Ancona-Osimo

Ucraina, nelle Marche 2.230 profughi: 120 nelle strutture di accoglienza e 2.110 da parenti e amici

Nuova riunione del Comitato che coordina l’emergenza Ucraina. L'assessore alla Protezione civile: «È importantissimo che le famiglie facciano registrare gli ospitanti presso le Questure»

La bandiera dell'Ucraina (foto Adobe Stock)

ANCONA – Cresce il numero di profughi ucraini nelle Marche: dai 1.200 della scorsa settimana, passano a 2.230. Ne dà notizia l’assessore alla Protezione civile Stefano Aguzzi dopo il nuovo vertice del Comitato che coordina l’emergenza Ucraina, che si è svolto oggi con la partecipazione in videoconferenza dei Prefetti delle cinque province marchigiane, del direttore dell’Ufficio scolastico regionale, del rappresentante dell’Anci e dell’Asur Marche. 

«La presenza attualmente accertata dei profughi ucraini da parte delle Questure marchigiane – ha sottolineato Aguzzi – è di 2.230 persone di cui 120 accolti presso strutture di accoglienza e 2110 ospitati da parenti e amici. È importantissimo che le famiglie facciano registrare gli ospitanti presso le Questure al fine di evitare la dispersione sul territorio e anche per permettere all’Asur Marche, attraverso il censimento, la verifica dei tamponi e dei Green pass degli interessati, nonché la necessaria copertura sanitaria».

Una regolarizzazione, quella sanitaria, che Aguzzi ha definito «di fondamentale importanza anche per l’inserimento scolastico dei ragazzi ucraini. Saranno le Prefetture a richiedere alla Regione Marche la disponibilità dei posti e per questo il Dipartimento nazionale della protezione civile ha autorizzato la Regione ad utilizzare la contabilità speciale che permetterà al dirigente della struttura regionale di protezione civile di effettuare contratti presso le strutture alberghiere e ricettive per acquisire posti letto. Aggiungo – ha concluso l’assessore – che a tutt’oggi non sono previsti ristori alle famiglie che ospitano i profughi però mi sto attivando con il Dipartimento nazionale della protezione civile per far si che possano esserci».

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