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Marche verso la zona gialla, Caroli del Gores: «Rt a 0.97, tutti i parametri ci fanno ben sperare»

Secondo il capo del tavolo regionale per le emergenze sono diversi gli elementi che lasciano propendere per un ritorno in zona gialla. Il picco della seconda ondata è stato raggiunto il 14 novembre. Ecco cosa ci ha detto su una eventuale terza ondata

Immagine di repertorio

ANCONA – Migliora l’Rt nelle Marche: l’indice che misura la trasmissibilità del covid-19 «nell’ultima settimana è sceso a 0,97» spiega Mario Caroli, capo del Gores, il Gruppo operativo regionale emergenze sanitarie. Un segnale che indica che la curva del contagio si sta lentamente raffreddando, ma anche una buona notizia in vista di un possibile rientro in fascia gialla della nostra regione.

L’indice Rt, infatti è uno dei parametri presi in esame dal Ministero della Salute per stabilire di che “colore” è una regione sulla base alle fasce di rischio definite dal Dpcm del 3 novembre scorso. «Tutti i parametri ci fanno ben sperare» per un ritorno delle Marche in zona gialla, sottolinea il capo del Gores, aggiungendo che «negli ultimi giorni la situazione è decisamente in miglioramento e anche la pressione sui pronto soccorso della regione si sta attenuando».

«L’unica cosa che ci preoccupa un po’, è l’elevato numero di pazienti che ancora sono ricoverati nelle terapie intensive», ma a parte questo elemento il monitoraggio degli accessi dei nuovi pazienti nei pronto soccorso, «l’indice Rt buono e la diminuzione dei nuovi positivi giornalieri, sono tutti elementi che ci potrebbero far ben sperare di tornare in zona gialla dal 4 dicembre».

Intanto il picco della seconda ondata «è stato raggiunto il 14 novembre, poi progressivamente il numero dei positivi si è ridotto»: sull’ipotesi di una terza ondata Mario Caroli spiega che questa «è prevedibile intanto che i comportamenti della popolazione non saranno adeguati: abbiamo visto gli effetti benefici di essere stati prima in zona gialla e poi in arancione, tutto quello che verrà dopo influenzerà la presenza o meno di una terza ondata».

Secondo il capo del Gores, «se questa estate fossimo stati tutti più bravi e ci fosse stata una ripresa dell’attività scolastica in modo più organizzato, probabilmente la seconda ondata ci sarebbe stata lo stesso, ma in forma più attenuata»: insomma «dipenderà molto dai comportamenti delle persone». Intanto però in questi giorni «stiamo assaporando un periodo di tranquillità»: il medico, primario al Pronto Soccorso dell’ospedale di Jesi, spiega che «nei primi quindici giorni di novembre avevamo intorno ai 13-15 pazienti al giorno in attesa di ricovero, mentre da alcuni giorni non ne  abbiamo nessuno. Si è visto proprio un cambiamento netto».

Secondo Caroli tuttavia co b le riaperture sarà cruciale «come ci comporteremo tutti: il tana libera tutti non deve valere, dobbiamo stare molto attenti ai contatti dato che il virus si trasmette in questo modo. Nel momento in cui torneremo in zona gialla servirà senso di responsabilità da parte di tutti, altrimenti rischiamo che a distanza di 15-20 giorni ci ritroviamo di nuovo i pronto soccorsi pieni di gente con la polmonite: bisogna fare attenzione ad essere coscienziosi».

Le Marche continuano però a registrare in media una percentuale di positivi in rapporto ai tamponi analizzati giornalmente (25-30%) superiore rispetto a quella nazionale (intorno al 10%), un dato su cui il capo del Gores chiarisce che «è difficile dare una spiegazione sul fatto perché ci sia questa elevata discrepanza tra il valore nazionale e quello della Regione Marche». «Probabilmente potrebbe essere una non appropriata comunicazione dei dati a livello centrale – conclude -: magari non comunicano così dettagliatamente come fa la Regione Marche».

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