrici non sono un giocattolo, ma dei veicoli veri e propri. Di conseguenza, è credibile che tale consapevolezza porti ad un utilizzo su strada più sicuro. Per certo, posso dire che in caso di sinistro (o di caduta), l’utilizzo di un caschetto riduce notevolmente la possibilità di riportare lesioni gravi». 

Si propone la circolazione dei monopattini elettrici solo su strade urbane con un limite massimo di velocità di 50 km/h, giusto? 
«Come detto, non abbiamo ancora la possibilità di conoscere le modifiche che verranno inserite». 

Al momento, i monopattini possono circolare su marciapiede e su strada o solo sulla  ciclabile? 
«Le cito la norma attualmente in vigore: i monopattini a propulsione prevalentemente elettrica possono circolare “nei centri abitati, esclusivamente sulle strade con limite di velocità non superiore a 50 chilometri orari, nelle aree  pedonali, sui percorsi pedonali e ciclabili, sulle corsie ciclabili, sulle strade a priorità ciclabile, sulle piste ciclabili in sede propria e su corsia riservata e ovunque sia consentita la circolazione dei velocipedi; fuori dei centri abitati, esclusivamente sulle piste ciclabili e sugli altri percorsi riservati alla circolazione dei velocipedi”».

E sui marciapiedi?
«Qui, “è vietata la  circolazione dei monopattini a propulsione prevalentemente elettrica sui marciapiedi”. Sui  marciapiedi è consentita esclusivamente la conduzione a mano dei monopattini a propulsione  prevalentemente elettrica».

E ad Ancona com’è la situazione ˈmonopattiniˈ? Sono frequenti gli incidenti a causa della circolazione – forse incontrollata – di questi mezzi?
«Per l’anno in corso, alla data odierna, il Comando di Polizia Locale ha rilevato 434 sinistri stradali e solamente 2 vedono coinvolti dei monopattini. Quindi, meno dello 0,5% degli incidenti hanno visto coinvolti dei monopattini». 

Secondo lei, questa stretta sui monopattini – per così dire – potrebbe frenare la vendita e la  commercializzazione di questi mezzi? 
«Anche qui, non avendo conoscenza delle novità che effettivamente saranno introdotte, non è  possibile fare delle ipotesi che abbiano ragionevoli possibilità di essere veritiere». 

Commissario, sorge spontanea una domanda: perché si interviene sui monopattini e non sulle  biciclette? Insomma, tanto gli uni quanto le altre sono mezzi potenzialmente rischiosi su  strada, o no? Che cosa li differenzia? 
«Al netto delle differenze strutturali (si veda ad esempio il diametro delle ruote), a differenziare i monopattini dalle bici è il fatto che le biciclette esistono da più di un secolo, mentre i monopattini a propulsione prevalentemente elettrica solo da pochi anni».

Spieghi…
«Ci sono una consuetudine e consapevolezza di utilizzo ben differente. Il primo Codice della Strada (o comunque quello che tale si potrebbe definire) risale agli inizi del secolo scorso e nei decenni ovviamente ha subito svariate modifiche, aggiornamenti ed integrazioni anche per quello che concerne i velocipedi. È naturale quindi che nella regolazione  di un nuovo mezzo si rendano necessari degli aggiustamenti. Basti pensare che la normativa attuale che regola i “monopattini elettrici” è recentissima e risale al dicembre 2019». 

Per quanto concerne i monopattini elettrici, le eventuali normative che entreranno in vigore saranno effettive? Mi spiego: sarà possibile, per gli agenti di polizia locale, sanzionare chi non rispetta le nuove regole oppure queste eventuali norme saranno destinate ad essere solo una bandierina politica? 
«Questo per buona parte dipenderà da come il legislatore formulerà la normativa. Le faccio un semplice esempio relativo all’ipotesi di rendere obbligatoria la copertura assicurativa: esisterà una banca dati nazionale on line con fede privilegiata, dalla quale verificare l’esistenza della stessa o ci si baserà su documentazione cartacea? Questo è un semplice esempio ma serve a far comprendere come gli agenti addetti ai servizi di polizia stradale (Polizia Stradale, Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia  Locale) operano con i mezzi che il legislatore mette loro a disposizione».

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