Ancona-Osimo

Marche, terapie intensive al 3%. Donati: «Non ricoveriamo da un mese. Effetto clima? Lo vedremo con la variante Delta»

Il tasso di occupazione nelle terapie intensive marchigiane è sceso al livello più basso dai primi di giugno 2020. Ne abbiamo parlato con il primario della Clinica di Rianimazione di Torrette

Abele Donati
Abele Donati, primario Clinica di Anestesia e Rianimazione Torrette

ANCONA – Terapie intensive al 3% di occupazione nelle Marche, il valore più basso registrato dagli inizi di giugno 2020. Complessivamente sono sei le persone ricoverate nei reparti intensivi della regione, due dei quali all’Ospedale regionale di Torrette.

Il reparto però non ricovera più «da quasi un mese» afferma il primario della Clinica di Terapia Intensiva degli Ospedali Riuniti di Ancona, Abele Donati, che traccia un quadro della situazione che tende verso la normalità. «Stiamo quasi tornando alla normalità – spiega – ormai non ricoveriamo più pazienti da quasi un mese, ma abbiamo trattato qualche paziente affetto da polmonite in Malattie Infettive».

Nel reparto diretto dal professor Donati c’è un solo paziente trattato in Ecmo, ossigenazione extracorporea, una terapia impiegata per trattare i casi più critici, mentre nel reparto di Malattie Infettive, Donati spiega di aver trattato alcuni pazienti con casco per l’ossigenazione, ma in linea generale il miglioramento della pressione sulle strutture ospedaliere è evidente, così come l’andamento della curva epidemiologica.

Tra le poche nuove polmoniti osservate e ricoverate nei reparti di malattie infettive, il professor Donati ci spiega che si tratta di persone 70enni non vaccinate o vaccinate da pochi giorni e solo con prima dose. Crede che oltre alla vaccinazione abbia inciso sul miglioramento della curva epidemiologica anche il fattore stagionale? «La vaccinazione è sicuramente è cruciale, ma probabilmente c’è anche una componente climatica. In ogni caso il peso dell’elemento stagionale lo vedremo con la variante Delta».

La mutazione del virus nelle Marche non è ancora stata osservata come ci aveva spiegato il virologi Stefano Menzo, primario del Laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona, che sta monitorando i campioni risultati positivi al virus. «Se non ci sarà un incremento dei casi positivi nonostante la variante Delta, questo vuol dire che c’è un effetto climatico. In ogni caso mi auguro che per l’autunno sia stata vaccinata la stragrande maggioranza della popolazione, in modo che anche la variante Delta crei meno problemi».