Ancona-Osimo

Ucraina, Acquaroli sulle sanzioni alla Russia: «Rischiano di diventare pesanti per il manifatturiero marchigiano»

Il presidente della Regione Marche ha sottolineato la necessità di un intervento da parte del Governo per fronteggiare l'impatto delle sanzioni

(Foto della Provincia di Fermo)

ANCONA – «Oltre al sostegno che la Regione Marche può mettere in campo, ma che non può fare la differenza, è necessario che venga garantito quello da parte del governo nazionale e dell’Europa, perché a fronte di sanzioni che vanno applicate c’è anche una risposta che dev’essere data alle imprese, altrimenti l’effetto delle sanzioni diventa insopportabile». Lo ha detto il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, parlando con i giornalisti a margine del Consiglio regionale, a proposito delle sanzioni legate alla guerra in Ucraina.

Francesco Acquaroli, presidente Regione Marche

Il governatore si è detto preoccupato «per gli aspetti umanitari e per gli scenari che si aprono e che sono imprevedibili». Per Acquaroli le sanzioni disposte dall’Unione Europea contro la Russia «rischiano di diventare pesanti per il manifatturiero, perché al netto degli sforzi che possiamo fare non si sostituisce all’improvviso un mercato che ha una storia e un radicamento».

Secondo il presidente della Regione Marche «occorre tempo e non so se tutte le imprese riusciranno a uscirne indenni, anche se lo auspico, anche perché si sono dovute caricare di tante altre crisi che non sono addebitabili a loro, che ne hanno condizionato la capacità di essere competitive e alle quali hanno sempre risposto in maniera forte».

Parlando della partecipazione dei calzaturieri marchigiani all’Obuv Mir Kozhi, la fiera internazionale del settore, che si tiene a Mosca, partecipazione sostenuta dalla Regione con contributi, Acquaroli ha spiegato «se la partecipazione ad una fiera è consentita, non vedo per quale motivo la Regione Marche non dovrebbe dare un sostegno alle imprese, che sono preoccupate e che con coraggio e determinazione cercano di tutelare se stesse e, facendolo, tutelano anche l’occupazione e il nostro prodotto interno lordo». 

«Una fiera – ha aggiunto – è un’opportunità, all’interno della quale si possono incontrare anche operatori di un’area che non è riconducibile espressamente a un Paese. Al netto di questo, vogliamo e dobbiamo sostenere le nostre imprese nell’ambito di quelle che sono le regole e le azioni dell’Italia e dell’Europa».

Secondo il governatore «è chiaro che le nostre imprese stanno cercando di fare il massimo per conservare fasce di mercato che sono difficilmente sostituibili e per garantirsi una serie di commesse che hanno riflessi positivi per sopravvivere in una fase così complicata».

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